https://crimethinc.com/feed/itCrimethInc. : IT CrimethInc. ex-Workers’ Collective: Your ticket to a world free of chargehttps://uk.crimethinc.com/assets/icons/icon-600x600-29557d753a75cfd06b42bb2f162a925bb02e0cc3d92c61bed42718abba58775f.pnghttps://uk.crimethinc.com/assets/icons/favicon-efac4460fc49353986831b21650af3dce27f87fa1fa8636d3ea0e858382ae449.icoCrimethInc. Ex-Workers Collectivehelp@crimethinc.comhttps://crimethinc.com/2024/03/08/germany-the-fight-against-the-tesla-gigafactory-alcuni-occupano-la-foresta-altri-chiudono-la-rete-elettrica2024-03-08T23:11:35Z2024-03-13T09:07:39ZGermania: la lotta contro la Gigafactory Tesla : Alcuni occupano la foresta, altri chiudono la rete elettricaUn'intervista agli occupanti della foresta che si oppongono all'espansione di una fabbrica Tesla e la traduzione di una dichiarazione di un gruppo che ha interrotto la rete elettrica che la serve.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/08/header.jpg" /></figure>
<p>Da diversi anni, abitanti, anarchici, ambientalisti e altri sono impegnati in una lotta contro la “gigafactory” di Tesla nella piccola città di Grünheide, a soli cinque chilometri a sud-est di Berlino. Si tratta della più grande fabbrica che produce auto elettriche per Tesla in tutta Europa. Molte questioni importanti convergono in questo conflitto: la lotta tra il capitalismo globale e gli ecosistemi locali, la questione di ciò che conta come “sostenibile” e di chi lo definisce, il potere che miliardari come Elon Musk hanno acquisito e stanno usando per <a href="https://crimethinc.com/2022/10/28/the-billionaire-and-the-anarchists-tracing-twitter-from-its-roots-as-a-protest-tool-to-elon-musks-acquisition">rimodellare</a> la nostra società in linea con la loro visione autoritaria.</p>
<p>Quattro anni fa, il governo del Brandeburgo ha scavalcato l’opposizione popolare per permettere a Tesla di distruggere una foresta per costruire la fabbrica. Ora, Tesla sta cercando di espandere l’impianto con ulteriori costi per le foreste e le falde acquifere locali. Due settimane fa, la maggioranza dei residenti di Grünheide <a href="https://taz.de/Buergerbefragung-zur-Werkserweiterung/!5993733/">ha votato contro</a> l’espansione proposta da Tesla.<sup id="fnref:8" role="doc-noteref"><a href="#fn:8" class="footnote" rel="footnote">1</a></sup> Secondo la legge, tuttavia, la decisione finale spetta ai politici, non agli abitanti del luogo.</p>
<p>Poco dopo il voto, gli attivisti hanno dato vita a un’occupazione nella foresta che verrà distrutta per far posto all’espansione della fabbrica. Un centinaio di persone sta occupando gli alberi con diverse strutture. Finora la polizia li ha osservati, ma non ha ancora intrapreso uno sgombero.</p>
<p>La mattina del 5 marzo 2024, un traliccio elettrico ha preso fuoco vicino a Steinfurt, direttamente a sud della gigafactory Tesla nel Brandeburgo. L’atto di sabotaggio ha temporaneamente tolto l’elettricità a migliaia di famiglie in varie zone di Berlino. Ha anche interrotto il lavoro nella fabbrica di Tesla per almeno una settimana, costando probabilmente all’azienda <a href="https://www.dw.com/en/germany-sabotage-case-launched-against-tesla-protesters/a-68467844">centinaia di milioni di euro</a>.</p>
<p>È apparso un comunicato che rivendica la responsabilità a nome del <em>Vulkangruppe</em> - “Gruppo Vulcano” - un gruppo anarchico clandestino <a href="https://www.tagesschau.de/inland/regional/brandenburg/vulkangruppe-100.html">che si dice</a> sia attivo dal 2011. Il gruppo ha rivendicato il merito di aver bruciato un cavo elettrico a Berlino-Charlottenburg nel 2018 e di aver tagliato l’alimentazione elettrica al cantiere della fabbrica Tesla a Grünheide nel 2021, tra le altre azioni.</p>
<p>Qui presentiamo un’intervista con un partecipante all’occupazione della foresta e una traduzione del comunicato di <em>Vulkangruppe,</em> per offrire molteplici prospettive del movimento contro la gigafactory Tesla.</p>
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<p>L’occupazione della foresta.</p>
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<h1 id="loccupazione-della-foresta-unintervista">L’occupazione della foresta: Un’intervista</h1>
<p><em>Abbiamo condotto la seguente intervista frettolosa venerdì 8 marzo con un partecipante all’occupazione della foresta Tesla Stoppen.</em></p>
<p class="darkgreen"><strong>Spiega chi è coinvolto e cosa stai cercando di fare.</strong></p>
<p>C’è molto da dire su quello che stiamo facendo, ma per farla breve, Tesla vuole espandere la sua gigafactory, che è la più grande fabbrica di auto elettriche per Tesla in tutta Europa, con circa mille persone che vi lavorano. A questo scopo, vuole abbattere altre zone boschive, perché l’intera fabbrica si trova in una foresta, o in quello che di questa resta. Prima hanno tagliato una grande parte della essa per costruire la prima parte della fabbrica e ora Tesla vuole ingrandirla. Ecco perché abbiamo occupato la foresta.</p>
<p>Qui sono coinvolte molte persone diverse. L’occupazione in sé si chiama <em><a href="https://teslastoppen.noblogs.org/en-GB/">Tesla Stoppen</a>,</em> o “Stop Tesla” in inglese, ma sono coinvolti anche altri gruppi, tra cui un gruppo più grande chiamato <em><a href="https://t-den-hahn-abdrehen.org/">Tesla den Hahn Abdrehen</a></em> [“chiudere il rubinetto per Tesla”], che coinvolge molti altri gruppi di sinistra e anche alcuni locali. Stanno organizzando manifestazioni e azioni giudiziarie.</p>
<p>Inoltre, c’è stata una votazione qui e hanno votato contro l’espansione della gigafactory, quindi anche la gente del posto è contraria a questa operazione.</p>
<p>È importante ricordare che non siamo solo un’occupazione forestale, ma anche un’occupazione idrica, perché c’è un’area di protezione delle acque dove si trova la gigafactory di Tesla. La fabbrica utilizza molta acqua e ci sono stati molti problemi e incidenti che hanno danneggiato le falde acquifere di centinaia di migliaia di persone.</p>
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<p>In una visione più ampia, questa è una protesta contro l’inquadramento dei sistemi di crescita capitalistici “verdi”. Stiamo dicendo: “Le auto pulite sono una sporca bugia” - non è vero che risolveranno i problemi della crisi climatica. Le auto elettriche sono un problema internazionale perché le batterie delle auto Tesla utilizzano materiali come il litio e il cobalto che provengono da progetti estrattivi. Questo è un problema per noi perché implica lo sfruttamento, è un modo neocoloniale di sfruttare la terra e gli esseri umani.</p>
<p class="darkgreen"><strong>Descrivi quali tattiche sono coinvolte nell’occupazione della foresta.</strong></p>
<p>Stiamo occupando gli alberi costruendo case e sentieri sugli Alberti. Viviamo in queste e ci prepariamo ai tentativi di sgombero da parte dello Stato, in modo che quando arriva la polizia possiamo essere al sicuro nelle case sugli alberi e difendere l’occupazione.</p>
<p>Quando ci arrampichiamo per più di 1,5 metri, la legge tedesca richiede l’impiego di forze speciali per farci scendere - e non ci sono molte forze speciali o poliziotti che si arrampicano per farlo, il che rende le cose più difficili per loro. Stiamo preparando le case sospese, in modo che quando arriverà la polizia potremo salirci, così da avere tutte le infrastrutture necessarie lassù, una cucina, l’acqua, tutto, in modo da poter rimanere lì per una settimana.</p>
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<p>Una casa tra gli alberi.</p>
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<p>Quando lavoriamo con la stampa e i social media, cerchiamo di essere molto aperti e amichevoli. Questa è una grande campagna con un progetto cooperativo: stiamo cercando di coinvolgere le persone, di aiutarle a partecipare, stiamo lavorando molto con la gente del posto. Cerchiamo di fare molte cose che abbiamo imparato dalle occupazioni e dalle proteste in altri luoghi, come <a href="https://crimethinc.com/2023/01/19/the-defense-of-lutzerath-a-photoessay-and-poster-documenting-ecological-destruction-and-resistance">Lützerath</a>.</p>
<p>L’occupazione qui è iniziata all’inizio della scorsa settimana. Per quanto riguarda le tattiche, potrebbe essere interessante sapere che siamo arrivati qui con 80-100 persone, abbiamo portato subito otto piattaforme e case sugli alberi nella foresta di notte. Questo ha comportato una grande quantità di operazioni logistiche per sollevarle sugli alberi e così via. Abbiamo iniziato la nostra occupazione in una sola notte, con otto case sugli alberi - era una dichiarazione, volta a stabilire un potere sufficiente per non essere sgomberati nei giorni successivi, perché non è facile sgomberare otto case sugli alberi con 80-100 persone coinvolte.</p>
<p>Per quanto riguarda la convivenza, stiamo cercando di organizzarci in modo anarchico, c’è molta auto-organizzazione, abbiamo diversi gruppi che organizzano riunioni e incontri più piccoli. C’è molto da dire su come viviamo insieme, su come stiamo cercando di liberarci delle gerarchie, del razzismo, del sessismo e così via. Si tratta di organizzarsi, di aprirsi a nuove persone e di riflettere sulle tendenze che ci portiamo dietro dalla società in generale.</p>
<p>Al momento le cose stanno andando bene: abbiamo molto sostegno, molte persone vengono qui, c’è molta attenzione da parte dei media, molta pubblicità. Stiamo cercando di inquadrare la questione dell’acqua come un problema climatico internazionale, come una questione di chi ha accesso all’acqua e chi no. Per ora va tutto bene, ma molti pensano che la prossima settimana cercheranno di sgomberarci, perché negli ultimi giorni la polizia è venuta a occupare la foresta e ha filmato tutto, ha scattato foto - sono state le forze speciali a farlo.</p>
<p>Quindi… non pensiamo di essere ancora al sicuro.</p>
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<p class="darkgreen"><strong>Come ha influito l’incendio doloso sull’occupazione?</strong></p>
<p>Per quanto riguarda l’attacco, l’abbiamo saputo solo dal telegiornale. Per noi nella foresta non è cambiato molto. Certo, ha cambiato l’inquadratura di alcuni organi di stampa, di alcuni media, che dicono “Oh, siete tutti terroristi”, e ovviamente c’è ancora più attenzione da parte dei media… Ha cambiato anche il nostro lavoro con la stampa e i social media, perché stanno cercando di dire “Siete uguali, o state facendo lo stesso, delle persone che hanno bruciato i tralicci elettrici”. Quindi ora è più difficile diffondere la nostra battaglia e far parlare di noi, ma nella foresta non è cambiato molto.</p>
<p class="darkgreen"><strong>Come si collega questa lotta particolare alle altre lotte ecologiche, anticapitaliste e antifasciste in Germania in questo momento?</strong></p>
<p>In relazione ad altre lotte in Germania, con questa occupazione vogliamo fare il passo successivo nella battaglia per la giustizia climatica, perché stiamo cercando di portare l’acqua come un problema, e stiamo cercando di sfatare la narrativa della “crescita verde”, l’idea che le auto elettriche risolvano il problema. Allo stesso tempo, questa occupazione è legata al movimento antifascista, perché anche Elon Musk fa parte del problema fascista.</p>
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<p>Il punto è ottenere nuove idee e compiere passi verso la fine del capitalismo. Un altro progetto coinvolto è <a href="https://disrupt-now.org/en/wasistdisrupt/">Disrupt</a>, che è una nuova idea per organizzare la sinistra radicale. Disrupt, la campagna, è ora parte di questa occupazione, quindi ci sono molte novità in Germania e in Europa.</p>
<p>E stiamo ricevendo supporto da altri Paesi. Questo fine settimana verranno a trovarci alcune persone di <em>Les Soulèvements de la Terre</em> [“Rivolte della Terra”] dalla Francia. Stiamo anche cercando di sostenere i lavoratori della Tesla, perché lì le condizioni di lavoro sono davvero pessime e la paga è bassa, ci sono molti problemi per coloro che lavorano lì. Stiamo cercando di sostenerli, di parlarci assieme.</p>
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<h1 id="spegnete-il-gruppo-tesla-volcano-attacco-allalimentazione-elettrica-vicino-a-steinfurt">Spegnete il Gruppo Tesla Volcano! Attacco all’alimentazione elettrica vicino a Steinfurt</h1>
<p><em>Questa <a href="https://de.indymedia.org/node/344525">dichiarazione</a> è apparsa la mattina del 5 marzo, poco dopo l’incendio del traliccio elettrico, anche se descrive l’azione come avvenuta “alla vigilia” dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna. In tedesco, il nome “Elon” suona simile alla parola</em> Elend, <em>che significa “miseria”. Per i lettori tedeschi, il gioco di parole degli autori “Elend Musk” si legge in tutto il testo come “Misery Musk “</em>.</p>
<p>Oggi abbiamo sabotato Tesla. Perché Tesla a Grünau divora terra, risorse, persone e manodopera e sputa 6.000 SUV, macchine assassine e monster truck alla settimana. Il nostro regalo per l’8 marzo [Giornata Internazionale della Donna] è di chiudere Tesla.</p>
<p>Perché la completa distruzione della Gigafactory e con essa l’eliminazione dei “tecno-fascisti” come Elend Musk è un passo sulla via della liberazione dal patriarcato.</p>
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<p>La base del pilone preso di mira.</p>
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<p>La Gigafactory è diventata famosa per le sue condizioni estreme di sfruttamento. La fabbrica contamina le falde acquifere e consuma enormi quantità di acqua potabile già scarsa<sup id="fnref:2" role="doc-noteref"><a href="#fn:2" class="footnote" rel="footnote">2</a></sup> per realizzare i suoi prodotti. Lo Stato di Brandeburgo-Berlino viene scavato per Tesla senza alcuno scrupolo. I critici dell’acquedotto, i residenti locali e gli eco-attivisti vengono messi a tacere. Le cifre vengono abbellite. Le leggi vengono piegate. La gente viene ingannata. Ciononostante, gran parte della popolazione di Grünheide rifiuta la Gigafactory a causa del furto d’acqua e della gentrificazione. La protesta e la resistenza continuano senza sosta. E stanno crescendo, perché c’è più di un motivo. Oltre alla sporca fabbrica di batterie, Tesla vuole ora espandere il sito della fabbrica di altri 100 ettari, compresa una stazione di carico.</p>
<p>L’espansione delle aree di stoccaggio e logistica direttamente presso lo stabilimento (compresa la possibilità di una logistica ferroviaria intensiva) ha lo scopo di stabilizzare le catene di approvvigionamento e la produzione. Attualmente questa è compromessa perché le consegne dai campi di lavoro forzato in Cina non possono prendere la via diretta attraverso il Mar Rosso. Il Ministero dell’Economia del Brandeburgo sta mangiando dalla mano di Tesla, nonostante le molte ragioni per rifiutare qualsiasi approvazione. A quanto pare, l’unica cosa importante è che il Brandeburgo fiorisca come sede di un fiorente business.</p>
<p>Tesla è un simbolo del capitalismo “verde” e un attacco tecnologico totalitario alla società. Il mito della crescita verde è solo uno sporco trucco ideologico per serrare i ranghi contro le critiche interne. Suggerisce una via d’uscita dalla catastrofe climatica. Ma il “capitalismo verde” è sinonimo di colonialismo, furto di terra e aggravamento della crisi climatica! Le batterie al litio provengono da miniere tossiche in Cile e consumano altri metalli rari, il che significa miseria e distruzione per coloro che vivono dove si trovano le miniere. La fabbrica di batterie di Grünheide, vicino a Berlino, ad esempio, richiede la materia prima rara del litio, anch’essa estratta in Bolivia. Musk mette le carte in tavola quando si tratta di spingere l’estrazione del litio in Bolivia: “Accoppiamo chi vogliamo”<sup id="fnref:3" role="doc-noteref"><a href="#fn:3" class="footnote" rel="footnote">3</a></sup>, dice, commentando la resistenza degli indigeni all’estrazione. Le risorse minerarie vengono strappate dalla terra in condizioni brutali. Il “green deal” non è altro che l’espansione della crescita economica senza limiti. Anche in Portogallo la popolazione rurale si oppone all’estrazione forzata del litio<sup id="fnref:4" role="doc-noteref"><a href="#fn:4" class="footnote" rel="footnote">4</a></sup>.</p>
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<p>Il traliccio elettrico bruciato.</p>
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<p>Proprio come la terra viene usata e abusata quotidianamente, Tesla fa lo stesso con le persone. Ha lavoratori forzati in tutto il mondo, come gli uiguri in Cina, che lavorano (fino alla morte) per lei (proprio come fa la Volkswagen<sup id="fnref:5" role="doc-noteref"><a href="#fn:5" class="footnote" rel="footnote">5</a></sup>), che il regime razzista cinese serve all’azienda per la sua produzione. Anche a Grünheide le condizioni di lavoro sono considerate disastrose. Solo di recente è stato licenziato un membro del consiglio di fabbrica dell’IG Metall di Grünheide. Nonostante un consiglio di fabbrica giallo installato da Tesla,<sup id="fnref:1" role="doc-noteref"><a href="#fn:1" class="footnote" rel="footnote">6</a></sup> la verità sulle condizioni della fabbrica sta trapelando. Per migliorare le statistiche sugli incidenti, le persone vengono portate in ospedale in taxi invece di chiamare un’ambulanza. I critici interni vengono licenziati e, se intraprendono un’azione legale, sono costretti a un patteggiamento. Il risarcimento finanziario viene poi usato come museruola per soffocare la discussione pubblica sui licenziamenti razzisti, ad esempio minacciando sanzioni contrattuali. Il dipendente licenziato deve tacere in cambio del denaro: questo è il calcolo.</p>
<p>Questo è l’aspetto dell’attacco tecnologico totalitario. Un veicolo Tesla è un dispositivo di sorveglianza per gli spazi pubblici. È dotato di telecamere ad alta risoluzione di Samsung. Samsung è un’azienda leader nella tecnologia delle armi, tra le altre cose. Secondo il produttore, le telecamere registrano fino a 250 metri. In modalità “guardia”, riprendono tutto ciò che si trova nelle vicinanze del veicolo e garantiscono che il conducente sia monitorato anche durante la guida. Il conducente è già un componente a costo zero dell’universo Telsa e una cavia. L’intelligenza artificiale registrerà ogni movimento e ogni errore del conducente, monetizzando i dati per addestrare il software di guida autonoma.</p>
<p>Tesla sta militarizzando la strada. I suoi carri armati in movimento sono armi da guerra. L’auto come arma. La strada è il campo di battaglia. Invece di 9 mm, Tesla ha introdotto nel mondo 856 CV: “Se mai dovessi litigare con un’altra auto, vincerai”, dice Elend Musk.<sup id="fnref:6" role="doc-noteref"><a href="#fn:6" class="footnote" rel="footnote">7</a></sup> Una Tesla è uno status symbol, allo stesso tempo affermazione e propaganda: per il disprezzo dell’umanità, la distruzione senza limiti attraverso il “progresso” e uno stile di vita imperiale e patriarcale.</p>
<p>Chiunque compri un SUV è molto probabilmente un sostenitore di uno stile di vita imperiale che vuole trarre profitto da questa follia fino in fondo. L’album segreto di poesie di ogni attivista dovrebbe includere una Tesla distrutta. Nessuna Tesla al mondo dovrebbe essere al riparo dalla nostra rabbia infuocata. Ogni Tesla in fiamme sabota lo stile di vita imperiale e interrompe efficacemente la rete sempre più fitta di sorveglianza intelligente senza soluzione di continuità che prende di mira ogni espressione della vita umana.</p>
<p>Gli eserciti utilizzano il sistema satellitare Starlink di Tesla nelle loro guerre. Ad esempio, in Ucraina. L’esercito russo accede anche ai terminali satellitari Starlink di altri Paesi per effettuare attacchi. Allo stesso modo, Israele utilizza il sistema satellitare Starlink per uccidere la popolazione di Gaza. L’infrastruttura Starlink di Tesla è un attore militare. Arrotolate come un filo di perle fatto di rifiuti, solcano il cielo per effettuare una sorveglianza totale.</p>
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<p>Uno striscione nella foresta che recita “Cessate il fuoco ora!”</p>
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<p>Parliamo di un uomo che si ridurrà in polvere, anche se preferirebbe essere immortale: Elend Musk.
Per uomini come lui non è ancora stata inventata la parolaccia giusta per descrivere adeguatamente la loro arroganza, il loro disprezzo per l’umanità, la loro avidità antisociale di potere e riconoscimento.</p>
<p>Non fa mistero del suo sciovinismo. La sua piattaforma di propaganda X è il mezzo per raggiungere il fine. È qui che raccoglie i sostenitori di uno stile di vita imperiale. È qui che gli antisemiti, gli antifemministi, gli autoritari, gli sciovinisti, i fascisti e i sostenitori dell’odio contro gli “stranieri” si rassicurano. È qui che si organizzano con la loro visione elitaria del mondo e di se stessi come razza padrona. È qui che gli ariani dell’AfD incontrano i loro simili.</p>
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<p>L’occupazione di una casa sull’albero nella foresta.</p>
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<p>Quando Elend Musk applaude il presidente antifemminista e neoliberista dell’Argentina<sup id="fnref:7" role="doc-noteref"><a href="#fn:7" class="footnote" rel="footnote">8</a></sup> su X, è perché sono uniti. Non hanno pudori: hanno deciso di stare dalla parte di un maschilismo mortale e di lasciare una scia di sangue dietro di sé come un mostro mangia-uomini.</p>
<p>Elend Musk è il nuovo modello di capitalista predatore neoliberale e patriarcale, neocoloniale, di questo secolo, che usa mezzi diversi dagli sfruttatori che lo hanno preceduto nel secolo precedente. È uno zeitgeist invasivo che utilizza le crisi economiche di valorizzazione auto-fabbricate per affrontare la prossima distruzione. Sta solo seguendo le orme marroni preparate di altri pionieri patriarcali. Allo stesso modo, il “costruttore di automobili” Henry Ford era un ammiratore dei nazisti con la loro “Volkswagen” e la loro efficiente organizzazione dell’industria. Lo stabilimento Volkswagen di Wolfsburg era gestito alle spalle di lavoratori forzati. L’idea era che ogni tedesco avrebbe dovuto avere una Volkswagen per poter guidare un’auto o un carro armato sulla nuova autostrada. Ford, ispirato dall’efficienza dell’organizzazione del lavoro tedesca, trasferì le idee nel suo impero negli Stati Uniti. L’assalto ai lavoratori e l’economizzazione dello sfruttamento divennero noti come “fordismo”.</p>
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<p>Una recente azione di protesta contro la Volkswagen a Wolfsburg.</p>
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<p>Questo comprendeva l’organizzazione del lavoro e la catena di montaggio, la produzione di massa con il contemporaneo consumo di massa dell’auto. Questo modello, noto anche come taylorismo, può essere inteso come una forma di lotta di classe dall’alto. Oggi Elend Musk combina le invasive possibilità tecnologiche del nostro tempo con la sua visione del mondo misogina, l’estremismo patriarcale e l’atteggiamento totalitario tipico della sua casta. In quanto “costruttore di automobili”, egli si pone come un revenant [una persona che è tornata dalla morte] nella tradizione storica. Al passo con i tempi, si comporta come un “tecno-fascista”.</p>
<p>Invece di rottamare l’automobile sul cumulo di rifiuti della storia e di espandere il trasporto pubblico gratuito, cambia solo la tecnologia di guida, dai motori a combustione ai motori elettrici, al fine di preservare il trasporto individuale. Lo stile di vita imperiale è economicamente più redditizio.</p>
<p>Le posizioni di potere permettono a “visionari” patriarcali come Elend Musk di sperimentare - nel senso più orribile del termine - le forme più “avanzate” di sfruttamento e la risorsa disponibile degli “esseri umani”. Per conquistare nuovi regni, per avanzare, senza essere invitati, e per penetrare nella terra. Nello spazio, nel cielo, nello spazio pubblico, nelle nostre teste: lo stupratore non lascia nulla di intentato. L’azienda di neurotecnologie Neuralink mira a collegare il cervello umano alle macchine. Sta conducendo test sugli animali per imparare a leggere i flussi di pensiero. Proprio come SpaceX e Tesla, anche Neuralink punta a una visione a lungo termine in cui si ritiene che persone diverse abbiano un valore intrinseco diverso. In cui alcune persone hanno diritto a una vita migliore all’interno della catastrofe ecologica già in atto.</p>
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<p>Una scena dell’occupazione della foresta.</p>
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<p>Anche se non siete su X, ex Twitter, se state semplicemente camminando per le strade pubbliche, sarete comunque colpiti da questo uomo miserabile e dalle sue telecamere e dalla sua propaganda. Le posizioni di potere consentono uno sconfinamento permanente, un rapporto invasivo nei confronti di tutta la vita, che può essere fermato solo da una resistenza risoluta. Il “progresso tecnologico” del nostro tempo fornisce loro, i “tecno-fascisti”, uno strumento di possibilità con cui continuare ad aumentare lo sfruttamento e l’indescrivibile distruzione del nostro pianeta.</p>
<p>Nella sua abbondanza di potere, questo tipo può talvolta agire come un capo di Stato senza essere stato eletto. Dispone dei mezzi di produzione necessari e delle risorse “umane” per prendere decisioni politiche. Questo tipo può comprare capi di Stato o portare al potere partiti e politici, persino uno di nome Hitler. Questo tipo è la mente dietro i presunti decisori dei governi. Può imporre condizioni agli Stati o ridurre i capi di Stato a supplici. Il sistema patriarcale sforna tonnellate di persone di questo tipo, che ambiscono alla posizione di vertice perché corrisponde al modello patriarcale. Organizzano colpi di stato quando le cose non vanno come vorrebbero. Sono sostituibili. Solo il loro potere dà loro queste opportunità: senza potere, sono solo pomposi e ridicoli egocentrici. Per secoli hanno portato milioni di persone alla morte, distruggendo la natura come se appartenesse a loro. Se non distruggiamo il sistema che produce questi egocentrici, emergeranno nuovi esempi del loro genere. Quindi non si tratta (solo) di Elend Musk, ma anche di uno stile di vita imperiale che questi uomini ci stanno imponendo. Si tratta di una resa dei conti tra questo stile di vita imperiale e la libertà per tutte le persone.</p>
<p>Nonostante tutti i loro concetti di economia, questo tipo di persone rappresenta una minoranza su questo pianeta, una minoranza che crede che questo stile di vita imperiale sia l’unico giusto. La novità è che abbiamo superato molti dei punti di svolta che ci mostrano la natura finita di questo stile di vita distruttivo. Ci stiamo avvicinando ad altri punti critici a una velocità mozzafiato. Anno dopo anno, mese dopo mese, giorno dopo giorno.</p>
<p>(Se tutto il resto fallisce, Elend Musk e una manciata di subalterni fuggiranno dalle conseguenze di questo stile di vita imperiale e insulteranno Marte con la loro presenza. Ma i nostri forti alleati extraplanetari lo stanno già aspettando; le tempeste solari faranno schiantare il suo razzo, come hanno già fatto con il 30% dei satelliti che ha messo nello spazio in precedenza. Quindi vinceremo noi.)</p>
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<p>Un <a href="https://crimethinc.com/2022/12/02/whose-tweets-our-streets-a-new-poster-and-zine-for-an-offline-media-offensive">manifesto</a> contro Elon Musk e il potere dei miliardari in generale, affisso su una strada di Pittsburgh nel 2022.</p>
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<p>Molte persone considerano ancora naturale e desiderabile questo stile di vita e la presunta ricchezza ad esso associata. Molte persone, sbagliate e fuorvianti, confondono i possedimenti e la ricchezza materiale con la libertà e la felicità. L’ignoranza, la manipolazione e la paura hanno plasmato generazioni di persone. Siamo ridotti al lavoro e al consumo e degradati a uno stile di vita imperiale. Questa ricchezza materiale a spese di altre persone è un’accusa alla “civiltà”. Questo stile di vita non rende felici nemmeno i suoi beneficiari. Le alternative vengono rese invisibili o distrutte non appena emergono. Gli approcci che potrebbero giovare all’umanità senza generare denaro o potere vengono delegittimati. I modi di vita indigeni che si relazionano con la natura e la sua protezione vengono spazzati via. Gli approcci emancipatori che affrontano le radici del problema sono stati annegati nel sangue in tutte le epoche. Oppure i movimenti rivoluzionari vengono corrotti, infiltrati, i loro “leader” comprati per garantire il dominio e il progresso della distruzione per altri decenni.</p>
<p>Di conseguenza, alla vigilia dell’8 marzo, abbiamo acceso un faro contro il capitale, il patriarcato, il colonialismo e Tesla. Contrastiamo il continuo abuso della terra con il sabotaggio. L’ideologia della crescita economica illimitata e la fede nel progresso basato sulla distruzione hanno raggiunto la loro fine. Tutti gli ostacoli sono stati messi da parte per giganti come Tesla, al fine di rendere l’Europa un “luogo di investimento di prima classe con un forte ecosistema industriale”. Ma qualcosa sta sfuggendo. Noi, un’ampia e variopinta resistenza, stiamo rimettendo gli ostacoli al loro posto. Siamo i cumuli di macerie e i granelli di sabbia negli ingranaggi di una macchina che avanza inflessibile. Siamo i fattori di disturbo nella sala macchine. Siamo i disperati e gli emarginati. Siamo persone della classe media in Germania o migranti in fuga. Possiamo essere molte persone nella foresta, nelle case sugli alberi e per strada; possiamo essere gruppi di sabotaggio occulti come il nostro. Potrebbero esserci anche persone nella gigafactory che si vendicheranno sulle macchine del loro caporeparto per le condizioni di lavoro a cui le costringe. Possiamo essere catturati, picchiati, umiliati, aggrediti o uccisi, ma siamo nel giusto. Solo la violenza può tenerci a terra. Ma ci rialzeremo. E altri verranno dopo di noi.</p>
<p>Condividete questa dichiarazione. Traducetela e inviatela ad altre persone che partecipano alla lotta globale.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/08/13.jpg" /> <figcaption>
<p>Occupazione di una casa nella foresta.</p>
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<p>Con il nostro sabotaggio, ci siamo posti l’obiettivo di infliggere il più grande blackout possibile alla Gigafactory. Abbiamo escluso di mettere in pericolo la nostra vita e quella di altre persone. L’arresto della produzione dell’industria automobilistica è l’inizio della fine di un mondo di distruzione. Il nostro falò di liberazione era rivolto al sistema che fornisce elettricità a Tesla. Volevamo colpire la linea aerea di un traliccio dell’alta tensione nel collegamento con i cavi sotterranei in corrispondenza dei manicotti impermeabili e mandare in cortocircuito i sei cavi da 110 kV al suo interno. Per farlo, abbiamo aperto il pozzo fino alle giunzioni dei cavi, che erano in parte sott’acqua. Abbiamo comunque flambato i cavi elettrici esposti e, in combinazione con l’acqua, questo potrebbe aver causato un cortocircuito. I danni alle giunzioni dei cavi sono spesso lunghi e costosi da riparare. Allo stesso tempo, abbiamo fatto in modo che il fuoco fosse grande e alto, con molti pneumatici di auto, per indebolire la struttura in acciaio e rendere l’albero instabile.</p>
<p>Un albero in acciaio fonde solo a circa 1300-1500 gradi. Poiché stavamo lavorando con una generazione di calore di circa 900 gradi, l’obiettivo era quello di modificare le proprietà meccaniche dell’albero. In una struttura portante in acciaio, un incendio rapido e di grandi dimensioni che brucia a 500 gradi o più può causare una perdita di resistenza e alterare la rigidità, la resistenza alla trazione e l’elasticità del metallo. Questo può portare a effetti di instabilità, torsione o deflessione. Questa era la nostra intenzione.</p>
<p>Ci sentiamo legati a tutte le persone che combattono nel mondo e che le nostre parole raggiungono.</p>
<p>Ci sentiamo legati a tutte le persone che non si lasciano chiudere da Tesla. Se vogliamo vincere contro giganti come Tesla, abbiamo bisogno di molte forme di resistenza. La nostra è una delle tante. Imprevedibili e diversi, solo insieme possiamo costringere il Ministero dell’Economia del Brandeburgo a rispettare la volontà della popolazione.</p>
<p>Il Ministro dell’Economia Jörg Steinbach (SPD) considera il risultato del voto degli abitanti di Grünheide (71% contro l’espansione della fabbrica Tesla) solo un voto importante. Vede il voto soprattutto come una “opportunità di guarigione”, il che significa che Tesla non è riuscita a convincere i cittadini e che l’azienda deve ancora fare i compiti a casa per dividere, comprare, convincere e persuadere la popolazione. Non accetta il “no” del pubblico e chiede a Tesla di ammorbidire la sua posizione entro maggio.</p>
<p>Ognuno è libero di essere apertamente o segretamente felice della nostra azione. Chiunque si senta costretto a prendere le distanze dovrebbe chiedersi: perché? E chi ci guadagna?</p>
<p>Insieme metteremo Tesla in ginocchio. Spegnimento per Tesla.</p>
<p>Un saluto a tutti coloro che sono in fuga, nella clandestinità, nelle prigioni e nella resistenza!</p>
<p>Amore e forza a tutti gli Antif@!</p>
<p>Chiudete il Gruppo Tesla Volcano!</p>
<ul>
<li>Un <a href="https://www.tagesspiegel.de/potsdam/brandenburg/linksextremisten-bekennen-sich-zu-brandanschlag-tesla-chef-nennt-nennt-tater-dummste-oko-terroristen-11313151.html">resoconto dei media aziendali sull’azione</a></li>
</ul>
<p>Siamo stati ispirati da una serie di azioni:</p>
<ul>
<li>“<a href="https://www.antifa-frankfurt.org/2023/09/12/dokumentation-teslas-flambiert/">Spegnere il sistema di distruzione</a>!”. (settembre 2023)</li>
<li>“Attivisti per il clima e contro la guerra per il blocco economico di Tesla e DB-Tren Maya”-<a href="https://de.indymedia.org/node/179908">rivendicazione dell’azione</a> e <a href="https://de.indymedia.org/node/180652">ulteriore discussione</a> (marzo 2022)</li>
<li>Il 7 febbraio 2024 due Tesla a Rummelsburg e l’8 febbraio due stazioni di ricarica Tesla a Vulkanstraße (!) sono state <a href="https://switchoff.noblogs.org/post/2024/02/08/fahrzeuge-und-ladestationen-von-tesla-abgefackelt/">date alle fiamme</a>.</li>
<li>Dal Gruppo Volcano: “<a href="https://de.indymedia.org/node/149209">Contro il progresso della distruzione, attacco incendiario all’alimentazione dell’impianto Tesla di Berlino-Brandeburgo</a>” (maggio 2021)</li>
<li>Ulteriori informazioni su Tesla e la sorveglianza: “Auto come telecamere” pagina 26, <a href="https://www.anarchistischefoderation.de/autonomes-blaettchen-nr-55/">Autonomes Blättchen</a></li>
</ul>
<hr />
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/08/6.jpg" />
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<div class="footnotes" role="doc-endnotes">
<ol>
<li id="fn:8" role="doc-endnote">
<p>Oltre il 70% dei circa 9200 residenti ha votato, il 65% dei quali si è opposto al piano di espansione. <a href="#fnref:8" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:2" role="doc-endnote">
<p>Per anni, i gruppi di tutela della natura si sono opposti alla fabbrica a causa del suo <a href="https://brandenburg.nabu.de/umwelt-und-ressourcen/28745.html">consumo di acqua</a> e del fatto che <a href="https://taz.de/Grenzwertueberschreitungen-im-Abwasser/!5992068/">supera continuamente</a> i limiti massimi di legge per il rilascio di azoto e fosforo nell’acqua. <a href="#fnref:2" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:3" role="doc-endnote">
<p>Secondo <em><a href="https://english.elpais.com/economy-and-business/2022-02-14/how-nations-sitting-on-lithium-reserves-are-handling-the-new-white-gold-rush.html">el País</a>,</em> “Nel luglio 2020, un utente di Twitter ha affrontato Elon Musk, capo del principale produttore di veicoli elettrici Tesla, sostenendo che gli “Stati Uniti hanno organizzato un colpo di stato in Bolivia” solo perché Musk potesse avere accesso al litio del Paese. “Faremo un colpo di stato a chi ci pare! Fattene una ragione!” ha risposto l’imprenditore in un tweet che è presto scomparso; l’unica traccia rimasta è uno screenshot in un articolo di giornale.” <a href="#fnref:3" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:4" role="doc-endnote">
<p>Nel novembre 2023, il primo ministro del Portogallo è stato costretto a <a href="https://www.reuters.com/world/europe/portuguese-anti-mining-groups-urge-suspension-lithium-projects-after-pms-2023-11-08/">dimettersi</a> da un’indagine sulla corruzione nella gestione da parte della sua amministrazione di presunti accordi sull’energia “verde”. Nonostante i danni che l’estrazione del litio ha già provocato in Portogallo, sono in programma nuove miniere di litio a cielo aperto nel nord del Paese. <a href="#fnref:4" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:5" role="doc-endnote">
<p>Volswagen ha provocato <a href="https://asia.nikkei.com/Business/Automobiles/Volkswagen-slammed-by-investors-group-over-forced-Uyghur-labor">diverse accuse</a> di aver utilizzato manodopera uigura forzata nella sua joint venture con la società statale cinese SAIC Motor. <a href="#fnref:5" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:1" role="doc-endnote">
<p>Un sindacato “giallo” è un’organizzazione sindacale dominata da un datore di lavoro e quindi non è un sindacato indipendente. <a href="#fnref:1" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:6" role="doc-endnote">
<p>Il <a href="https://www.aol.com/finance/ever-argument-another-car-win-141725737.html">resto</a> di questo passo è altrettanto inquietante. <a href="#fnref:6" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:7" role="doc-endnote">
<p><a href="https://crimethinc.com/2023/11/26/back-to-the-future-the-return-of-the-ultraliberal-right-in-argentina">Javier Milei</a>. <a href="#fnref:7" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div>
https://crimethinc.com/2024/03/07/2023-in-cile-50-anni-di-golpe-militare-il-consolidamento-neoliberale-dopo-la-rivolta-del-20192024-03-07T20:10:36Z2024-03-15T14:51:07Z2023 in Cile: 50 anni di golpe militare : Il consolidamento neoliberale dopo la rivolta del 2019I membri dell'Assemblea Anarchica del Biobío ripercorrono gli eventi in Cile fino al 2023, raccontando le conseguenze della cooptazione della rivolta del 2019.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/07/header-b.jpg" /></figure>
<p>Nel 2019, in Cile è scoppiata una <a href="https://crimethinc.com/2020/10/15/chile-looking-back-on-a-year-of-uprising-what-makes-revolt-spread-and-what-hinders-it">rivolta</a> che ha strappato il controllo delle strade alla polizia e ai politici. Alla fine, le autorità sono riuscite a reindirizzare questo slancio in uno sforzo per sostituire la costituzione, essa stessa una reliquia della brutale dittatura di Augusto Pinochet. Il tentativo di ratificare una costituzione più in linea con i valori dei manifestanti <a href="https://crimethinc.com/2022/09/20/from-uprising-to-plebiscite-street-victories-electoral-defeats-perspectives-from-chile-on-the-constitutional-plebiscite">fallì</a>, tuttavia, illustrando i <a href="https://crimethinc.com/2021/05/28/chile-the-hot-potato-changes-hands-but-what-does-victory-for-the-left-mean-for-autonomous-movements">rischi</a> di incanalare i movimenti di base nella ricerca di un cambiamento attraverso mezzi istituzionali.</p>
<p>Di conseguenza, una destra risorgente ha ripreso l’iniziativa in Cile, mentre i politici di sinistra saliti al potere si sono subordinati al mercato e alla polizia. A tutt’oggi, il Cile è governato secondo la Costituzione introdotta in seguito al colpo di Stato militare. Nel seguente <a href="https://lapeste.org/asamblea-anarquista-del-bio-bio-2023-en-chile-50-anos-del-golpe-militar-y-plebiscito-constituyente/">resoconto</a>, i membri dell’Assemblea Anarchica del Biobío ripercorrono questa storia fino alla fine dell’anno 2023, raccontando le conseguenze della cooptazione della rivolta del 2019.</p>
<p>Forse la morale di questa storia è che, piuttosto che tentare semplicemente di riformare le istituzioni al potere, i partecipanti ai movimenti di liberazione devono intendersi come coloro che devono attuare direttamente i cambiamenti che desiderano.</p>
<hr />
<p><em>Potete ascoltare un’intervista con due membri dell’Assemblea Anarchica del Biobío nell’<a href="https://crimethinc.com/podcasts/the-ex-worker/episodes/73">ultimo episodio</a> della nostra serie di podcast <strong>Radio Evasión</strong> sulla rivolta cilena del 2019. Notiamo che l’ex presidente cileno <a href="https://crimethinc.com/2024/02/08/theres-no-such-thing-as-a-free-helicopter-ride-on-the-death-of-sebastian-pinera">Sebastián Piñera</a> è morto in un incidente in elicottero dopo gli eventi esaminati di seguito, un caso di giustizia poetica se mai ce n’è stato uno.</em></p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/07/2.jpg" /> <figcaption>
<p>Il fiume Biobío.</p>
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<hr />
<h1 id="in-cile">2023 in Cile</h1>
<p>Nel 2023, in Cile si celebra il cinquantesimo anniversario del colpo di stato militare che nel settembre 1973 cambiò la storia del Paese, istituendo un laboratorio neoliberale che è servito da modello e che si sta ancora espandendo in vari angoli del pianeta. Dopo mezzo secolo, le ferite del passato non si sono ancora rimarginate: continua l’impunità di molti violatori dei diritti umani, è ancora in vigore la Costituzione redatta durante la dittatura e, di conseguenza, non c’è una condanna ufficiale delle scuse per il terrorismo di Stato.</p>
<p>Negli anni precedenti alla commemorazione, il clima politico è stato plasmato dal processo che si è aperto nel 2019 con la rivolta popolare che ha scosso il Paese per diverse settimane: un potente rifiuto dei decenni di precarizzazione che l’esperimento neoliberista ha imposto alla vita della gente comune. Il disincanto nei confronti di una classe politica che dalla fine della dittatura e dal ritorno della democrazia nel 1990 si è dedicata all’approfondimento di questo modello si è trasformato in una rabbia che ha inondato le strade di violenza e di scontri con la polizia e i militari come mai si era visto prima. Allo stesso tempo, nei quartieri e nelle comunità sono sorte assemblee spontanee che hanno discusso le possibilità e sperimentato la politica e l’organizzazione sociale in modi che la democrazia non aveva mai offerto.</p>
<p>Quasi un mese dopo l’inizio delle manifestazioni, l’intera classe politica chiuse i ranghi contro l’insurrezione e i partiti politici firmarono l’<em>Acuerdo por la Paz</em> [“Accordo per la pace”], che includeva la partecipazione della nuova sinistra istituzionale rappresentata da Gabriel Boric - una vetrina che gli permise di aumentare il suo profilo mediatico, di stringere un patto con l’élite e, infine, di essere eletto presidente. L’<em>Acuerdo</em> ha impegnato lo Stato in un processo di elaborazione di una nuova costituzione, che è stato sbandierato dalla classe politica ma è servito semplicemente a ricostruire la fiducia popolare nell’élite, nello Stato e nelle sue istituzioni, che erano state screditate dall’inizio della rivolta. Allo stesso tempo, la popolazione ha subito ancora una volta massicce violazioni dei diritti umani per mano della polizia e dell’esercito, che ha inflitto 31 morti e 11.000 feriti, compresi i traumi oculari a 460 persone a seguito di attacchi da parte di personale in uniforme.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/07/1.jpg" /> <figcaption>
<p>Una manifestazione femminista in Cile il 2 novembre 2019, dopo i primi casi durante la rivolta in cui i carabineros hanno intenzionalmente inflitto danni agli occhi dei manifestanti.</p>
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<p>L’istituzionalizzazione delle lotte popolari come conseguenza dell’Accordo di pace ha esacerbato il naturale logorio derivante da settimane di proteste di piazza e dalle misure di isolamento e contenimento adottate contro i partecipanti più radicali alla rivolta. Ciò ha abbassato la temperatura delle strade, tanto che il movimento è stato infine seppellito durante la pandemia COVID-19 attraverso le restrizioni alla mobilità imposte dallo Stato.</p>
<p>Con i militari che hanno ripreso il controllo delle strade, l’attenzione si è spostata nuovamente sulla politica tradizionale e l’élite ha incanalato abilmente l’energia della rivolta nel processo di stesura di una nuova Costituzione come via d’uscita dalla crisi. Questo ha creato un ciclo turbolento che ha coinvolto plebisciti costituzionali, campagne elettorali ed elezioni presidenziali in meno di tre anni, con due conseguenze. Da un lato, ha dato nuova vita alle istituzioni politiche che la rivolta aveva messo in discussione. Dall’altro, ha generato nella popolazione un profondo esaurimento e persino una certa noia nei confronti della politica e delle lotte sociali.</p>
<p>Quest’ultima è la conseguenza degli ultimi tre anni. Nel plebiscito costituzionale dell’ottobre 2020, una maggioranza del 78% ha votato a favore della stesura di una nuova Costituzione. La stesura di una nuova Costituzione è stata affidata a una serie di convenzioni costituzionali, composte da rappresentanti eletti nel maggio 2021, la maggior parte dei quali indipendenti dai partiti politici e più o meno allineati con le richieste espresse in strada. Questa convenzione ha lavorato durante una campagna presidenziale in cui la sinistra era favorevole ai lavori della convenzione e la destra era contraria. Gabriel Boric ha vinto le elezioni presidenziali del novembre 2021. Tuttavia, nonostante abbia fatto una campagna elettorale all’insegna della rivolta e contro la classe politica tradizionale, gli sono bastati pochi mesi al potere per mostrare il suo vero volto, governando a fianco dei partiti neoliberali e portando avanti il modello neoliberale.</p>
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<img src="https://www.elciudadano.com/wp-content/uploads/2024/02/pinera.jpg" /> <figcaption>
<p>Sebastián Piñera alla guida del Cile nel 2019, affiancato da ufficiali militari. Dal 1973 a oggi, sia la forza dei militari che gli stratagemmi della democrazia hanno giocato un ruolo nell’imporre il capitalismo neoliberale alla popolazione.</p>
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<p>Allo stesso tempo, i lavori della Convenzione costituzionale sono stati ostacolati dagli scandali mediatici che hanno coinvolto alcuni dei redattori. La destra ne ha approfittato con una campagna diffamatoria, insieme ad altre notizie errate e false, tutte mirate a infettare l’opinione pubblica con la paura dei cambiamenti proposti dalla Convenzione costituzionale. Data la situazione, il voto plebiscitario per decidere se approvare la nuova Costituzione è stato reso obbligatorio per tutti gli elettori cileni aventi diritto. Questo ha cambiato completamente lo scenario e i risultati elettorali previsti, portando a una sorprendente e schiacciante bocciatura del progetto di costituzione nel settembre 2022.</p>
<p>Ciononostante, il processo doveva continuare per rispettare i risultati del primo plebiscito, che aveva richiesto al Cile una nuova Costituzione. Ciò significava che era necessario eleggere una seconda convenzione costituzionale, ma questa volta in un clima politico di rassegnazione e di esaurimento popolare, manifestato da un minore entusiasmo per le candidature indipendenti tra i redattori. La diminuzione dell’entusiasmo per le nuove voci politiche ha permesso alla classe politica di salvaguardare la partecipazione dei partiti tradizionali, fissando alcuni seggi nella Convenzione costituzionale per i membri del Congresso - precedentemente esclusi dagli elettori dalla prima Convenzione costituzionale - per partecipare al processo di elaborazione. Di conseguenza, la destra pro-Pinochet vinse le elezioni del maggio 2023 con un ampio margine e iniziò a redigere la nuova proposta costituzionale in una situazione in cui la maggior parte della popolazione era completamente disaffezionata al processo.</p>
<p>Nel settembre 2023 ricorreva il 50° anniversario del colpo di Stato militare, in un clima di polarizzazione favorito dalla stampa e, allo stesso tempo, di diffusa indifferenza popolare nei confronti dell’argomento, dovuta all’esaurimento della politica in generale. Nonostante tutto, esistono ancora gruppi organizzati tra la popolazione che hanno organizzato commemorazioni del 50° anniversario in tutto il Paese, in uno scenario politico che non ha ancora chiuso le ferite del passato e in cui è ancora in vigore la peggiore eredità della dittatura, il neoliberismo.</p>
<p>In questo contesto, la destra ha cercato di introdurre una sorta di revisionismo storico per sbiancare la dittatura, esemplificato dalla falsa equivalenza che l’ex presidente Sebastián Piñera ha fatto tra il colpo di Stato militare del 1973 e la rivolta del 2019, sostenendo che si trattava di momenti di rottura democratica. Questo spiega la reazione della classe politica dopo la rivolta e lo sforzo di prevenire future rivolte rafforzando le leggi repressive che danno più poteri alla polizia. Una di queste leggi è la cosiddetta Legge sul grilletto facile, approvata in aprile, che stabilisce la “legittima difesa privilegiata”: in altre parole, se un agente di polizia o un militare usa la sua arma d’ordinanza, si presume che sia stata “usata correttamente” quando agisce per legittima difesa.</p>
<p>A questa legge ha fatto seguito la Legge Anti-Tomas, che facilita gli sgomberi delle proprietà e delle terre occupate. Questa legge colpisce migliaia di persone che devono ricorrere all’occupazione di terre per vivere, oltre ad accentuare il conflitto tra lo Stato e il popolo Mapuche che cerca di recuperare le terre ancestrali usurpate dai latifondisti e dalle imprese forestali. Il 27 novembre, tre giorni dopo la promulgazione della Legge Anti-Tomas, la comunità mapuche Aylla Varela è stata la prima a essere sgomberata dopo aver occupato una fattoria nel comune di Collipulli per rivendicare queste terre.</p>
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<p>“Solidarietà con il popolo Mapuche”. Un manifesto dell’Assemblea anarchica del Biobío.</p>
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<p>A livello simbolico, il sostegno del nuovo governo “progressista” alle forze di repressione era già chiaro a tutti quando Boric si è insediato e ha mantenuto Ricardo Yáñez, che aveva guidato la polizia responsabile della repressione della rivolta. Una volta eletto, Boric ha anche cambiato la sua retorica: in campagna elettorale aveva preso duramente di mira l’ex presidente Piñera, accusandolo di essere responsabile della repressione durante la rivolta, ma con il passare dei mesi lo ha descritto come un “democratico”.</p>
<p>Il modello di governance neoliberale è stato aggiornato per diventare più sofisticato nel campo della repressione; ma questo è anche accompagnato da una modernizzazione dell’estrattivismo neoliberale. Sotto il nuovo governo, l’estrattivismo ha assunto un aspetto apparentemente più ambientalista, ma in realtà il saccheggio capitalista del Paese continua, con nuovi progetti forestali, estrazione di litio e impianti di idrogeno verde.</p>
<p>L’anno 2023 si è concluso con il plebiscito del 17 dicembre, in cui gli elettori hanno respinto la proposta della seconda convenzione costituzionale, quella a maggioranza di destra, una proposta pessima almeno quanto la Costituzione in vigore dalla dittatura. In questo modo si è chiuso il processo costituente che la classe politica aveva aperto in risposta alla rivolta, lasciando l’impressione che qui, nella culla del neoliberismo, tutto sia cambiato perché tutto rimanga uguale.</p>
<p>Assemblea anarchica del Biobío, regione cilena.
Gennaio 2024.</p>
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https://crimethinc.com/2024/03/06/germania-di-nuovo-in-piazza-contro-il-fascismo-intervista-12024-03-06T22:39:47Z2024-03-11T17:33:51ZGermania: Di nuovo in piazza contro il fascismo : IntervistaGli antifascisti esplorano la recente ascesa della politica fascista in Germania e il potenziale delle attuali mobilitazioni di strada contro di essa.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/06/header.jpg" /></figure>
<p>Il partito di estrema destra <em>Alternative für Deutschland</em> (“Alternativa per la Germania”, AfD) sta guadagnando slancio nella politica tedesca dal 2017, quando <a href="https://crimethinc.com/2017/10/01/the-rise-of-neo-fascism-in-germany-alternative-fur-deutschland-enters-the-parliament">è entrato in parlamento</a>. Il 10 gennaio 2024, il gruppo di giornale investigativo Correctiv ha pubblicato un rapporto secondo cui, nel novembre precedente, membri di spicco dell’AfD si erano incontrati con un membro del “Movimento Identitario” (un partito fascista ed etno-nazionalista paneuropeo) in una villa fuori Berlino per ideare un complotto per deportare milioni di immigrati, compresi quelli con cittadinanza tedesca. Ciò ha provocato un’<a href="https://apnews.com/article/germany-far-right-protests-extremism-afd-747b80d0865a22679aea02ac3aa7ef75">ondata di manifestazioni</a> in tutta la Germania. Nella traduzione e nell’intervista che seguono, gli antifascisti tedeschi esplorano l’ascesa della politica fascista in Germania e il potenziale delle mobilitazioni contro di essa.</p>
<p>Sebbene l’ondata iniziale di manifestazioni sia passata, continuano a svolgersi manifestazioni più piccole, soprattutto nelle piccole città della Sassonia. Una <a href="https://pirna-ist-bunt.de/">protesta</a> è prevista a Pirna il 26 marzo, quando il primo politico dell’AfD giurerà come sindaco di una città. Mentre i partiti fascisti guadagnano terreno in tutta Europa, è urgente coinvolgere più persone negli sforzi materiali per fermarli.</p>
<p><em>Grazie a <a href="https://www.jannis-grosse.com/">Jannis Grosse</a> per le fotografie.</em></p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/03/06/1.jpg" /> <figcaption>
<p>“AfD=Fascismo”. Sabato 24 febbraio 2024, circa 350 antifascisti hanno marciato in memoria di Mehmet Turgut a Rostock. Vent’anni fa, il 25 febbraio 2004, Mehmet fu assassinato dai nazisti in uno snack bar del quartiere di Rostock-Toitenwinkel. Alla manifestazione del febbraio 2024, gli oratori hanno chiesto che la strada dove Turgut è stato assassinato venga intitolata a suo nome, come la sua famiglia desidera da dieci anni. Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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<hr />
<h1 id="never-again-is-nowhttpsblack-mosquitoorgmediaresized1170x658vesblognever-again-is-nowjpg-con-tutti-i-mezzi-contro-i-nazisti"><a href="https://black-mosquito.org/media/resized/1170x658/ves/blog/never-again-is-now.jpg">Never Again Is Now</a>! Con tutti i mezzi contro i nazisti</h1>
<p><em>Dichiarazione di <a href="https://black-mosquito.org/en/blog/news/nie-wieder-ist-jetzt-02-2024.html">Black Mosquito</a>, un progetto anarchico di distribuzione con sede a Flensburg.</em></p>
<p>Chi se lo sarebbe aspettato? Improvvisamente, milioni di persone in Germania sono scese in piazza contro lo spostamento a destra e il fascismo dell’AfD, e a favore di una società basata sulla solidarietà. Un numero record ha superato l’altro, numerosi raduni e manifestazioni non sono riusciti a decollare a causa del sovraffollamento: a <a href="https://www.instagram.com/p/C2XrwFkrUms/?img_index=1">Flensburg</a>, la manifestazione ha attraversato la città in un cerchio chiuso. Sempre più piccole città, in una campagna che si suppone tranquilla per i nazisti, riportano <a href="https://www.instagram.com/p/C2xAk_Ct214/">proteste</a>, incontrando in <a href="https://twitter.com/aushoywoj/status/1753371492933345563">alcuni casi</a> ostacoli enormi. Anche noi siamo in qualche modo commossi, lieti di vedere una pausa dal letargo.</p>
<p>E sì, c’è molto da criticare. Ora coloro che si sono appena lasciati inseguire politicamente in parlamento dall’AfD, che hanno appena fatto approvare politiche di deportazione più severe e misure di impoverimento, si atteggiano ipocritamente a salvatori della democrazia e dei diritti umani. Nel corso della protesta, si sta tentando di far giurare a tutti di tornare alla nazione che è diventata di nuovo buona con gesti antifascisti e politiche antisociali; un giuramento alla democrazia parlamentare e all’economia liberale, che hanno creato molte di queste ingiustizie e il terreno fertile per il fascismo in primo luogo (per saperne di più, ad esempio, nella nostra traduzione di <a href="https://black-mosquito.org/de/crimethinc-from-democracy-to-freedom-der-unterschied-zwischen-regierung-und-selbstbestimmung.html">Dalla democrazia alla libertà</a>). Auspichiamo interventi, contenuti e <a href="https://antifa-ak.org/nicht-zynisch-werden-ein-debattenbeitrag-zu-den-antifaschistischen-grossprotesten-und-was-sie-fuer-das-wahljahr-2024-bedeuten-koennten/">testi</a> critici. Ma in tutto questo non dobbiamo cadere nella trappola della grande politica e confondere coloro che scendono in piazza con noi e che magari fanno parte di qualche gruppo locale associato a qualche partito di sinistra-liberale con la politica di quel partito stesso. La maggioranza delle persone è al nostro fianco per convinzione e per un chiaro rifiuto della politica fascista.</p>
<p>Alcuni di noi ricordano la “rivolta dei decenti” [nel 2000], quando centinaia di migliaia di persone scesero in piazza contro un attentato incendiario antisemita e altri atti di violenza della destra. Anche se le masse tornarono rapidamente ai loro comodi divani, le manifestazioni aprirono spazi in cui le persone potevano trovarsi, connettersi e fare rete. Sono stati momenti in cui le persone hanno avuto un colpo di coda, in cui noi antifascisti di paese non ci siamo sentiti soli e i fascisti non hanno osato scendere in piazza con tanta sicurezza. Questi legami e gruppi sono rimasti in seguito - e alcuni di essi lo sono ancora oggi.</p>
<p>Se riusciremo a trarre qualcosa di simile da questo slancio, avremo guadagnato molto. Se migliaia di persone scenderanno in piazza ancora e ancora in risposta al prossimo scandalo sui piani fascisti per un colpo di Stato, avremo guadagnato molto. Ma anche se rimanessero solo pochi antifascisti organizzati che possono agire con un maggiore sostegno nella società, anche questo sarebbe qualcosa. Perché, come la stessa AfD <a href="https://correctiv.org/aktuelles/neue-rechte/2024/01/17/geheimtreffen-in-potsdam-afd-mitarbeiter-bruestet-sich-mit-gewalt/">sa</a>, “Antifa [è] il più grande ostacolo per la destra”.</p>
<p>L’antifascismo significa molto di più di ampie alleanze nelle strade. Richiede ricerca, educazione, blocchi e interventi diretti e tangibili. Questo è esattamente il momento giusto per agire contro i luoghi di ritrovo fascisti locali, per creare nuove strutture e per unire le forze al di là dei confini ideologici. E in questo momento non dobbiamo dimenticare coloro che stanno affrontando la repressione per il loro presunto antifascismo pratico - ed è per questo che stiamo sostenendo la <a href="https://www.wirsindallelinx.org/noextradition/">campagna</a> contro l’estradizione degli antifascisti in Ungheria.</p>
<p>Siamo Tutti Antifa,</p>
<p>l’equipaggio del BM</p>
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<p>Quasi 100.000 persone manifestano contro l’estrema destra ad Amburgo il 28 gennaio 2024. Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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<h1 id="nelle-strade-contro-il-fascismo">Nelle strade contro il fascismo</h1>
<p><em>Abbiamo intervistato alcuni antifascisti del nord della Germania, attivi da molti anni in diversi gruppi. Hanno voluto mantenere l’anonimato.</em></p>
<p class="darkred"><strong>L’AfD ha accumulato un notevole slancio dopo la pandemia. Secondo un <a href="https://apnews.com/article/germany-afd-far-right-protests-bundestag-berlin-90d8497434a424ded198ce3d6d5fabb9">rapporto</a>, “Recenti sondaggi collocano il partito al secondo posto a livello nazionale con un sostegno di circa il 23%, molto al di sopra del 10,3% dei voti che ha ottenuto durante le ultime elezioni federali del 2021”. Perché l’AfD è riuscito a più che raddoppiare i suoi consensi in meno di tre anni? Qual è il contesto più ampio di questo cambiamento politico in Germania?</strong></p>
<p>Stiamo assistendo a un generale spostamento a destra. La coalizione di governo composta dai “partiti semaforo” - l’SPD [Partito Socialdemocratico] è rosso, Die Grünen [il Partito Verde] verde e l’FDP [Partito Democratico Libero] giallo, da cui il “semaforo” - sono difficilmente distinguibili nelle loro politiche. L’SPD e i Verdi, i presunti partiti di “sinistra”, sono spinti verso politiche neoliberiste dall’FDP, che li asseconda per paura di rompere la coalizione di governo. Inoltre, i principali “partiti popolari” [le <em>Volksparteien,</em> tra cui l’Unione Cristiano-Democratica, l’SPD, l’FDP e i Verdi] stanno tutti cercando di raccogliere voti dalla frangia di destra e di soddisfare le richieste di destra della maggioranza della società. E purtroppo, nella società tedesca esiste un potenziale di destra che ora ha trovato voce in un partito populista di destra attraverso l’AfD.</p>
<p>L’AfD si è anche strutturato meglio al suo interno, si è formato maggiormente e ha creato delle reti. Secondo diversi studi e sondaggi, l’AfD può attingere a un potenziale di elettori del 20-30% con le sue posizioni di estrema destra. È riuscito a mantenere questo nucleo di elettori. In seguito alla pandemia di coronavirus e alle misure di protezione del governo, è emerso un ambiente di protesta che rifiuta di impegnarsi in processi di negoziazione democratica ed è più interessato a costruire immagini personificate di un nemico. Questa immagine del nemico può essere usata per raffigurare élite presunte o reali, come i rappresentanti del governo, ma può anche prendere di mira figure della scienza e dei media affermati. Si tratta di un atteggiamento generalmente negativo basato su una visione del mondo autoritaria. L’obiettivo è mantenere e preservare i propri privilegi, il che significa opporsi a cambiamenti economici ed ecologici necessari.</p>
<p>L’AfD è riuscita a integrare nella sua narrazione il motivo di una presunta lotta delle élite contro il popolo. Questo gli permette di costituirsi come braccio parlamentare dei movimenti di protesta più giovani.</p>
<p class="darkred"><strong>In che misura si tratta di un conflitto tra diverse regioni della Germania? Quali sono le cause?</strong></p>
<p>C’è sempre stato un divario tra campagna e città. In città, ci sono strutture più borghesi e cosmopolite; queste possono anche essere razziste e di destra, naturalmente, ma tendono a non essere apertamente fasciste. Molti esponenti della destra si sono stabiliti in campagna, dove vivono e lavorano.</p>
<p>Anche le divisioni tra est e ovest sono un problema. Nella cosiddetta DDR (la Repubblica Democratica Tedesca, comunemente nota come Germania Est), c’era un presunto antifascismo di Stato, ma in realtà lo Stato semplicemente ignorava le strutture di destra. Ufficialmente, secondo il governo, non esisteva il neonazismo, anche se di fatto esisteva. Non c’erano quasi forze nella società civile che agissero contro la destra; c’era un piccolo movimento antifascista di base, ma era criminalizzato.</p>
<p>Dopo la riunificazione della Germania [nel 1990-1991], molti neonazisti della Germania occidentale si sono trasferiti a est e hanno iniziato a creare strutture. Di conseguenza, dal 22 al 24 agosto 1992, nel quartiere Lichtenhagen di Rostock, si verificarono i peggiori disordini contro gli immigrati a memoria d’uomo. I nazisti di tutta la Germania lo emularono e iniziarono i cosiddetti “Baseballschläger-Jahre” [gli anni della mazza da baseball]. Dal 1990 al 2000, il terrore di destra e la violenza di strada furono comuni, e non solo nei “neuen Bundesländern” [gli ex Stati della Germania orientale].</p>
<p>Più di trent’anni dopo, le conseguenze si fanno ancora sentire.</p>
<p>Le massicce proteste di strada nella Germania dell’Est si nutrono anche dell’esperienza di aver già superato un sistema in passato. Questo si traduce in riferimenti ai movimenti di protesta alla fine della DDR [la Repubblica Democratica Tedesca, nota come Germania Est], ma anche in slogan come “Noi siamo il popolo”. Non c’è stato un equivalente in Germania Ovest. In generale, i partiti conservatori dell’Occidente hanno cercato a lungo di non permettere l’emergere di attori politici efficaci alla loro destra. Tuttavia, i sostenitori di queste posizioni conservatrici revansciste, razziste e di destra si sono sentiti sempre meno rappresentati da un conservatorismo modernizzato, e l’AfD è stato in grado di sfruttare questa circostanza a suo vantaggio in Occidente.</p>
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<p>Una manifestazione ad Amburgo il 28 gennaio 2024. Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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<p class="darkred"><strong>Perché l’estrema destra ha avuto tanto successo nell’usare l’immigrazione come problema? Ci sono altre questioni che sono stati in grado di usare per costruire il loro sostegno?</strong></p>
<p>L’immigrazione è stata una questione importante in Germania, soprattutto dal 2015 in poi. La situazione sociale all’epoca era molto divisiva. I partiti populisti di destra, come l’AfD, e i gruppi fascisti, come Generazione Identitaria, hanno cercato di diffondere la paura dei migranti, utilizzando bugie come l’idea che i rifugiati rappresentino una minaccia per donne e bambini o che lo stato sociale non possa permettersi di accogliere i rifugiati. Quando i rifugiati si sono insediati in zone della Germania dove i residenti erano ostili e razzisti, i gruppi e i partiti di destra hanno guidato le proteste contro i campi profughi.</p>
<p>L’estrema destra ha sfruttato questa divisione per il reclutamento, mentre l’AfD ha affrontato la questione nelle campagne elettorali. In generale, i partiti di destra stanno attualmente guadagnando il sostegno di coloro che rifiutano le posizioni dei partiti consolidati (la coalizione “a semaforo”) sui temi del “cambiamento climatico” e del razzismo.</p>
<p class="darkred"><strong>Alcuni dei luoghi in cui l’estrema destra ha avuto maggior successo in Germania, come le piccole città della Germania orientale, e in tutta Europa, come l’Ungheria, non sono i luoghi in cui gli immigrati si recano per primi.</strong></p>
<p>In Germania c’è molto razzismo, che è condiviso anche nel mainstream della società. Questo tipo di razzismo funziona anche in assenza di immigrati veri e propri. Si tratta di pregiudizi, odio e atteggiamenti radicati come il nazionalismo e l’autoritarismo. Non c’è bisogno di migranti reali per rendere convincente questa ideologia. È più efficace quando le persone possono proiettare le loro paure su migranti immaginari.</p>
<p class="darkred"><strong>Confrontate l’ascesa dell’estrema destra in Germania con quanto è accaduto in altri Paesi europei, come Paesi Bassi, Italia, Francia, Ungheria e Stati Uniti.</strong></p>
<p>Possiamo notare molte analogie con l’ascesa dell’estrema destra in altri Paesi europei. Per esempio, in tutti questi Paesi, i partiti conservatori in particolare non riescono più a conciliare le politiche neoliberiste dell’Unione Europea con le richieste dei nazionalisti locali. In un certo senso, questo è il risultato dei tentativi di modernizzare i partiti conservatori aggiornando i loro programmi e la loro immagine pubblica, il che ha coinciso con una radicalizzazione di una parte della base conservatrice. Molti ex membri della CDU [l’Unione Cristiano-Democratica di Germania] si trovano ora nell’AfD. Stiamo assistendo a questa “crisi del conservatorismo” anche in molti Paesi europei. Molte persone sono attratte dall’idea di tornare al modello di Stati nazionali liberi di decidere sulla migrazione, sulla propria economia e su altri aspetti indipendentemente dagli sviluppi politici dell’UE; ritengono che ciò significhi superare un presunto svantaggio.</p>
<p>Un altro fattore è la politica migratoria comune dell’Unione Europea, che mira sempre più a chiudersi in se stessa, mentre allo stesso tempo i singoli Stati fanno ancora affidamento sull’immigrazione di determinate persone, come ad esempio gruppi professionali specializzati. Diversi partiti europei di destra sfruttano questa ambivalenza. Secondo la loro logica semplicistica, tutti i nostri presunti problemi sociali potrebbero essere risolti semplicemente chiudendo i singoli Stati al mondo esterno.</p>
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<p>Una manifestazione ad Amburgo il 28 gennaio 2024. Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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<p class="darkred"><strong>Quanto è stato importante l’articolo pubblicato dal gruppo di giornalisti investigativi Correctiv? In che misura pensa che le “informazioni rivelatrici” abbiano un ruolo da svolgere nella mobilitazione delle persone contro l’estrema destra?</strong></p>
<p>La ricerca è stata importante per far capire a un’ampia fetta della società cosa si cela dietro le idee e gli slogan dell’AfD e di altri partiti di destra. I legami tra conservatori (CDU) e populisti di destra (AfD) sono diventati ancora una volta evidenti. Il fatto che questa ricerca sia stata ripresa da quasi tutti i quotidiani, le televisioni e i media tradizionali ha contribuito a far sì che molte persone si presentassero alle manifestazioni.</p>
<p>Questi collegamenti non erano una novità per la sinistra radicale. Le informazioni, le reti e le strutture erano già note. Tuttavia, è di scarsa utilità se alcuni antifascisti radicali ne sono a conoscenza, ma non vengono comunicati alla società. La ricerca di Antifa è buona e importante, ma è anche importante come e dove le informazioni vengono inserite. E nonostante tutto l’amore per le grandi manifestazioni, esse sono così grandi perché i partiti affermati le promuovono e agiscono essi stessi come oratori. Questo è disonesto, perché la SPD e i Verdi sono colpevoli di razzismo e deportazioni, per il loro ruolo nell’inasprimento delle leggi, almeno quanto l’AfD e i fascisti lo sono di incitamento e violenza contro i rifugiati.</p>
<p class="darkred"><strong>Qual è stato l’impatto politico in Germania dei recenti cambiamenti nel panorama dell’informazione, con la diffusione della disinformazione e il controllo delle piattaforme dei social media da parte di fazioni rivali dell’élite?</strong></p>
<p>In Germania, il gruppo fascista “Identitäre Bewegung” è stato bandito da Facebook e YouTube prima di questo cambiamento. Questo ha avuto un impatto enorme su di loro. Gli ultimi cambiamenti non hanno fatto molta differenza in Germania rispetto agli Stati Uniti, tranne che su X/Twitter, dove i troll di destra hanno ricevuto un’enorme spinta.</p>
<p>I fascisti hanno sempre usato i social media. L’estrema destra utilizza da tempo canali di social media come Telegram e Instagram per la sua propaganda e il suo networking. Negli ultimi anni, tuttavia, ha utilizzato sempre più spesso anche TikTok. Le aziende/fornitori lasciano che i fascisti la facciano franca perché non possono essere ritenuti responsabili secondo la legge tedesca. La maggior parte delle aziende ha sede negli Stati Uniti, che hanno leggi molto più permissive di quelle tedesche per quanto riguarda l’uso di simboli nazisti, ad esempio. In Germania tali simboli sono vietati.</p>
<p>La scena dell’estrema destra e dell’ideologia cospirazionista ha creato i propri format mediatici che contribuiscono alla diffusione della disinformazione basata su narrazioni complottaste e, in alcuni casi, su notizie deliberatamente false. Hanno un certo successo, in parte perché questo tipo di consumo mediatico è adatto a confermare la loro visione del mondo. All’interno di questa visione del mondo, i mezzi di comunicazione affermati sono dipinti solo come portavoce delle élite o del governo e come inaffidabili o controllati. Ciò è problematico nella misura in cui va di pari passo con il rifiuto di cercare di comprendere processi complessi o dinamiche sociali o di entrare nel dibattito politico.</p>
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<p>Sabato 3 febbraio, dopo una partita di calcio ad Amburgo, diverse migliaia di persone si sono unite ai tifosi del FC St. Pauli per manifestare contro la politica di destra. “La stragrande maggioranza delle persone qui e nelle altre manifestazioni sta protestando non solo contro l’AfD, ma contro il crescente spostamento a destra - non ci interessa affatto quale partito lo stia spingendo”, ha dichiarato un oratore tra gli applausi all’inizio della manifestazione. Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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<p class="darkred"><strong>Descrivi l’ondata di proteste in Germania nelle ultime settimane. Chi ne ha beneficiato e in che modo?</strong></p>
<p>Le proteste consistono principalmente in grandi raduni e manifestazioni che coinvolgono sempre ampie coalizioni, sono non violente e vengono accettate dalla polizia. Questi sono segni che anche i partiti attualmente al potere sono interessati a queste manifestazioni. Come antifascisti, siamo più abituati ad essere attaccati dalla polizia e a cercare di impedirci di intraprendere azioni dirette contro i nazisti.</p>
<p>D’altra parte, molti attivisti ne hanno tratto vantaggio, soprattutto nelle città più piccole, dove le persone che da anni si battono per una società aperta e diversificata hanno finalmente visto un notevole aumento del loro numero. Soprattutto in luoghi con un’egemonia di destra nelle strade o nella politica, questi momenti possono dare forza, indipendentemente da quanto a lungo continueranno le proteste. Questa è probabilmente una delle maggiori sfide dei prossimi mesi: alcuni di coloro che stanno scendendo in piazza contro l’AfD si integreranno in processi organizzativi a lungo termine, o non sarà altro che un’espressione di indignazione di breve durata?</p>
<p class="darkred"><strong>Quali strategie stanno utilizzando i partiti politici centristi per cercare di incanalare e controllare questo movimento?</strong></p>
<p>Si presentano come veri antifascisti, tenendo discorsi alle grandi manifestazioni di coalizione o addirittura invocando le manifestazioni stesse. Inoltre, le grandi alleanze cercano talvolta di escludere le posizioni della sinistra o della sinistra radicale. Come promemoria: poche settimane fa, l’attuale governo ha approvato il più grande e palese inasprimento delle leggi sull’asilo degli ultimi anni. Allo stesso tempo, sono arrabbiati per l’AfD e il suo linguaggio. In termini di contenuto razzista, non c’è quasi differenza.</p>
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<p>Anarchici e antifascisti nelle mobilitazioni di massa. Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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<p class="darkred"><strong>Ci sono stati luoghi in Germania in cui gli antifascisti sono riusciti a sfruttare questa opportunità per entrare in contatto con le persone e costruire uno slancio? Quali strategie può proporre agli anarchici e agli antiautoritari per coinvolgere le persone e agire in questi momenti, quando un gran numero di persone è improvvisamente motivato a rispondere all’ascesa dell’estrema destra?</strong></p>
<p>A livello individuale e regionale, le persone si sono certamente politicizzate grazie alle grandi manifestazioni e cercano di creare una rete di contatti con gli esponenti della sinistra locale. Queste manifestazioni sono anche un buon modo per rassicurare i propri amici e compagni che non si è soli.</p>
<p>Ma finora le manifestazioni non hanno avuto alcun impatto sociale. L’AfD, che era l’obiettivo delle manifestazioni, è riuscito a guadagnare ancora più punti percentuali nei sondaggi per le prossime elezioni. Invitiamo i cittadini a partecipare attivamente a queste mobilitazioni. Create i vostri blocchi, siate presenti con striscioni e volantini e cercate di creare un’immagine di sinistra radicale. Inoltre, i politici che appartengono a partiti che sono a loro volta razzisti dovrebbero essere fischiati e costretti a scendere dal palco.</p>
<p>Inoltre, le manifestazioni non sono così grandi ovunque. Soprattutto nell’est o nelle campagne, le manifestazioni sono più piccole e a volte i neonazisti provocano la gente in disparte. Lì è importante proteggere le proprie strutture e scacciare i neonazisti.</p>
<p class="darkred"><strong>A lungo termine, cosa pensa che sia necessario per impedire all’estrema destra di salire al potere, per impedire ai partiti politici centristi di adottare le politiche dell’estrema destra e per costruire un movimento antifascista che possa trasformare la società?</strong></p>
<p>Il problema principale è che i partiti della coalizione “a semaforo” perseguono politiche neoliberiste in tutto e per tutto. La solidarietà e lo stato sociale sono solo parole vuote. Le misure di austerità vengono attuate ovunque e le paure di declino vengono fomentate tra le “classi medie”. Tuttavia, la maggioranza della società e gli altri fan dell’autoritarismo non cercano le cause nel sistema stesso, ma cercano capri espiatori da incolpare. I capri espiatori non includono solo la destra (come l’AfD), ma anche i partiti del semaforo, i poveri, i rifugiati e altri.</p>
<p>Dobbiamo fare una campagna per una maggiore solidarietà all’interno della società, dobbiamo proteggere in modo proattivo le nostre strutture e i nostri amici, sia dai nazisti che dai poliziotti. Dobbiamo utilizzare opzioni più militanti per affrontare la destra. Allo stesso tempo, dobbiamo evitare che la politica consolidata cooperi le grandi proteste.</p>
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<p>Manifestanti nel quartiere St. Pauli di Amburgo il 3 febbraio 2024. Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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<p>Alcuni antifascisti hanno temuto che, opponendosi ai partiti di estrema destra, potessimo spingere altri conservatori di destra a sostenerli. Ma i fascisti non nascono dall’opposizione al fascismo: sono il risultato di un reclutamento fascista di successo. Dovremmo cercare di allontanare le persone dall’estrema destra con ogni mezzo, ad esempio escludendo i membri dell’AfD da tutti gli eventi pubblici, comprese le riunioni di famiglia, i bar e i concerti. Non deve essere possibile per loro creare l’impressione di ricevere un tacito sostegno dal resto della popolazione, né coltivare un’aria di legittimità politica e sociale.</p>
<p>In alcune città tedesche, come <a href="http://antifaflensburg.blogsport.de/2016/11/26/schleswig-afd-kreisparteitag-gestoert/">Flensburg</a>, l’AfD non è riuscito a trovare luoghi per ospitare i propri eventi, e quando ha organizzato attività pubbliche ha incontrato una tale resistenza che queste si sono potute svolgere solo grazie a una forte presenza della polizia. Laddove l’AfD ha incontrato <a href="https://nationalismusistkeinealternative.net/category/vor-ort/schleswig-holstein/">una forte resistenza di strada</a>, non è stato in grado di aumentare la propria percentuale di voti in modo così significativo. Potrebbe trattarsi semplicemente di una correlazione, piuttosto che di una causalità, ma nessuno si unisce a un partito fascista per essere una vittima. Quando la partecipazione alle attività fasciste non li aiuta a raggiungere i loro obiettivi o a dare loro uno sbocco per la loro agency, possiamo sperare che alla fine si concentrino su altre cose.</p>
<p>-<a href="https://crimethinc.com/2017/10/01/the-rise-of-neo-fascism-in-germany-alternative-fur-deutschland-enters-the-parliament">L’ascesa del neofascismo in Germania</a> (ottobre 2017)</p>
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<p>Fotografia di Jannis Grosse.</p>
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https://crimethinc.com/2024/02/29/memorie-di-aaron-bushnell2024-02-29T11:48:39Z2024-03-13T08:56:42Z Memorie di Aaron BushnellNella raccolta che segue condividiamo la sintesi della sua politica, seguita dalle testimonianze di tre amici intimi di Aaron Bushnell.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/02/30/header.jpg" /></figure>
<p>Il 25 Febbraio, Aaron Bushnell si è dato fuoco davanti al cancello dell’ambasciata israeliana a Washington come <a href="https://crimethinc.com/2024/02/26/this-is-what-our-ruling-class-has-decided-will-be-normal-on-aaron-bushnells-action-in-solidarity-with-gaza">atto di protesta</a> contro il <a href="https://crimethinc.com/2024/02/13/human-rights-discourse-has-failed-to-stop-the-genocide-in-gaza-an-anarchist-from-jaffa-on-the-necessity-of-anti-colonial-strategies-for-liberation">genocidio</a> palestinese a Gaza. I critici ostili [a questo atto] hanno tentato di far passare l’azione di Aaron come la conseguenza di una malattia mentale. Al contrario, la scelta di Aaron è stata un’azione politica derivante dalle sue profonde convinzioni anarchiche. Nella raccolta che segue condividiamo la sintesi della sua politica, seguita dalle testimonianze di tre amici intimi di Aaron.</p>
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<p>Altare in onore alla vita di Aaron, eretto durante una veglia che i suoi amici hanno tenuto in suo ricordo (27 Febbraio).</p>
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<p>Come Aaron ha raccontato ai suoi compagni di un gruppo di mutuo soccorso di San Antonio, è cresciuto in un’enclave bianca, conservatrice e cristiana a Cape Cod. Aveva 18 anni quando Donald Trump è stato eletto; si è arruolato nell’aeronautica militare nel 2019. Mentre era nell’aeronautica, si è approcciato alla politica anarchica attraverso un processo di auto-formazione.</p>
<p>Nel Febbraio 2023, Aaron ha preparato un documento per aiutare questo gruppo e farlo diventare più coeso. Come ci ha raccontato un altro partecipante del gruppo, “Aaron ha cercato di formalizzare e maturare alcuni dei nostri metodi di organizzazione e ha ritenuto che la discussione profonda e aperta fosse un primo passo fondamentale per costruire una fiducia a lungo termine. Ha creato un elenco di domande in modo che il nostro gruppo di persone di sinistra mal organizzate si occupasse di mutuo soccorso e iniziasse una conversazione [con le altre persone].”</p>
<p>Nelle sue risposte a queste domande, Aaron dichiarava:</p>
<blockquote>
<p>Sono un anarchico, il che significa che credo nell’abolizione di tutte le strutture gerarchiche di potere, in particolare del Capitalismo e dello Stato… Considero il lavoro che facciamo come una lotta nella guerra di classe – guerra che la classe capitalista intraprende contro il resto dell’umanità. Questo indica anche il modo in cui voglio organizzarmi, poiché credo che qualsiasi struttura gerarchia di potere sia destinata a riprodurre le dinamiche di classe ed oppressione. Pertanto, voglio impegnarmi in forme di organizzazioni egualitarie che producano strutture di potere orizzontali, basate sull’aiuto reciproco e sulla solidarietà e che siano in grado di liberare gli esseri umani…</p>
<p>Sono favorevole ad un processo decisionale basato sul consenso piuttosto che ad una governance “democratica” o basata sul voto.</p>
</blockquote>
<p>Nello stesso documento, Aaron ha spiegato perché si è impegnato a svolgere un lavoro di mutuo soccorso e solidale con le persone senzatetto:</p>
<blockquote>
<p>“Sono sempre stato infastidito dalla realtà delle persone senzatetto, anche quando crescevo in una comunità conservatrice. Sono arrivato a credere nell’importanza delle politiche di solidarietà e considero la questione delle persone senzatetto come un fronte importante nella guerra di classe – che deve essere combattuta per il bene di tutti noi. Ritengo che aiutare i miei vicini senza casa sia un obbligo morale, una questione di giustizia sociale e una questione di buona politica. Se oggi non sto dalla parte di chi è più emarginato di me, allora chi sarà domani dalla mia parte?</p>
<p>Considero le persone senzatetto forzate (dalla struttura capitalistica, ndt) come un fallimento della società e un crimine contro l’umanità. Credo che nessuno meriti di essere privato delle necessità umane di base. Credo che la condizione involontaria delle persone senzatetto debba essere abolita.”</p>
</blockquote>
<p>Nei tre racconti che seguono, gli amici di Aaron condividono i loro ricordi su di lui e su come la sua vita abbia toccato le loro vite.</p>
<p>Se volete fare qualcosa in memoria di Aaron, potete fare una donazione al <a href="https://www.pcrf.net/">Palestine Children’s Relief Fund</a>, di cui ha parlato nel suo testamento.</p>
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<p>Aaron e i suoi amici guardano un eclisse solare.</p>
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<h1 id="aaron-vivra-per-sempre">“Aaron vivrà per sempre”</h1>
<p><em>Lupe</em></p>
<p>Aaron vivrà per sempre. Lo so, perché tutti coloro che sono stati amati da Aaron porteranno un po’ di lui nella loro anima e tutti coloro che hanno assistito al suo sacrificio lo porteranno nella loro mente. Aaron amava la vita. Sapeva che rinunciando ad essa, poteva dare al popolo palestinese la possibilità di conservare la propria. Aaron ha cambiato in modo permanente il tessuto del vostro essere. Lo sapete perché per il resto della vostra vita dovrete lottare, pensando cosa sacrificherete per la liberazione degli altri.</p>
<p>Il mio amico ha detto che Aaron, ovunque andasse, piantava alberi. Immagino questi semi piantati nei nostri cuori e nelle nostre menti. Germoglieranno e cresceranno fino a diventare alberi giganti e forti, con radici profonde, in grado di affrontare le molte battaglie che ci attendono su questo pianeta in fiamme. Rimarranno in piedi, come Aaron, finché non potranno più farlo; ma a quel punto i loro semi saranno stati piantati nei cuori dei nostri cari e cresceranno anch’essi come alberi. Continueranno questa lotta fino a quando [nascerà] il bellissimo mondo che Aaron sapeva che meritavamo.</p>
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<p>Aaron Bushnell.</p>
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<hr />
<h1 id="era-qualcuno-di-cui-avevamo-davvero-bisogno">“Era qualcuno di cui avevamo davvero bisogno”</h1>
<p><em>T Bear</em></p>
<p>Sembra che molte persone abbiano visto Aaron come un militare. Le persone di sinistra su internet e i media liberali sono stati veloci nel liquidare le sue parole e le sue azioni, e hanno scelto, invece, di giudicarlo sulla base di ideali puritani altrettanto cattivi – ideali che egli ha cercato di rifuggire per tutta la sua vita adulta.</p>
<p>Scrivo questo articolo sapendo che sarà letto dai compagni. Vorrei dire qualcosa di profondo, che ci faccia riflettere sul perché abbiamo la tendenza a trattare così rapidamente gli altri come oggetti usa e getta. Ma non credo di poterlo fare. Spero, invece, che porterete con me il peso di trovare una risposta a questa domanda.</p>
<p>Dopo una vita trascorsa a contatto con gli anarchici, è stato questo venticinquenne, aviatore, radicalizzatosi in poco tempo, con cui ho trascorso due anni, a mostrarmi le mie catene, molto prima della sua decisione di lasciare questa terra. Aaron aveva questo effetto su ogni persona che incontrava. Era incredibilmente impegnato nello sviluppare delle relazioni basate su una profonda fiducia e comprensione – e sarebbe stato il primo ad alzare le sopracciglia per una risposta sgarbata ad una domanda importante. Non ha mai lasciato che un potenziale danno rimanesse senza risposta. Ha incarnato più di chiunque altro io conosca lo spirito anarchico, “quel sentimento largamente umano che aspira al bene di tutti, alla libertà ed alla giustizia per tutti, alla solidarietà ed all’amore fra tutti”.<sup id="fnref:1" role="doc-noteref"><a href="#fn:1" class="footnote" rel="footnote">1</a></sup></p>
<p>Era qualcuno di cui avevamo davvero bisogno qui. Vi incoraggio a ricordare le parole e le azioni di Aaron la prossima volta che state per appiattire le esperienze vissute di qualcun altro. Vi incoraggio a riflettere sulle vostre relazioni e su come potete ridurre il controllo e le dinamiche di potere coercitive. Vi incoraggio a costruire legami sempre più profondi con i vostri compagni. Onorateli ora. Non vale la pena perderli.</p>
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<p>Altare in onore alla vita di Aaron, eretto durante una veglia che i suoi amici hanno tenuto in suo ricordo (27 Febbraio).</p>
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<hr />
<h1 id="il-mio-amico-aaron">“Il mio amico Aaron”</h1>
<p><em>E</em></p>
<p>Il mio amico Aaron era gentile, compassionevole e di sani princìpi, al punto che, a volte, era fastidioso; ma era incredibilmente riflessivo ed era disposto a cambiare per soddisfare le mie esigenze nel nostro rapporto. Era uno dei miei migliori e prediletti amici.</p>
<p>Ho amato profondamente Aaron. Ho pochi rimpianti del mio rapporto con lui. Sono stato sempre vulnerabile e aperto, cosa che lui ha ricambiato. Gli ho detto spesso quello che provavo per lui. Ho trascorso con lui tutto il tempo possibile e sono molto grato di averlo fatto. Ciò di cui ho più paura, in questo momento, è che il nostro rapporto, la nostra amicizia, l’amore profondo che provavo per lui, tutti i piccoli momenti di intimità, le battute, le risate, i fatti relativi ai suoi scatti, tutto questo… ho paura di essere l’unica persona a detenere questa conoscenza. Non voglio che scompaia, non voglio che rimanga solo a me e alla mia memoria fallibile. Voglio soltanto che la gente sappia che lo amavo.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/02/30/11.jpg" /> <figcaption>
<p>Altare in onore alla vita di Aaron, dove l’amico di Aaron ha letto questo testo ad alta voce.</p>
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<h2 id="la-setta">La setta</h2>
<p>Voglio fornire un contesto di fondo sulla vita di Aaron. Mi ha confidato tutto questo; ma mi sento bene nel condividerlo con tutti voi adesso – specie perché lui non c’è più e voglio contribuire a contestualizzarlo per tutti voi. Anche la stampa ha contattato delle persone del suo passato; quindi la notizia uscirà comunque e credo sia meglio che tutti voi impariate da un compagno.</p>
<p>Aaron è cresciuto in una setta. Una congrega cristiana e un sedicente monastero chiamato “<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Community_of_Jesus">Community of Jesus</a>”. In questa setta, come tantealtre similari, Aaron è stato tenuto costantemente occupato fin dalla più tenera età. Lavorando come operaio non retribuito, impegnandosi in allenamenti intensivi per programmi di arti performative – organizzati dalla comunità – o impegnandosi nella preghiera. Questo lo ha traumatizzato profondamente in quanto doveva mantenere questo impegno mentre era alle prese con la sua neuro-divergenza – che interferiva con la sua capacità di svolgere bene i compiti. Ha dovuto imparare a mascherarsi fin da giovane e sentiva che la sua infanzia gli fosse stata rubata.</p>
<p>Un’estate, quando era adolescente, ha dovuto fare più lavori al giorno per guadagnare abbastanza soldi e pagare le spese superflue del programma di arti performative – a cui era obbligato a partecipare.</p>
<p>Alla “Community of Jesus” tutto era motivato dalla vergogna, dal senso di colpa e dalla minaccia di ostracizzazione. Questo lo ha colpito profondamente e ha plasmato, in modo fondamentale, il modo in cui poteva o non poteva impegnarsi nel costruire delle relazioni con le persone. È il motivo per cui ha lasciato il SACC [San Antonio Collective Care]. Per proteggersi. Sono stato incredibilmente fortunato ad instaurare un rapporto con lui.</p>
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<p>La crescita all’interno di una setta, che è essenzialmente una piccola società con norme culturali diverse dalle nostre, ha dato ad Aaron una capacità di vedere ed identificare meglio le norme e le qualità della nostra società – che per noi sono più difficili da vedere perché siamo stati condizionati al suo interno. Poteva vedere la logica fascista latente e le tendenze cultuali in cui nuotiamo ogni giorno. Poteva vederle e sentirle in modi che io fatico a sentire e a capire al di là di un livello intellettuale. È sempre stato molto riservato sul suo passato e ha fatto del suo meglio per non mentire. Di lui si può ricordare che diceva cose come “sorta di” o “qualcosa di simile” ogni volta che gli si ponevano domande sullo stare in un teatro o in una band.</p>
<p>Quando Aaron viveva lì, era pienamente credente e partecipava a tutti i rituali vergognosi e ai cicli [religiosi ignominiosi]. Era completamente coinvolto in quella realtà. Il fatto di essere riuscito a sfuggire a quell’ideologia e a quell’esperienza e visione cruenta e devastante del mondo, lo ha reso incredibilmente impegnato nel volere l’abolizione della gerarchia.</p>
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<h2 id="tempi-in-cui-cambiava-e-rifletteva">Tempi in cui cambiava e rifletteva</h2>
<p>Ci messaggiavamo e io lo accusavo di messaggiare come un uomo etero (e lo era). Non usava mai emoji di reazione o punteggiatura o espressioni di risata come lol. Era incredibilmente fastidioso. E ha fatto uno sforzo così attivo per fare queste cose dopo che gliele avevo chieste, in modo molto rapido e costante.</p>
<p>Una volta, io e Aaron stavamo discutendo di politica, precisamente sull’etica di mangiare e produrre carne. Come ex persona vegana, la discussione tra noi due è stata vivace. Ad un certo punto, la conversazione si è spostata sulle piante ed Aaron ha detto di considerare le piante come macchine biologiche completamente prive di vita o, almeno, senza quell’essenza che le rende degne, a livello morale, di essere protette come gli animali senzienti. Onestamente ero molto scioccato. Gli ho detto, [in modo argomentativo], che si sbagliava e gli ho detto di leggere “<a href="https://sps.berkeley.edu/static/documents/EnI/Week_3_2.pdf">Braiding Sweetgrass</a>” – nello stesso modo in cui dici alle persone di leggersi i libri ma non ci si aspetta che lo facciano davvero. La nostra conversazione sembrava pesare molto su di lui, e nelle settimane successive ne avevamo parlato un paio di volte. Durante il viaggio in auto verso l’Ohio, ha ascoltato “Braiding Sweetgrass” e mi ha mandato un messaggio a riguardo. Gli è piaciuto davvero molto. Credo che [in quell’occasione] abbia rivisto parte della sua visione del mondo.</p>
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<p>Aaron con il suo amato gatto Sugar.</p>
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<h2 id="i-principi">I princìpi</h2>
<p>Aaron vedeva la gerarchia e l’ingiustizia e il suo ruolo in questi sistemi – e odiava [essere una parte integrante in essi]. Si sentiva molto in colpa a causa della situazione in cui era cresciuto; il senso di colpa era l’emozione principale attraverso la quale affrontava la maggior parte delle cose. Mi dispiace molto che non sia stato in grado di guarire completamente da questa situazione prima [della sua morte].</p>
<p>Amava tanto i suoi gatti.Le contraddizioni di possedere qualcuno che si ama gli pesavano molto. Pensava costantemente su come accudirli al meglio e a barcamenarsi in questo rapporto di dominazione, di controllo totale della loro attività. Ho visto che questo lo angosciava sinceramente.</p>
<p>Aaron si rifiutava di pronunciare parole come pazzo, folle o sfigato a causa delle loro radici abiliste e mi rimproverava costantemente per l’uso della parola “sfigato”. Non diceva la parola “cazzo” perché vedeva in essa le radici nella misoginia e nell’etero-patriarcato.</p>
<p>Ad Aaron non piaceva nemmeno la parola democrazia per ragioni troppo lunghe da spiegare; ne discutevamo spesso, era una cosa ricorrente.</p>
<p>Aaron ha cancellato Signal prima di auto-immolarsi. Un ultimo atto di sicurezza e di amore per i suoi compagni.</p>
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<p>Aaron <a href="https://www.instagram.com/p/C309AVDJuWi/?img_index=2">serve del cibo</a> in Ohio come parte dell’organizzazione di mutuo soccorso “Serve the People Akron”. “Aaron è stato un membro prezioso della nostra organizzazione e della comunità che si è subito prodigato per aiutare le persone senzatetto e qualsiasi progetto che si presentava. Era affidabile e perseverante nel lavoro di mutuo soccorso che si svolgeva in una città che era ancora nuova per lui. Gli saremo sempre grati per l’impegno che egli ha profuso nel rendere Akron un posto migliore.”</p>
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<h2 id="estratti">Estratti</h2>
<p>Sono stato molto vulnerabile e aperto con Aaron e ne sono orgoglioso. La vulnerabilità costruisce la fiducia e approfondisce i nostri legami reciproci; è qualcosa in cui io lavoro attivamente…per sviluppare me stesso. A tal fine, vorrei condividere alcuni estratti di due cose che ho scritto per Aaron.</p>
<blockquote>
<p>Tutte le nostre relazioni ci cambiano, ci plasmano. Quando guardo le persone, gli amici, che amo di più, le persone con cui ho i rapporti d’amore più sicuri, posso notare i modi in cui mi hanno cambiato. I modi di fare, le abitudini, i modi di parlare o le visioni del mondo che ho adottato da loro. Mi fa sentire così orgoglioso e grato. Non c’è dubbio che mi hai già cambiato in modi di cui sarò orgoglioso e grato; ma sento che una delle cose che più mi fa male è piangere la perdita dei modi in cui tu potevi cambiarmi…</p>
<p>Vorrei poterti conoscere di più. Ci sono tante altre cose che vorrei sapere di te e tante altre cose che vorrei tu sapessi di me. Vorrei poter vedere di persona il tuo continuo sviluppo politico e vorrei che potessimo avere un impatto più forte sullo sviluppo reciproco. Vorrei che tu potessi vedere il mio, per cambiarlo e farmi diventare un rivoluzionario migliore. Voglio vederti in lotta, imparare a lottare accanto a te e a lottare con te. Voglio che tu sia qui.</p>
</blockquote>
<blockquote>
<p>Continuo ad immaginarti qui. Riflettendo, ti immagino qui, ma non come ti conosco: ti immagino qui e libero. Libero dal tuo vincolo militare. Mi dà tanta gioia immaginarti libero e in lotta, immaginare la tua gioia.</p>
</blockquote>
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<h2 id="conclusione">Conclusione</h2>
<p>Penso che sarà difficile piangere questa perdita senza poter stare con il suo corpo. Non poter sperimentare gli effetti fisici e psicologici di essere con il suo corpo dopo che se ne è andato via.</p>
<p>Mi sento piccolo e schiacciato dalla grandezza e dall’inerzia dei sistemi contro cui stiamo lottando. Mi sento piccolo e impotente di fronte a questi sistemi che esistono da centinaia di anni – e probabilmente esisteranno per altre centinaia. Di solito mi sento al contrario, ma in questo momento mi sento così piccolo. Come possiamo trovare pace che non sia complicità in questo mondo? Spero che Aaron abbia trovato la sua.</p>
<p>Ma il sostegno e il dolore di tutti voi e dei miei compagni di tutto il Paese è stato immenso e sono davvero in soggezione. Raccontavo ad Aaron che a volte mi sentivo sopraffatto dallo stupore e dall’amore…fino a piangere mentre pensavo ai miei compagni. Il vostro sostegno mi ha fatto piangere molte volte negli ultimi giorni. Non ho parole per esprimere quanto vi amo. Sono in costante e puro stupore.</p>
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<p>Aaron e i suoi amici.</p>
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<p>Voglio concludere con due cose, alcune parole tratte dal testamento di Aaron e una poesia che si era esercitato a recitare una volta uscito dall’esercito.</p>
<p>Dal testamento di Aaron:</p>
<blockquote>
<p>“Chiedo scusa a mio fratello e ai miei amici per averli lasciati in questo modo. Naturalmente, se fossi veramente dispiaciuto, non lo farei. Ma la macchina richiede sangue. Niente di tutto questo è giusto.”</p>
</blockquote>
<blockquote>
<p>“Desidero che i miei resti vengano cremati. Non desidero che le mie ceneri siano disperse o che i miei resti siano sepolti, perché il mio corpo non appartiene a nessun luogo di questo mondo. Se arriverà un momento in cui i palestinesi riprenderanno il controllo della loro terra, e se la gente originaria di quella terra sarà aperta a questa possibilità, vorrei che le mie ceneri fossero sparse in una Palestina libera.”</p>
</blockquote>
<hr />
<h2 id="limpero-mi-ha-cresciuto">L’Impero mi ha cresciuto</h2>
<p><em>Una poesia dalla <a href="https://www.youtube.com/watch?v=BULTW43JTn8&t=70s">Anansi’s Library</a></em></p>
<p>I was a soldier for her before I knew her name<br />
Raised to die before I fully knew mine<br />
Crafted by hand for eternal war<br />
Raised for combat as the empire’s ward<br />
I was raised a soldier<br />
I was built for bowing down<br />
To drop to my knees and worship at the sound of<br />
Blood money capital and oil king’s crown<br />
Obey our enforcers, pray to our flag<br />
Our god is the state and war is her ballad<br />
And you were raised a soldier<br />
Stay your tongue child keep silent I beg<br />
Don’t you know that our god can look into your head<br />
See thoughts and images<br />
Fears and dread and shape it all into will<br />
Ask too many questions<br />
Look through the fog<br />
Set truth to deception and raise up the mob<br />
Fight for real justice and soon you will see<br />
The beauty of our weapons pointed straight at you and me<br />
In the end this state knows no loyalty<br />
For we were both raised soldiers<br />
Peer through the windows and watch every street<br />
Heed George Jackson’s words<br />
Watch the pigs and never sleep<br />
A muzzle in tall grass<br />
A flashbang in the dark<br />
Bombs for the masses<br />
Soon the fires will start<br />
A stalker in the nighttime<br />
A predator<br />
A drone<br />
Tear gas and flames<br />
Jack boots in your home<br />
Door-to-door searches<br />
To your knees dropping atone<br />
Fearful and wordless we all look on<br />
Toward the burning of Rome this can only progress<br />
Toward panic in the streets<br />
Police violence and unrest<br />
Desperate riots to escape the cruelty<br />
While the guilt is placed square on the shoulders of those in need<br />
Fighting for justice is the greatest of sins<br />
Punished by death since the empire began<br />
And I was raised a soldier<br />
Now the muzzle is at my back<br />
The boots are at my door<br />
The guns are all racked<br />
And like my ancestors before<br />
A hail of bullets will set me free<br />
Express one day delivery<br />
From your state god to thee<br />
Expect from your lord no loyalty<br />
For I was raised a soldier</p>
<hr />
<figure class="">
<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/02/30/12.jpg" />
</figure>
<p><em>Thanks to <a href="https://ieneanarchiche.noblogs.org/post/2024/03/01/memorie-di-aaron-bushnell/">Iene Anarchiche</a> for the translation.</em></p>
<div class="footnotes" role="doc-endnotes">
<ol>
<li id="fn:1" role="doc-endnote">
<p>“[…] per spirito anarchico intendo quel sentimento largamente umano che aspira al bene di tutti, alla libertà ed alla giustizia per tutti, alla solidarietà ed all’amore fra tutti, e che non è dote esclusiva degli anarchici propriamente detti, ma anima tutti gli uomini di cuore buono e d’intelligenza aperta. […]”, Errico Malatesta, “La funzione dei sindacati nella rivoluzione”, Umanità Nova, n. 88, a . III, 13 Aprile 1922, pag. 1. L’articolo è stato inserito nella raccolta edita dal Movimento Anarchico Italiano, “Errico Malatesta. Pagine di lotta quotidiana. Scritti 2o Volume. Umanità Nova e scritti vari 1919-1923”, Carrara, 1975, pag. 18 <a href="#fnref:1" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div>
https://crimethinc.com/2024/02/20/il-diario-del-maidan-di-dmitry-petrov-il-racconto-di-un-testimone-oculare-della-rivoluzione-ucraina-del-20142024-02-20T11:53:11Z2024-02-28T00:00:36ZIl diario del Maidan di Dmitry Petrov : Il racconto di un testimone oculare della rivoluzione ucraina del 2014Un resoconto critico e senza peli sulla lingua delle manifestazioni che hanno rovesciato il governo ucraino nel 2014, scritto da un anarchico russo.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/02/20/header.jpg" /></figure>
<p>Un resoconto critico e senza peli sulla lingua delle manifestazioni che hanno rovesciato il governo ucraino nel 2014.</p>
<hr />
<p>Nel novembre 2013, a Kiev sono scoppiate proteste contro il governo di Viktor Yanukovych, allora presidente dell’Ucraina, in risposta al fatto che Yanukovych aveva dato priorità ai legami economici e diplomatici con la Russia. I dimostranti hanno occupato <em>Maidan Nezalezhnosti</em> (Piazza dell’Indipendenza), utilizzando tattiche familiari a precedenti movimenti in <a href="https://crimethinc.com/2011/02/02/egypt-today-tomorrow-the-world">Egitto</a>, <a href="https://crimethinc.com/2011/06/08/fire-extinguishers-and-fire-starters-anarchist-interventions-in-the-spanish-revolution-an-account-from-barcelona">Spagna</a> e <a href="https://crimethinc.com/2022/06/20/addicted-to-tear-gas-the-gezi-resistance-june-2013-looking-back-on-a-high-point-of-resistance-in-turkey">Turchia</a>. In risposta, Yanukovych ha ordinato attacchi della polizia e il governo ha introdotto leggi repressive contro le proteste. La situazione è precipitata nel febbraio 2014 con scontri in cui la polizia ha ucciso più di cento persone.<sup id="fnref:1" role="doc-noteref"><a href="#fn:1" class="footnote" rel="footnote">1</a></sup> Yanukovych ha perso il controllo ed è fuggito in Russia; un nuovo governo ha preso il potere in Ucraina, cercando di spostare i legami economici e diplomatici dell’Ucraina verso l’Unione Europea. In risposta, il governo di Vladimir Putin ha ordinato il sequestro della Crimea, ha scatenato una guerra civile nell’Ucraina orientale e, infine, ha lanciato <a href="https://crimethinc.com/2022/02/24/russia-and-ukraine-grassroots-resistance-to-putins-invasion">un’invasione totale dell’Ucraina</a> nel 2022.</p>
<p>La sequenza di rivolte globali che ha portato alla rivoluzione ucraina era iniziata con l’<a href="https://crimethinc.com/2008/12/25/how-to-organize-an-insurrection">insurrezione</a> avviata dagli anarchici in Grecia nel dicembre 2008. Nei cinque anni successivi, questo slancio si è diffuso in tutto il mondo, dalla cosiddetta “primavera araba” e dal movimento <a href="https://crimethinc.com/2014/03/12/ukraine-how-nationalists-took-the-lead">Occupy</a> al <a href="https://crimethinc.com/2017/06/12/fighting-in-brazil-2013-2015-three-years-of-revolt-repression-and-reaction">Brasile</a> e alla <a href="https://crimethinc.com/2014/02/18/anarchists-in-the-bosnian-uprising">Bosnia</a>. La rivolta in Ucraina ha attinto ad alcune delle stesse fonti di malcontento e ha utilizzato molte delle stesse tattiche. Tuttavia, a Kiev, i fascisti hanno stabilito <a href="https://web.archive.org/web/20140301180952/https://rusplt.ru/world/nas-jdet-jestkoe-antifashistskoe-protivostoyanie-7696.html">un punto d’appoggio</a> all’interno della rivolta, mettendo con la forza <a href="https://crimethinc.com/2014/03/12/ukraine-how-nationalists-took-the-lead">in disparte</a> gli anarchici.</p>
<p>A posteriori, la rivoluzione ucraina ha rappresentato un punto di svolta, introducendo una nuova era in cui alcune delle strategie precedentemente associate alle politiche anticapitaliste e antiautoritarie sarebbero state adottate da gruppi <a href="https://www.liberalcurrents.com/why-movements-fail/">neoliberisti</a>, nazionalisti e fascisti con programmi completamente diversi. Come <a href="https://crimethinc.,">sostenemmo</a> all’epoca,</p>
<blockquote>
<p>Il modello che abbiamo visto a Kiev apre la strada ai fascisti e ad altri reazionari per ricreare l’ordine dominante all’interno dei movimenti di resistenza - non solo reinserendo gerarchie formali e ruoli di genere, ma anche confinando la sostanza della lotta a uno scontro tra organizzazioni armate piuttosto che diffondere la sovversione in ogni aspetto delle relazioni sociali. Se a questa equazione si aggiunge il nazionalismo, la guerra non è lontana.</p>
</blockquote>
<p>Non sorprende che, quando è diventato chiaro che queste rivolte potevano rovesciare i governi, altri attori politici siano stati coinvolti, portando con sé i loro programmi. La domanda è come le visioni anarchiche di liberazione possano confrontarsi con forze politiche dotate di maggiori risorse, mentre il mondo entra in un periodo di instabilità diffusa.</p>
<hr />
<p>Uno dei partecipanti agli eventi del febbraio 2014 è stato <a href="https://crimethinc.com/2023/05/03/in-memory-of-dmitry-petrov-an-incomplete-biography-and-translation-of-his-work">Dmitry Petrov</a>, un anarchico ventiquattrenne di Mosca. Dmitry si era fatto le ossa in varie lotte antifasciste, antiautoritarie ed ecologiche, fondando il <a href="https://web.archive.org/web/20161116072503/https://www.blackblocg.info/">Black Blog</a> come luogo in cui raccontare l’azione diretta e partecipando al movimento di protesta russo del 2011-2012 in risposta alle elezioni truccate che hanno mantenuto Vladimir Putin al potere. All’inizio di febbraio si è recato a Kiev, unendosi ad <a href="https://discours.io/articles/social/anarchists-on-maidan-protests">altri anarchici russi</a> per sostenere gli ucraini che resistevano a un governo allineato con la stessa autocrazia che gli anarchici combattevano in Russia.<sup id="fnref:2" role="doc-noteref"><a href="#fn:2" class="footnote" rel="footnote">2</a></sup> Partecipando alla rivolta ucraina, Dmitry sperava di promuovere una visione anarchica della liberazione.</p>
<p>Ciò che Dmitry vide a Kiev fu a tratti esaltante e scoraggiante. Nei suoi resoconti, documenta come il militarismo, il nazionalismo e l’organizzazione gerarchica abbiano incanalato il movimento lontano dal tipo di cambiamento sociale profondo che egli cercava. Allo stesso tempo, ha mantenuto la sua fede nel potenziale di tutti gli esseri umani di auto-organizzare collettivamente le proprie vite, sostenendo con passione la solidarietà tra russi e ucraini nella resistenza a tutte le forme di oppressione. Di fronte alle minacce fasciste, ha fatto del suo meglio per dare spazio alle proposte anarchiche nelle proteste di Maidan.</p>
<p>Il coinvolgimento di Dmitry in Ucraina non si è concluso con questo diario. Quattro anni dopo la rivoluzione del 2014, avendo saputo che la polizia segreta russa era interessata a lui, Dmitry è tornato a Kiev per vivere in esilio. Nonostante la sua precaria situazione di espatriato, ha continuato a mettere in pratica la sua politica: ad esempio, nel 2020, gli anarchici <a href="https://web.archive.org/web/20200927065720/https://bo-ak.org/index.php/ru/1/247-podzhog-zdaniya-sledstvennogo-upravleniya-v-kieve">hanno attaccato</a> il Dipartimento Investigativo del Ministero degli Affari Interni di Kiev in solidarietà con la <a href="https://crimethinc.com/2020/06/17/snapshots-from-the-uprising-accounts-from-three-weeks-of-countrywide-revolt">Rivolta di George Floyd</a>. Quando le forze russe invasero l’Ucraina nel 2022, Dmitry contribuì a formare un “<a href="https://libcom.org/article/four-months-anti-authoritarian-platoon-ukraine">plotone antiautoritario</a>” all’interno delle forze di difesa territoriale intorno a Kiev; fu ucciso in battaglia a Bakhmut nell’aprile 2023. Per saperne di più sulla vita di Dmitry <a href="https://crimethinc.com/2023/05/03/in-memory-of-dmitry-petrov-an-incomplete-biography-and-translation-of-his-work">qui</a>.</p>
<hr />
<p>Abbiamo tradotto e annotato i resoconti di Dmitry da Kiev nel febbraio 2014 perché rappresentano un documento prezioso che offre una visione degli eventi storici, ma anche perché le domande che Dmitry ha affrontato quel mese a Kiev continuano a confrontarsi con noi oggi. Come abbiamo <a href="https://crimethinc.com/2014/03/17/feature-the-ukrainian-revolution-the-future-of-social-movements">sostenuto</a> nel 2014,</p>
<blockquote>
<p>Non siamo semplicemente in conflitto con lo Stato nella sua attuale incarnazione, ma in una lotta a tre contro di esso e i suoi oppositori autoritari. L’attuale ordine sociale si rigenererà all’infinito finché non emergerà una forma di resistenza capace di rovesciare i governi senza sostituirli. Non si tratta solo di una gara di armi, ma di uno scontro tra diverse forme di relazione. Non è solo una lotta per il territorio fisico, ma anche per le tattiche e le narrazioni, per il territorio stesso della lotta.</p>
<p>Il fatto che questi movimenti possano essere dirottati dai nazionalisti non significa che dobbiamo restarne fuori. Questa è stata la reazione iniziale di molti anarchici alle occupazioni delle piazze in Spagna e a Occupy negli Stati Uniti, e avrebbe potuto essere disastrosa. Restare in disparte in un momento di confronto popolare con lo Stato permette agli antagonisti rivali di prendere l’iniziativa, di entrare in contatto con il pubblico e di definire la posta in gioco.</p>
</blockquote>
<p>Negli anni successivi alla Rivoluzione ucraina, nazionalisti e fascisti hanno guadagnato slancio in tutto il mondo, presentandosi falsamente come ribelli contro l’ordine dominante, mentre cercano di imporre una versione ancora più oppressiva di esso. Gli anarchici e gli antiautoritari non hanno ceduto loro il terreno della ribellione, ma i nazionalisti stanno diventando una forza pericolosa anche in luoghi precedentemente associati a movimenti di sinistra. In Francia, nel 2018, il movimento dei gilet gialli è diventato un <a href="https://crimethinc.com/2018/12/06/the-movement-as-battleground-fighting-for-the-soul-of-the-yellow-vest-movement">campo di battaglia</a> in cui gli antiautoritari si sono confrontati con i fascisti per rappresentare l’alternativa alle politiche neoliberiste di Emmanuel Macron.<sup id="fnref:7" role="doc-noteref"><a href="#fn:7" class="footnote" rel="footnote">3</a></sup> Se nel 2014 l’esperienza di Dmitry nelle proteste di Maidan poteva apparire come lo scenario peggiore, oggi molti di noi in altre parti del mondo potrebbero vivere qualcosa di simile in un futuro non troppo lontano.</p>
<p>Fortunatamente, negli anni successivi alla rivoluzione del 2014, i fascisti non sono riusciti ad assicurarsi il potere statale in Ucraina. Hanno ottenuto risultati sorprendentemente negativi nelle elezioni successive, considerando l’influenza che avevano esercitato nelle strade di Kiev. Ma nel corso della guerra provocata dalla Russia nell’Ucraina orientale, i fascisti sono riusciti ad associarsi alle forze armate ucraine, fornendo a Putin una facile scusa per ordinare l’invasione totale dell’Ucraina nel 2022. La guerra offre ai fascisti di ogni parte un terreno fertile in cui reclutare e promuovere le proprie mitologie.</p>
<p>Se il movimento di protesta in Russia nel 2012 fosse riuscito a rovesciare Putin, la rivoluzione che ha avuto luogo in Ucraina nel 2014 avrebbe potuto far parte di un’ondata di vero cambiamento in tutta la regione. Anche il più convinto reazionario deve riconoscere che sarebbe stato preferibile alla guerra che ha ucciso o mutilato centinaia di migliaia di persone. Invece, il movimento è stato schiacciato in Russia ed è riuscito a ottenere solo un cambio di governo in Ucraina, ponendo le basi per la guerra che continua oggi.</p>
<p>Gli anarchici continuano a <a href="https://kontradikce.flu.cas.cz/en/online-content/156">discutere</a> su come concettualizzare e affrontare al meglio la guerra tra Russia e Ucraina. Esistono ancora gruppi anarchici attivi in Ucraina, come <a href="https://www.solidaritycollectives.org/en/main-page-english/">Solidarity Collectives</a> e <a href="https://assembly.org.ua/">Assembly</a>. La repressione ha messo a tacere la maggior parte delle forme di dissenso in Russia; <a href="https://solidarityzone.net/">Solidarity Zone</a> e la <a href="https://wiki.avtonom.org/en/index.php/Anarchist_Black_Cross_Moscow">Croce Nera Anarchica di Mosca</a> si organizzano per sostenere i prigionieri politici.</p>
<p>Questa traduzione è un progetto comune di anarchici di lingua inglese e russa, un umile sforzo per promuovere la comprensione reciproca e l’azione collettiva su base internazionale. Abbiamo molti problemi, ma insieme possiamo fare la differenza.</p>
<blockquote>
<p>“C’è una lotta in corso all’interno di ognuno di noi: da un lato, la gente qui è uscita per resistere alla coercizione di chi detiene il potere, ma dall’altro, il peso del pregiudizio, l’abitudine ad atteggiamenti sociali gerarchici e la struttura verticale della società sono ancora molto forti e trascinano la resistenza verso il basso”.</p>
<p>-Dmitry Petrov, nella sesta puntata del suo Diario di Maidan</p>
</blockquote>
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<p>La polizia è solo uno dei tanti ostacoli sulla strada della libertà.</p>
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<h1 id="i-diario-ucraino-giorno-1-kharkiv">I. Diario ucraino, giorno 1: Kharkiv</h1>
<p><em>Pubblicato il 7 febbraio 2014</em></p>
<p>La mattina presto del 7 febbraio, Charkiv mi ha accolto con un freddo cupo, ispezioni di polizia approfondite ma inutili e altra confusione. Questa metropoli di un milione e mezzo di abitanti è diventata un punto di sosta sulla strada per il Maidan della capitale, di cui, se tutto andrà bene domani, riferiremo a breve.</p>
<p>Dopo aver visitato la città, immergendoci in una metropolitana affollata come a Mosca, abbiamo visitato il Maidan locale. Vicino al monumento del [famoso poeta ucraino] Taras Shevchenko, in una serata di febbraio non troppo gelida ma uggiosa, circa 200 cittadini pacifici si erano riuniti con bandiere gialle e blu.</p>
<p>Essendo stato qui, devo ammettere che sono rimasto sorpreso dal fatto che qualche tempo fa tra gli anarchici di Mosca circolavano appelli a recarsi a Charkiv, in azioni di protesta locali, presumibilmente promettenti. Al momento, le cose sembrano piuttosto noiose e poco movimentate qui, con tutto il rispetto per coloro che sono lì ora, nonostante il maltempo e la pressione della polizia chiaramente percepibile. Oltre alle bandiere di Stato, si possono vedere quelle del partito fascista “Svoboda”<sup id="fnref:3" role="doc-noteref"><a href="#fn:3" class="footnote" rel="footnote">4</a></sup> e di “Batkivshchyna”<sup id="fnref:4" role="doc-noteref"><a href="#fn:4" class="footnote" rel="footnote">5</a></sup> di Tymoshenko e, naturalmente, la bandiera dell’Unione Europea. I simpatici “svoboditi” [membri di Svodoba] mi hanno consegnato un numero del loro giornale… Hanno una loro tenda in cui raccolgono fondi.</p>
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<p>Gli oratori non si sentono bene e parlano a bassa voce, in netto contrasto con l’espressivo monumento rivoluzionario a Shevchenko. Uno striscione recita “Abbasso la dittatura sanguinaria”, in ucraino… Si percepisce la presenza della polizia; la città in generale dà la sensazione che le autorità siano di guardia e sembra che stiano monitorando tranquillamente chi arriva.</p>
<p>Il Maidan di Kharkiv si trova a una distanza eccessivamente rispettosa dagli edifici amministrativi. Non sembra che ci siano ancora segni di occupazione. Quando ci siamo avvicinati all’area di accoglienza, abbiamo visto una pattuglia dei leggendari “titushka” [mercenari che hanno sostenuto le forze di sicurezza ucraine durante l’amministrazione Yanukovych, spesso spacciati per teppisti di strada], teppisti a pagamento semplicemente stupidi e arroganti, che hanno persino rivolto la loro attenzione alla nostra modesta compagnia, ma poi se ne sono andati. L’ingresso dell’edificio è sorvegliato dalla polizia, ma non è una squadra molto rinforzata.</p>
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<p>Questa sera il nostro pellegrinaggio dovrebbe continuare. Speriamo senza complicazioni impreviste.</p>
<p>D.Ch. MPST [“Д.Ч. МПСТ”- queste iniziali stanno per Dima Chascshin, uno dei tanti pseudonimi di Dmitry, seguito dalle iniziali del sindacato MPST].</p>
<hr />
<h1 id="ii-diario-ucraino-giorno-2-conoscere-maidan">II. Diario ucraino, giorno 2: conoscere Maidan</h1>
<p><em>Pubblicato il 9 febbraio 2014</em></p>
<p>Lo sballottamento della cuccetta superiore del treno da Charkiv è ormai alle spalle. All’uscita della stazione centrale della metropolitana, Khreshchatyk, siamo accolti da imponenti barricate, impilate con sacchi di qualcosa di pesante. Dietro di esse ci sono le tende dei manifestanti, irte di manifesti e bandiere. Mi è tornata in mente la vista fuori dalla nostra stazione Teatralnaya di Mosca, una strada simile con un marciapiede di pietre, a un isolato di distanza dalla Piazza Rossa… come se stesse accadendo lì.</p>
<p>L’occhio è colpito dall’abbondanza di striscioni neri e rossi, ma qui non si tratta dei colori anarco-comunisti, bensì di ricordare le attività dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini [un gruppo di estrema destra influenzato dal fascismo, con Stepan Bandera, che collaborò con i nazisti] di mezzo secolo fa.</p>
<p>Le dimensioni della “città ribelle” di Maidan sono impressionanti. La via centrale e la piazza centrale dell’Ucraina sono state infatti liberate dall’autorità centrale e sono occupate dai manifestanti (o già ribelli?), controllati dalle loro unità di autodifesa. L’accampamento si estende per un chilometro di lunghezza. Tutto intorno ci sono i camini delle cucine da campo e le tende riscaldate. In questa immagine c’è qualcosa di un campo cosacco.</p>
<p>Ci sono bandiere blu e gialle ovunque, e anche simboli di partito: principalmente “Batkivschyna”, “Svoboda”, “Spilna Pravda”… per dirla con tatto, questi ragazzi non sono vicini a noi ideologicamente.</p>
<p>Ovunque, gli <em>sotni</em> - o “centinaia”, le unità di autodifesa di Maidan - marciano in modo combattivo. Persone armate di bastoni, con maschere e talvolta maschere antigas o vestiti in stile militare, fanno un’impressione piuttosto intimidatoria e repellente, ma allo stesso tempo sono piacevoli da vedere, in quanto creano una chiara sensazione che il monopolio della violenza da parte dello Stato non si applica più qui. La spavalderia e l’ostentazione del militarismo si contrappongono alla difficile ma onorevole necessità di un confronto diretto con le strutture repressive dello Stato.</p>
<p>Il trambusto della “città ribelle” lascia il posto a folle di turisti e a gruppi tesi di volontari più vicini a via Grushevsky, dove l’asfalto scivoloso è coperto di cenere nera e l’aria puzza di fuliggine. Qui si trova l’ingresso dello stadio della Dynamo, che nelle ultime settimane ha fatto il giro del mondo. È ricoperto di bruciature.</p>
<p>Tutti i passaggi tra le barricate sono bloccati dai vigilantes. I comuni mortali non possono entrare, solo i partecipanti “certificati” all’autodifesa. Più avanti ci sono altre due barricate avanzate, e dietro di esse ci sono linee di Berkut [polizia antisommossa ucraina]. In prima linea, tra le bandiere ucraine e di Bandera, sono appese le bandiere della Repubblica separatista cecena di Ichkeria e dell’Unione Europea: questa scena illustra brillantemente l’eclettismo ideologico del Maidan.</p>
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<p>Attraverso i nostri compagni, facciamo conoscenza con gli anarchici e i simpatizzanti locali. Ci stiamo lentamente orientando. Ci sistemiamo in una delle numerose tende occupate dagli anarchici.</p>
<p>Ora c’è una vivace discussione tra i nostri compagni che la pensano come noi sulla creazione di un proprio centinaio come parte dell’autodifesa del Maidan, e su altre iniziative anarchiche sul Maidan. Molti compagni temono che la creazione di un centinaio “ufficiale” possa vincolare gli anarchici a obblighi nei confronti degli organi non eletti del “governo del Maidan”, mentre altri, al contrario, sottolineano che questo governo è nominale, collegiale e più o meno orizzontale.</p>
<p>Non siamo ancora riusciti a formulare una nostra opinione su tutte queste “milizie popolari”, “polizia fiscale”, “ministeri” e “quartieri generali” presenti sul Maidan. Una cosa è certa: ci sono parecchie persone che vogliono conquistare il potere all’interno del movimento senza doversi sobbarcare alcuna procedura democratica. Allo stesso tempo, la natura prevalentemente spontanea di tutto ciò che sta accadendo impedisce l’attuazione di questi piani.</p>
<p>Ma la spontaneità raramente dura, quindi mi sembra che o tutto si sposterà verso la verticalità e l’imperioso potere senza legge dei “funzionari di sicurezza” e dei “leader” del Maidan, oppure sarà possibile creare un autogoverno orizzontale strutturato e ben ordinato.</p>
<p>Gli anarchici sono rappresentati sul Maidan, anche se molto meno visibili rispetto al movimento anti-Putin di Mosca di un anno e mezzo fa (si noti che il movimento di protesta ucraino è in tutto e per tutto molto più serio di quello russo; dobbiamo raggiungerlo e superarlo).</p>
<p>Ci sono diversi problemi. In primo luogo, si nota che l’obiettivo di molti manifestanti è quello di “far tornare le cose come sono in Europa”; è difficile spiegare a queste persone qualcosa su altri modi di organizzazione socio-economica. In secondo luogo, ci sono molti nazionalisti. Lo si vede dappertutto: dai simboli, dai graffiti, dai costumi di molti attivisti del Maidan e dal numero di volte che si sente dire “Gloria all’Ucraina!” mentre si cammina lungo il Maidan.</p>
<p>Allo stesso tempo, dobbiamo capire che, oltre agli aggressivi sostenitori della “mano forte” che sta creando un’ucrainizzazione totale, l’ampio conglomerato dei nazionalisti ucraini comprende persone con opinioni più ragionevoli, forse anche coloro che non rientrano nella definizione di “nazionalista”. Come ha giustamente notato il mio compagno, “i peggiori qui sono i nazionalisti rispettabili, come Svoboda”.</p>
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<p>“In prima linea, tra le bandiere ucraine e di Bandera, le bandiere della [Repubblica separatista cecena di] Ichkeria e dell’Unione Europea sono appese una accanto all’altra: questa scena illustra brillantemente l’eclettismo ideologico del Maidan”. Al contrario, la seconda immagine mostra la bandiera nera degli anarchici sopra la “Vilniy Namet”.</p>
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<p>Nonostante questi problemi, gli anarchici hanno chiaramente l’opportunità di dimostrare di essere una forza valida, e il vettore spontaneo e antiautoritario del movimento di protesta è anche creato da condizioni esterne non favorevoli, ma anche tutt’altro che disperate per la nostra causa libertaria.</p>
<p>D.Ch. MPST</p>
<hr />
<h1 id="iii-diario-ucraino-giorno-3-veche-assemblea-del-popolo-e-flessioni-fasciste-sul-maidan">III. Diario ucraino, giorno 3: Veche [Assemblea] del popolo e flessioni fasciste sul Maidan</h1>
<p><em>Pubblicato l’11 febbraio 2014</em></p>
<p>La giornata di ieri (9 febbraio) in Piazza Indipendenza a Kiev è stata caratterizzata innanzitutto dalla “Assemblea del popolo” [<em>veche,</em> consiglio], che si tiene settimanalmente la domenica. All’ora stabilita, la piazza si è riempita di un numero significativo di manifestanti: tra le 100.000 e le 300.000 persone. Un numero notevolmente superiore a quello costantemente presente sul Maidan. Tutti ascoltavano ciò che accadeva sul grande palco. Anticipando i tempi, notiamo che, in realtà, la <em>veche</em> non era molto diversa dai raduni anti-Putin di 100.000 persone in Russia, dove il pubblico ha ingoiato i discorsi di “leader dell’opposizione” ben promossi.</p>
<p>Mi ha sorpreso l’introduzione clericale. Il presentatore del raduno, con voce spirituale, ha detto che i chierici avrebbero parlato. Così, la festa è stata preceduta da discorsi di gerarchi più o meno severi [l’autore è ironico] della Chiesa autocefala ucraina, della Chiesa ortodossa ucraina (Patriarcato di Kyiv), della Chiesa greco-cattolica (Uniati), della Chiesa evangelica cristiana battista e dei musulmani. Gli ecclesiastici hanno parlato più o meno nell’ordine sopra indicato.</p>
<p>I primi tre, rappresentanti delle fedi tradizionali di massa, hanno parlato in modo decoroso, ricordando l’avvicinarsi della Quaresima, invitando alla pace e benedicendo allo stesso tempo i manifestanti. Il pentecostale ha predicato un sermone acceso, ricordando che il governo peccaminoso era stato dato al popolo per i suoi peccati, ma ora era tempo, essendo stato purificato dai suoi peccati, di dare un’inversione. Il mullah ha persino dichiarato direttamente che i musulmani dell’Ucraina, rappresentati principalmente dai tatari di Crimea, sono stati al fianco del Maidan fin dai primi giorni della protesta.</p>
<p>A ciò è seguito il canto dell’“inno spirituale dell’Ucraina”. Mentre si svolgeva uno dei discorsi, una fila di persone con ombrelli aperti ha attraversato la folla… Alcuni ombrelli non erano i più puritani: erano dipinti con immagini di persone che si baciavano o erano neri con nastri rosa. Per un momento ho pensato che si trattasse di un’azione anticlericale e che gli ombrelli fossero intesi come un modo per schermare le menti dei presenti dal flusso infinito della grazia divina. Si è scoperto che era più prosaico di così: una dimostrazione di solidarietà con il canale televisivo russo di opposizione Dozhd.</p>
<p>Senza addentrarmi in lunghi ragionamenti “analitici”, dirò solo che vedere un interesse così accentuato per l’opinione delle “autorità spirituali” ha lasciato nel mio cuore un’emozione poco piacevole; d’altra parte, suggerisce fortemente che, nonostante la “rotta verso l’UE”, la cultura politica ucraina è ancora piuttosto distante da quella europea. Tuttavia, è impossibile non notare l’unità dei rappresentanti di branche religiose così diverse di fronte a questa lotta contro le autorità. Dall’altra parte della barricata spirituale in Ucraina c’è il Patriarcato di Mosca della Chiesa ortodossa russa.</p>
<p>È seguito un discorso dell’establishment dell’opposizione. C’erano i “Napoleoni” [il pugile dei pesi massimi Vitali] Klitschko, [il leader di Svoboda Oleh] Tyahnybok e [il politico Arseniy] Yatsenyuk [divenuto primo ministro solo pochi giorni dopo, a seguito della rivoluzione], oltre a una serie di altre “celebrità” che, purtroppo, sono poco note all’autore di queste righe.</p>
<p>Oltre ai passaggi puramente retorici, i discorsi contenevano una serie di appelli standard. Il pubblico è stato invitato a tendere verso l’Europa (come se “l’integrazione europea” fosse una grande vittoria per il popolo ucraino, e non per il capitale europeo, che vuole usare questo popolo per il proprio profitto). Tutti sono stati esortati a unirsi alle file dei combattenti per l’autodifesa di Maidan; a quanto pare, i candidati d’onore vedono questa formazione come una merce di scambio nelle prossime battaglie politiche: vorrei vederli delusi.</p>
<p>Hanno chiesto di obbedire ai leader. Hanno dichiarato che un ritorno alla Costituzione del 2004 sarebbe la migliore soluzione dell’attuale crisi politica e, naturalmente, hanno vilipeso il “bandito di Donetsk”.<sup id="fnref:5" role="doc-noteref"><a href="#fn:5" class="footnote" rel="footnote">6</a></sup> Le figure del discorso sull’Ucraina come “avamposto dell’Europa nella Terza Guerra Fredda” e così via hanno talvolta prodotto stupore e uno stato d’animo amaramente ironico. Quasi tutti gli oratori hanno iniziato e concluso il loro discorso con il grido “Gloria all’Ucraina!”, che ha suscitato una risposta unanime: “Gloria agli eroi!”, uno slogan tradizionalmente associato all’esercito insurrezionale ucraino.</p>
<p>Un mix eclettico di nazionalismo (spesso non del tipo “rispettabile e civile”) e di occidentalismo è una caratteristica del Maidan. In questo triste contesto, ho apprezzato il discorso di un rappresentante dell’“Automaidan” [un gruppo auto-organizzato che utilizza veicoli per le proteste], Volodymyr Yavorski, che si è astenuto dal fare l’elogio di figure dell’opposizione assetate di potere e dall’assaporare le illusioni europee e costituzionali, ma ha semplicemente esortato la gente a continuare a lottare persistentemente per i propri diritti e interessi contro coloro che li opprimono e li umiliano.</p>
<p>Tra le cose più succulente, va menzionata la retorica del nazionalista Tyahnybok sull’alleanza dell’Ucraina con il mondo occidentale e sull’imminente ingresso del Paese nel Fondo Monetario Internazionale… Che meraviglia! Cosa avrebbero da dire i fratelli occidentali di Tyahnybok, che bruciano le bandiere dell’UE in tutte le loro manifestazioni più importanti?</p>
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<p>Una bandiera banderista; leader religiosi che si rivolgono all’assemblea di massa; caschi nel Maidan, uno dei quali è ornato da un adesivo che raffigura Nestor Makhno.</p>
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<p>In generale, la <em>veche</em> [assemblea] ha lasciato un’impressione piuttosto deprimente. Innanzitutto, per l’atteggiamento generalmente leale dei partecipanti nei confronti di tutte le cose brutte descritte sopra e delle figure d’élite dell’opposizione in quanto tali. Ma ancora di più perché non si tratta di una vera e propria “veche”, ma del solito raduno “comunista” simile a quelli in cui si cantava “Gloria al CPSU!” - dove solo l’élite può parlare e a tutte le “pedine” vengono offerte opinioni e istruzioni già pronte su come comportarsi.</p>
<p>La ben nota variante moscovita di Occupy Abay con un’unica assemblea generale (che coinvolge, secondo le stime più ambiziose, fino a 4.000 persone) non funzionerà qui, in mezzo a centinaia di migliaia di persone - ovviamente, abbiamo bisogno di una rete di assemblee che coordinino le loro decisioni e azioni attraverso delegati con istruzioni dal collettivo che li ha nominati. E il podio, naturalmente, deve essere aperto a tutti, e ovviamente non deve essercene uno solo. Altrimenti, abbiamo inevitabilmente a che fare con un modo elitario e autoritario di organizzare il movimento di protesta, e i frutti di un tale movimento difficilmente saranno dolci.</p>
<p>Nutro alcune speranze legate al fatto che i “leader” si sono già ripetutamente dimostrati traditori, impegnandosi solo ora a essere “intransigenti” per compiacere l’umore del Maidan. Forse la situazione di tradimento permanente degli autoproclamati portavoce della volontà popolare spingerà i combattenti del Maidan a cercare altri modi di combattere e nuove idee. La buona notizia è che la credibilità dei chiacchieroni della TV non è molto alta tra gli abitanti di Piazza Indipendenza.</p>
<h2 id="svolota">Svolota</h2>
<p>[TIl suo è un gioco di parole sul nome del partito “Svoboda”; <em>svolota</em> significa “feccia”.]</p>
<p>Come si è scoperto in seguito, questo non è stato l’evento più emotivo della giornata. La sera, per la prima volta, abbiamo sperimentato l’aggressività dei fascisti. I giovani dell’odiosa Svolota hanno cercato di mostrare al mondo le meraviglie del valore ariano in modo organizzato, con mazze, elmetti, giubbotti antiproiettile e in maggioranza numerica. Avvicinandosi al gruppo di anarchici, gli idioti hanno iniziato a minacciare e a mettersi in mostra.</p>
<p>Non si è andati oltre lo scontro verbale, ma stare in piedi disarmati di fronte alle mazze non è stato molto piacevole, per usare un eufemismo. Sorprende anche l’incapacità/non volontà dell’“ufficio di sicurezza” di Maidan di fermare tali azioni da parte della feccia, poiché non è la prima volta che accade. Inoltre, questo incidente è stato una buona illustrazione della “tregua” tra le forze che partecipano alla rivoluzione di Maidan e che sono ostili l’una all’altra.</p>
<p>Д. Ch. MPST</p>
<hr />
<h1 id="iv-diario-ucraino-giorno-3-la-vita-del-maidan">IV. Diario ucraino, giorno 3: la vita del Maidan</h1>
<p><em>Pubblicato l’11 febbraio 2014</em></p>
<p>Dopo aver interrotto la cronaca quotidiana, voglio scrivere qualche parola sulla vita di tutti i giorni dei manifestanti del Maidan. Camminando dietro le barricate nel centro di Kiev, ci si trova in una “città ribelle” naturale. Ovunque ci sono tende militari da trekking isolate, dotate di stufe e generatori a benzina. È qui che vivono i nativi di Maidan, quelli che vigilano sulla lotta 24 ore su 24. Inoltre, molte persone vengono qui ogni giorno per osservare e/o protestare…</p>
<p>All’interno delle tende da campeggio, si possono vedere cuccette rozzamente costruite, tavoli per i pasti, vari angoli con cose accatastate, in particolare vestiti raccolti dai volontari per aiutare i combattenti di Maidan. C’è molta legna da ardere accatastata dentro e intorno alle tende, perché le stufe a legna consumano molto combustibile. All’esterno si vede il fumo che esce dai camini delle tende dei manifestanti. Alcune tende sono capienti, altre più piccole, e a volte non ci sono abbastanza posti letto, quindi dobbiamo mettere polistirolo espanso o giacche sulle panche e sul pavimento, che è l’asfalto di Khreshchatyk [la strada principale di Kiev], a volte coperto con compensato o assi, a volte completamente nudo.</p>
<p>Durante il giorno, Maidan si riempie di negozi che vendono souvenir o gelati (o, in alternativa, vin brulé). Gli imprenditori più scaltri hanno già iniziato a produrre magneti e distintivi con i simboli dell’Euromaidan. Sono in vendita anche molte tazze e sciarpe “patriottiche” e passamontagna per i combattenti di autodifesa o semplicemente per mettersi in mostra.</p>
<p>Ci sono anche cucine da campo. Ce ne sono parecchie. Diverse squadre di volontari preparano cibo e tè e li distribuiscono gratuitamente a tutti. È vero, il cibo è per lo più carne, il che per noi anarchici è uno svantaggio significativo. Sono stati allestiti anche dei punti di assistenza medica.</p>
<p>Un argomento a parte: i servizi igienici locali. Purtroppo, il numero relativamente ridotto di servizi igienici pubblici in Piazza Indipendenza e a Khreshchatyk non è chiaramente in grado di servire così tante persone, quindi sono in condizioni deplorevoli e usarli è una tortura, ogni giorno più difficile. È piacevole recarsi alla toilette di uno dei caffè vicini.</p>
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<p>Un’altra storia è quella della Casa Ucraina. Oggi è un vero e proprio centro culturale: c’è una biblioteca, una sala per proiezioni di film e conferenze, molte delle quali sono molto interessanti (sono organizzate dalla “Libera Università”, e ognuno può proporre il proprio argomento di conferenza o film). Nel seminterrato c’è un buffet gratuito e una mostra di dipinti sugli scudi catturati della Berkut (la polizia antisommossa ucraina), forse la cosa migliore dell’arte contemporanea del momento. C’è un punto di ricarica per i telefoni e molto altro ancora.</p>
<p>In generale, nella Casa regna un’atmosfera di permanente energia creativa. Persino la toilette è abbastanza civile. E quindi non è un caso che ieri (9 febbraio), quando c’è stato un conflitto tra i rappresentanti di vari gruppi di autodifesa, sulle piattaforme fasciste sia stata diffusa la falsa notizia che “Qualcuno è venuto a far fuori gli anarchici”: questi imbecilli riescono a percepire che qui sta succedendo qualcosa che è l’esatto contrario della loro intera esistenza.</p>
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<p>Una barricata; una mostra alla Casa Ucraina che espone dipinti su scudi catturati dal Berkut, la polizia antisommossa ucraina; uno striscione che recita “Putin fuori [sic] le mani insanguinate dall’Ucraina!”</p>
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<p>In generale, in questa “città ribelle” coesistono due fenomeni paradossali. Dopo un lungo periodo di inattività, il campo di Maidan sta lentamente stufando nel suo stesso succo, “marcendo” nell’incessante gestione degli affari quotidiani, e gradualmente si sta annoiando. I conflitti nascono anche su questa base. Inoltre, questi luoghi attraggono come una calamita ogni sorta di estranei e stravaganti, che rovinano il quadro e, in generale, non contribuiscono in alcun modo all’atmosfera.</p>
<p>Allo stesso tempo, anche qui accade qualcosa di completamente opposto. Le persone qui intorno mostrano la loro iniziativa nelle direzioni che preferiscono: alcuni cucinano, altri costruiscono, altri ancora educano, altri combattono - e questa è una vivace attività di vita produttiva, come probabilmente la definirebbe Erich Fromm.</p>
<p>Mi auguro che la seconda tendenza prevalga sempre sulla prima. Ma perché ciò avvenga, bisogna sicuramente continuare ad andare avanti e a progredire verso il vero obiettivo di tutto: l’emancipazione. Dobbiamo ammettere che c’è chi vede la propria vocazione qui non come attività produttiva, ma come comando e governo. Purtroppo, queste persone sono anche molto attive e cercano di raggiungere i loro obiettivi, a volte con un certo successo - tra l’altro, differiscono molto da coloro che sono impegnati in vere e proprie attività di organizzazione e coordinamento. Di conseguenza, la vita del Maidan si è già ricoperta di una discreta quantità di muffa burocratica, e i nuovi “capi” e la “sicurezza” stanno a volte creando notevoli ostacoli alla normale esistenza.</p>
<p>Per concludere, non si possono non citare i monumenti ai caduti nelle battaglie con il Berkut. Questi simboli e monumenti della tragedia e dell’altruismo si trovano vicino a una delle barricate frontali di via Grushevsky, oltre che sul Maidan stesso.</p>
<p>D.Ch.MPST</p>
<hr />
<h1 id="v-diario-ucraino-giorni-4-e-5-la-vita-dellassemblea-studentesca-e-la-quotidianita-della-rivoluzione">V. Diario ucraino, giorni 4 e 5: la vita dell’assemblea studentesca e la quotidianità della rivoluzione</h1>
<p><em>Pubblicato il 13 febbraio 2014</em></p>
<p>L’altro ieri (10 febbraio) è trascorso in modo confuso e movimentato. Abbiamo affrontato questioni organizzative, tenuto una riunione degli anarchici attivi sul Maidan e fatto piani organizzativi (per scaramanzia, vi parlerò dei piani solo quando si realizzeranno). Poi ci siamo stabiliti nel nostro nuovo luogo di residenza e di lotta - la liberata Casa dell’Ucraina - nell’Assemblea degli Studenti, un’isola di pensiero e di attività libertaria sul Maidan.</p>
<p>I ragazzi dell’Assemblea sono attivi 24 ore su 24; mantengono una stazione di ricarica per i cellulari e organizzano proiezioni di film e discussioni. È l’Assemblea che organizza un’importante e nobile iniziativa di guardia negli ospedali, dove vengono curate le vittime delle violenze della polizia in via Grushevsky e che, in quanto partecipanti alla rivolta popolare, rischiano l’arresto e, nella migliore delle ipotesi, letti a castello governativi invece di una cuccetta d’ospedale. Questi arresti e sequestri vengono effettuati di notte, in segreto, in violazione di tutte le norme procedurali e delle leggi. Per questo la presenza di volontari di guardia e l’ostacolo diretto alle azioni dei poliziotti ha già salvato diverse persone dalle imprevedibili conseguenze di un arresto illegale. La vita nell’Assemblea studentesca è in pieno svolgimento, e dobbiamo rendere merito all’ospitalità e alla cordialità dei compagni nei nostri confronti.</p>
<p>Una cosa triste: ci sono molti uomini duri con passamontagna e armature che si aggirano costantemente nell’edificio della Casa dell’Ucraina, per mantenere l’ordine, per così dire. Da un lato, è importante mantenere questo spazio sobrio, per allontanare provocatori e facinorosi. Ma dall’altro lato, vedere periodicamente due duri in maschera che trascinano per le braccia una ragazza che piange o un giovane triste è molto spiacevole. I neo-poliziotti (almeno, molti di loro) sono estremamente maleducati e cafoni, e chiunque chieda cosa abbia fatto la persona trascinata via si sentirà rispondere, nel migliore dei casi: “Nessuno te l’ha chiesto!” o “Stai zitto, o sarai il prossimo!”.</p>
<p>A questi ragazzi piace apparire minacciosi e sventolare le loro credenziali di “sicurezza”, ecc. È curioso e allo stesso tempo amaro vedere come il fenomeno ormai consolidato del “potere che corrompe” si stia riproponendo senza alcuna resistenza evidente. Sembra che molti di questi ragazzi, i “poliziotti del popolo”, che hanno la grande responsabilità di mantenere l’ordine ma non di trasformarsi in bestie repressive, siano spesso impegnati in un profondo senso della propria grandezza e prendano rapidamente gusto al potere. In futuro, ciò darà sicuramente origine a problemi ancora più gravi.</p>
<p>Tutto sommato, grazie a questi incidenti, nell’Assemblea e nel Maidan nel suo complesso prevale un’atmosfera piuttosto aggressiva. Dire “la regola della forza” sarebbe un’esagerazione, ma è vero che la forza ha un posto maggiore di quanto dovrebbe quando si tratta di questioni interne.</p>
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<p>Un dipinto su uno scudo catturato dalla polizia antisommossa ucraina, esposto alla Casa dell’Ucraina; scene dall’Assemblea studentesca e dalla Casa dell’Ucraina.</p>
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<p>Oltre alla “polizia”, ci sono molti altri gruppi di lavoro che operano nella Casa dell’Ucraina per far funzionare le cose senza intoppi e per aiutare le persone sul Maidan: c’è anche una “cappella” fatta di strisce di cartone con preti piuttosto strani, uno dei quali è già stato scortato fuori perché non era chi diceva di essere, e un altro aveva appena torturato un cucciolo che era entrato nel territorio sacro, piagnucolava molto - la corrente è stata tolta con uno scandalo - per fortuna, l’assemblea studentesca era proprio dietro un soffitto di cartone. Qui si possono incontrare anche elettricisti e idraulici, poiché i malfunzionamenti domestici sono frequenti.</p>
<p>D.Ch. MPST</p>
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<h1 id="vi-diario-ucraino-giorni-6-e-7-un-racconto-degli-anarchici-di-mosca-sulle-proteste-in-russia-presso-la-scuola-libera-di-vilna-nella-casa-ucraina-una-sezione-anarchica-nella-biblioteca-di-maidan">VI. Diario ucraino, giorni 6 e 7: un racconto degli anarchici di Mosca sulle proteste in Russia presso la Scuola (libera) di Vilna nella Casa Ucraina, una sezione anarchica nella biblioteca di Maidan</h1>
<p><em>Pubblicato il 13 febbraio 2014</em></p>
<p>Forse l’evento più significativo per noi il 12 febbraio è stata la presentazione collettiva nell’ambito della Scuola Libera, che si è tenuta la sera nella sala principale della Casa Ucraina. Abbiamo raccontato al pubblico (più di cinquanta persone) la campagna di protesta di massa contro Russia Unita (il partito al governo) e Putin nel 2011-2012 e il “caso di piazza Bolotnaya”<sup id="fnref:6" role="doc-noteref"><a href="#fn:6" class="footnote" rel="footnote">7</a></sup>.</p>
<p>L’idea principale che volevamo trasmettere ai nostri ascoltatori era che la protesta doveva essere organizzata su base orizzontale. Ironicamente, nonostante le differenze tra il movimento russo e l’insurrezione ucraina, anche noi abbiamo qualcosa da condividere con i nostri fratelli slavi. Anche il famigerato “consiglio di coordinamento” dell’opposizione è stato eletto nel nostro Paese, mentre qui molte cariche esecutive (sicurezza e autodifesa) sono nominate dall’alto: o dai partiti parlamentari dell’opposizione, o autoproclamate, secondo il principio del “chi osa, mangia”. Questi quasi-ufficiali non devono rendere conto ai comuni attivisti di Maidan, compresi quelli che sono costantemente sulle barricate, in piazza e nella Casa Ucraina. Allo stesso tempo, i loro poteri sono molto più ampi di quelli del Consiglio dell’opposizione in Russia. Inutile dire che questa situazione mina la resistenza all’autoritarismo di Yanukovich.</p>
<p>Il nostro messaggio è stato il seguente: il popolo ucraino, che ha già dimostrato di essere un convinto oppositore della tirannia, non deve accontentarsi di mettere sul collo gli stivali di nuovi oppressori al posto di quelli vecchi. Abbiamo parlato della nostra esperienza di assemblee popolari durante le “<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/2011%E2%80%932013_Russian_protests">manifestazioni in piedi</a>” sulla Chistye Prudy e sulla Barrikadnaya a Mosca. Abbiamo anche richiamato l’attenzione su alcune curiose differenze nelle realtà politiche di Russia e Ucraina. In particolare, nel parlamento russo non esistono partiti che assomiglino anche lontanamente a una vera opposizione al partito al potere. Paradossalmente, siamo “più fortunati” da questo punto di vista, poiché le istituzioni rappresentative e i partiti politici in Russia sembrano ispirare meno fiducia. Abbiamo ricevuto un’accoglienza calorosa e molti ci hanno sostenuto con fervore, mentre altri hanno contestato la nostra posizione egualitaria, esprimendo concetti comuni sbagliati sull’inevitabilità delle gerarchie sociali e sull’“impossibilità” di organizzare la società secondo linee diverse. C’è una lotta in corso all’interno di ognuno di noi: da un lato, le persone qui sono uscite per resistere alla coercizione di chi detiene il potere, ma dall’altro, il peso del pregiudizio, l’abitudine ad atteggiamenti sociali gerarchici e la struttura verticale della società sono ancora molto forti e trascinano la resistenza verso il basso.</p>
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<p>Dmitry parla alla Casa dell’Ucraina (UkrDom) durante il Maidan, nel febbraio 2014. In questo incontro, Dima ha parlato delle esperienze dei manifestanti russi, ha tracciato paralleli tra le lotte di liberazione dei due Paesi e ha proposto l’idea del potere popolare come alternativa al potere organizzato verticalmente e rappresentato dai politici di professione.</p>
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<p>Dopo diversi giorni di trattative con la biblioteca di Maidan e con i nostri compagni di Kiev, il 13 febbraio siamo riusciti a organizzare uno “scaffale libero” nella biblioteca della Casa Ucraina. Ci sono periodici anarchici e opuscoli teorici, qualcosa sull’ecologia e opere di filosofi di sinistra come Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Guy Debord e altri. Saremmo lieti di accogliere qualsiasi infusione di letteratura libertaria nel nostro settore bibliotecario. Finora c’è stato ben poco…</p>
<p>La vita nella “città ribelle” è ancora stagnante; oggi nessuno è andato a bloccare la Rada [il parlamento ucraino], ma la scadenza dell’ultimatum di Yanukovich il 17 febbraio promette di portare una nuova ondata.</p>
<p>D.Ch. MPST</p>
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<p>Graffiti anarchici; la sezione anarchica nella biblioteca della Casa Ucraina.</p>
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<h1 id="vii-diario-ucraino-san-valentino-a-maidan">VII. Diario ucraino: San Valentino a Maidan</h1>
<p><em>Pubblicato il 15 febbraio 2014</em></p>
<p>La giornata di oggi (14 febbraio) è trascorsa in modo abbastanza ordinario, cioè con le solite mille piccole cose.</p>
<p>L’atmosfera “romantica” che si crea intorno a San Valentino ha riempito anche il Maidan, con un suono particolare: si sono viste ragazze carine distribuire biglietti di San Valentino ai ragazzi, così come dandy con mazzi di fiori. I biglietti di San Valentino (vedi sopra) chiedono di essere all’altezza delle aspettative. Naturalmente, la convivenza di molti rappresentanti di entrambi i sessi per un lungo periodo di tempo porta inevitabilmente a una varietà di interazioni, che non è priva di aneddoti ma anche di storie davvero spiacevoli… ma d’altronde, questo è solo il background culturale dei nostri connazionali. Stile Europa dell’Est, come si suol dire…</p>
<p>Tuttavia, i cupidi non svolazzavano ovunque. Ieri si sono ripresentati gli svitati di Svolota: in attesa di un momento in cui fosse rimasta una sola persona di guardia alla sezione anarchica delle barricate, sono arrivati in gruppo, agitando coltelli… e hanno iniziato a dipingere i graffiti anarchici. Con ogni probabilità, questo asilo mostra il massimo che possiamo aspettarci dalla “gioventù Svolota”.</p>
<p>D.Ch. MPST</p>
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<h1 id="viii-diario-ucraino-cucina-maidan">VIII. Diario ucraino: Cucina Maidan</h1>
<p><em>Pubblicato il 16 febbraio 2014</em></p>
<p>Nella notte tra il 14 e il 15 febbraio ho deciso di soddisfare il mio senso civico e di fare un turno in cucina. È stata probabilmente una delle cose più interessanti che ho fatto durante il mio soggiorno qui. La cucina è sempre a corto di volontari e la maggior parte di coloro che vi lavorano sono donne. Durante il mio turno, il rapporto tra i sessi era di circa 4:1, quindi più equilibrato del solito.</p>
<p>Nutrire il popolo risvegliato (in senso politico) non è, per dirla senza mezzi termini, facile. La cucina funziona grazie al cibo pronto portato e a quello stanziato dalle riserve della rivoluzione, che ovviamente sono costituite da donazioni e/o sponsorizzazioni. Anche di notte c’è molta gente che vuole mangiare, quindi l’intera cucina e il buffet, con un totale di quindici o venti persone a turno, sono in modalità catena di montaggio.</p>
<p>Allo stesso tempo, molti rappresentanti del popolo risvegliato non si fanno carico né della gratitudine, né dell’educazione di base. Inoltre, molti dei ragazzi in coda non trovano di meglio da fare che flirtare insistentemente con le ragazze al bancone, cosa che mi ha presto stufato e che è diventata un’ulteriore lezione sul fatto che la rivoluzione della coscienza deve andare di pari passo con la rivoluzione sociale. Fortunatamente (o no?), le stesse maghette della ristorazione percepiscono questa situazione in modo più semplice. In generale, da persona che non ha mai amato l’iperfemminismo, posso testimoniare che il problema della discriminazione delle donne qui è reale: ci sono problemi di maleducazione, di ridistribuzione del lavoro sporco alle donne, di esclusione dalla partecipazione all’autodifesa e di molestie.</p>
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<p>San Valentino a Maidan; lavaggio delle pentole.</p>
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<p>Qualche tempo dopo l’inizio del lavoro in cucina, una donna scontenta (un “capo” locale di basso rango) si è presentata e ha iniziato a chiedere di sapere chi stava usando un megafono per invitare i volontari in cucina dal piano residenziale. Non che qualcuno fosse particolarmente addormentato in quel momento, ma la gente della sede centrale le aveva dato filo da torcere e ora lei era lì per portare la sua rabbia più in basso nella scala gerarchica. Tuttavia, uno dei ragazzi la rimproverò degnamente, dicendo che il principio “il capo punisce te, poi tu punisci un subordinato” è in qualche modo inappropriato nel territorio rivoluzionario.</p>
<p>Presto iniziarono a reclutare un gruppo per portare cibo alle barricate del fronte. Solo le squadre di autodifesa in servizio sono autorizzate a stare lì; non sono ammessi manifestanti ordinari o passanti. Le donne non sono ammesse sulle barricate frontali. Chi distribuisce cibo è scortato attraverso i cordoni da una guardia di sicurezza. Quando ero un “comune mortale” e non avevo accesso alle prime linee, non avrei potuto immaginare che ci fosse un sistema così esteso di barricate frontali vicino allo Stadio della Dinamo: ne abbiamo percorse sette, ognuna sorvegliata da una squadra in servizio.</p>
<p>Nel buio della notte, passando lentamente da una postazione all’altra, si respirava davvero un’atmosfera di guerra. Gli abitanti qui, a loro volta, non sono affatto hooligan del calcio o studenti ribelli, ma uomini adulti, forse con esperienza di guerra. Non posso fare a meno di apprezzare il fatto che tutto sia organizzato in modo così serio.</p>
<p>Tuttavia, questa situazione ha anche uno svantaggio, forse più significativo dei suoi vantaggi. La presenza di militari professionisti (o quasi) comporta inevitabilmente il crollo di qualsiasi tipo di democrazia nel movimento, poiché, per decisione dei loro comandanti, queste persone possono imporre questo o quell’ordine a tutti gli altri in modo organizzato e con la forza. Inoltre, secondo le mie sensazioni soggettive, queste persone sono diverse da quelle che sono venute qui al richiamo dell’idea e, anche se mi sbaglio, molto probabilmente i loro valori e obiettivi hanno poco in comune con i miei. C’è un’atmosfera densa di diritto alla forza, il potere di un uomo con una pistola (o una mazza). È un problema che richiede riflessione e soluzione. La contraddizione, il conflitto tra il Maidan “militare” e quello “civile”, è molto evidente.</p>
<p>D.Ch. MPST</p>
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<h1 id="ix-diario-ucraino-15-e-16-febbraio-la-calma-preoccupante-sta-per-finire">IX. Diario ucraino, 15 e 16 febbraio: la calma preoccupante sta per finire?</h1>
<p><em>Pubblicato il 17 febbraio 2014</em></p>
<p>Dopo la cucina del Maidan, mi sono svegliato tardi. Era il 15 febbraio, la situazione dei posti disponibili per la notte era pessima ed era ora di fare una doccia pubblica nella Casa Ucraina… peccato che non ci fosse una lavanderia pubblica o un deodorante per scarpe pubblico. Il wifi non era migliore della situazione igienica, quindi mi sono affrettato a cercare una rete, lasciando le mie cose, come al solito, nell’Assemblea degli studenti.</p>
<p>Immaginate la mia sorpresa quando, al mio ritorno, ho trovato l’ingresso della Casa bloccato da persone con elmetti e armature e con manganelli: uomini di “autodifesa”. A tutti è stato detto che l’edificio era in fase di evacuazione, ma che presto avrebbero fatto entrare tutti per mezz’ora per fare i bagagli. La situazione si è fatta molto spiacevole. Poi un uomo duro in mimetica ordinò, attraverso un megafono, che tutti dovevano formare una colonna di quattro persone ai piedi delle scale. E poi… a tutti è stato detto che si trattava di un’esercitazione, che la nostra preparazione alla difesa è una merda e che d’ora in poi tutti devono obbedire agli ordini degli uomini in mimetica in modo indiscutibile e organizzato.</p>
<p>Per certi versi, mi sentii sollevato. Ci fu permesso di prendere i nostri effetti personali e l’affannosa domanda su dove passare la notte non era più un problema. In generale, le azioni di alcuni politici particolarmente sbrigativi e arroganti, assetati di potere, così come gli uomini aggressivi, creano una sensazione opprimente di impotenza e di alienazione dal movimento rivoluzionario. Questa situazione necessita da tempo di una soluzione. Dappertutto circolano voci che presto lo Svolota verrà a sfrattare la Casa Ucraina, e sarà necessario tenere la difesa.</p>
<p>Per la proiezione del film serale, la scelta è caduta su “Il dittatore” [presumibilmente il film del 2012 di Sacha Baron Cohen] - abbiamo riso di cuore e il pubblico era entusiasta. È curioso che l’ufficio di sicurezza non abbia revocato all’Assemblea studentesca il diritto di organizzare proiezioni.</p>
<p>Il 16 febbraio è arrivato e con esso la “veche” domenicale: centinaia di migliaia di persone e politici che fanno slogan. Tutto è rimasto uguale a domenica scorsa. L’“offensiva pacifica” sugli edifici amministrativi, di cui molti avevano parlato, non ha avuto luogo. Il fascista Tyahnybok invitava tutti a mettere in atto ciò che era stato programmato per martedì. Ma la sera stessa lo Svolota ha dimostrato ancora una volta la sua natura di traditore. Le autorità hanno chiesto il rilascio dell’edificio del Municipio di Kiev (l’amministrazione statale della città) in cambio della liberazione dei prigionieri politici. Contrariamente all’opinione di un numero significativo di manifestanti, l’opposizione ha deciso arbitrariamente di consegnare il municipio alle autorità.</p>
<p>Al momento, la feccia degli Svolota, composta da diverse centinaia di persone armate di manganelli e scudi, sta bloccando l’ingresso dell’amministrazione comunale di Kiev al resto dei manifestanti. Con ogni probabilità, i traditori fascisti intendono consegnare l’edificio, che è stato occupato durante i feroci scontri, agli oppressori in mattinata.</p>
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<p>La bandiera dell’opposizione siriana a Maidan; Svolota fa il lavoro della polizia al municipio.</p>
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<p>D.Ch. MPST</p>
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<h1 id="x-diario-ucraino-culmine">X. Diario ucraino: Culmine</h1>
<p><em>Pubblicato il 20 febbraio 2014</em></p>
<p>In realtà, il diario è già finito. Scrivo queste righe seguendo le tracce sbiadite della memoria, seduto su una morbida poltrona e sorseggiando Borjomi a Mosca. Mi vergogno di essere qui, e di essere presente con molte persone che sono già diventate significative per me. Posso giustificarmi solo con il fatto che non me ne sono andato da lì per paura. Davvero.</p>
<p>La mattina del 18 febbraio, il giorno per il quale l’Ucraina è ora in lutto, era calda e soleggiata come la primavera. Era il secondo giorno dopo la fine dell’ultimatum che chiedeva la consegna degli edifici sequestrati e lo smantellamento delle barricate. Sì, certo. La tregua era finita.</p>
<p>Era anche il giorno in cui il Parlamento avrebbe dovuto iniziare la sua sessione. Pertanto, al mattino, una colonna di manifestanti si è diretta verso l’edificio della Rada da Maidan Nezalezhnosti lungo via Institutskaya. Gli accessi erano bloccati dal Berkut e i vicoli erano bloccati dai camion (proprio come in occasione di marce simili a Mosca). Noi della Casa Ucraina stavamo impiegando molto tempo per prepararci. Nel frattempo, è entrato in uno stato di assedio.</p>
<p>Le forze di autodifesa hanno detto che avrebbero fatto uscire le persone solo prima di pranzo, ma non avrebbero fatto entrare nessuno. Le finestre del piano terra sono state tolte per creare ulteriori barricate. Si è diffusa la voce che il Berkut e le truppe nazionali sarebbero passate all’offensiva. Dal portico della Casa Ucraina avevamo una buona visuale della barricata su via Grushevsky e potevamo vedere che nuvole di fumo nero cominciavano ad alzarsi da pneumatici in fiamme. Sorprendentemente, ciò era in armonia con l’atmosfera di questa luminosa giornata di primavera.</p>
<p>Infine, siamo andati in via Institutskaya. Siamo arrivati proprio nel momento in cui la folla di manifestanti stava uscendo dalla sua stasi e cominciava lentamente a muoversi. I cecchini di Berkut si erano sistemati comodamente sul tetto di una delle case e le forze principali della polizia, irte di scudi, formavano una “tartaruga” [una formazione difensiva]. La gente ha rotto il marciapiede, ha preparato i cocktail Grushevsky, ha indossato i respiratori e le bende di garza; chi aveva le maschere antigas le ha indossate. È iniziato…</p>
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<p>Il cartello recita “Sei bellissima!!! Ti amo!”</p>
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<p>Proviamo senza grandi poetiche, ma nella sostanza. Questo può essere utile quando ti capita di trovarti in una situazione simile, caro lettore.</p>
<p>È importante usare la paura: in modo che ti aiuti a evitare di cacciarti in certi guai, ma non sfoci nel panico e nella fuga. Personalmente, avevo una paura incessante che un proiettile o una granata mi colpissero. So da tempo di essere ben lontano dall’essere un temerario, e lo dico senza un briciolo di civetteria. Ora, per la prima volta, mi sono interessato all’essenza di un sentimento come il coraggio. Ma che cos’è? La paura mi costringeva a stare più vicino alle persone, a non sporgermi troppo, a non correre davanti alla folla. C’era una sensazione meschina: siamo in tanti qui, la possibilità che mi sparino addosso è minima. Avevo questa sensazione infantile: “Wow, sono dentro la rivolta! Proprio come l’ho vista in TV! Devo fare qualcosa di folle!”.</p>
<p>Ma questo era il meno. Accanto alla paura, c’era una sensazione simile al vuoto, un obbligo silenzioso a rimanere e ad agire. Non viene quasi mai formulato verbalmente. È così e basta. Forse il coraggio è proprio questo? Inoltre, è importante iniziare ad agire in modo significativo, e non solo stare in piedi o correre stupidamente avanti e indietro.</p>
<p>Qui volano le prime pietre, i primi proiettili dei poliziotti e le granate flash-bang… Si sentono le urla: il grido di battaglia.</p>
<p>In quel momento risuona il suono delle cornamuse: la canzone dei ribelli “Ribbon by Ribbon”, uno dei grandi successi di questo paese. In quel momento ho capito veramente il significato dei musicisti di guerra del passato: la melodia marziale ti mette in uno stato di trance bellica, ti infonde il senso della grandezza del momento, la necessità di mostrare coraggio. Non è forse per questo che amiamo andare in giro con un lettore musicale, perché la bella colonna sonora infinita dà un senso al grigiore della vita quotidiana e della routine? Quando accadono grandi cose, la colonna sonora è ancora più appropriata.</p>
<p>Poi, vediamo le cose punto per punto:</p>
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<p>La cosa più stupida da fare è stare lì impalati ad aspettare che succeda qualcosa. All’inizio, la maggior parte dei manifestanti fa proprio questo. È un modo sicuro per prendere i “regali” dei poliziotti senza fare nulla di buono. Inoltre, la folla impedisce il rapido movimento di gruppi di persone attive. L’unico beneficio condizionato è la creazione di un senso di partecipazione di massa. Penso che una grande folla ridurrà la voglia dei poliziotti di andare all’attacco. Ma non ne sono sicuro al 100%. Quindi il danno derivante dall’inutile attesa è concreto, mentre il beneficio è effimero.</p>
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<p>Quando si lancia un sasso, è importante guardarsi alle spalle. Ci sono stati casi di persone che hanno lanciato e colpito i propri compagni che si trovavano nelle vicinanze. È ancora più importante capire che si dovrebbe lanciare un sasso solo quando si è in una delle prime file. Ci sono stati personaggi emotivi che hanno lanciato pietre in preda all’euforia proprio dal folto della folla. Di conseguenza, le pietre sono finite sulle loro stesse prime file. Spero che nessuno di loro si sia ferito gravemente alla testa.</p>
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<p>Gli scudi possono proteggere dai proiettili di gomma e dai getti dei cannoni ad acqua. Gli scudi possono essere presi dalla polizia antisommossa o costruiti in casa con compensato o lamiera. Vengono tenuti dai compagni della prima fila e coprono gli altri. Gli scudi possono anche essere usati per fare delle sortite quando un gruppo di compagni avanza, le prime tre o quattro persone li coprono con gli scudi, mentre loro lanciano sassi o cocktail o spingono pneumatici nel fuoco.</p>
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<p>A proposito di pneumatici in fiamme. Il loro ruolo è un’arma a doppio taglio. Da un lato, l’accumulo di pneumatici incendiati impedisce ai poliziotti di caricare, dall’altro il fumo impedisce ai cecchini della polizia di mirare a bersagli precisi. Non è un caso che il cannone ad acqua sia stato diretto principalmente contro i pneumatici. Ma non sono così facili da spegnere una volta che hanno preso fuoco. D’altra parte, i pneumatici impediscono anche ai manifestanti di avanzare se hanno l’opportunità di attaccare.</p>
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<p>Così è scoppiata la battaglia. Ben presto alcuni ragazzi coraggiosi sono saliti sul tetto da cui gli agenti del Berkut sparavano e lanciavano granate, e i poliziotti hanno dovuto ritirarsi. Questo ha provocato una grande eccitazione ed è stata un’importante vittoria tattica.</p>
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<p>Presto la polizia antisommossa è piombata dal vicolo opposto e ha temporaneamente diviso in due la folla di manifestanti, ma dopo pochi istanti è stata allontanata, tanto che diversi poliziotti sono stati bloccati contro la barricata e fatti prigionieri. Sono stati portati verso il Maidan, mentre i ragazzi particolarmente focosi che cercavano di linciarli sono stati tenuti lontani.</p>
<p>Ancora una volta, le ondate del Berkut e della gente si sono scontrate a turno. Apparvero i primi feriti gravi e i volontari della squadra medica li aiutarono come poterono.</p>
<p>A questo punto, l’infantilismo svanì, lasciando il posto al desiderio di non mettermi in imbarazzo, ma anche di non essere sparato o colpito da una granata. Mi capitò di accompagnare un ferito dalla prima linea ai medici, si girò verso di me: il suo occhio non era visibile e c’era del sangue che usciva dall’orbita, riversandosi su quasi metà del viso: “Oko tsilo?” (“L’occhio è intatto?”) mi chiese… Gli dissi che sarebbe andato tutto bene, dovevamo solo andare dai medici. Spero di aver avuto ragione. “Oko” è una parola arcaica per noi, una parola poetica, mentre in ucraino significa solo occhio, e questo occhio insanguinato mi ha fatto passare la sbornia.</p>
<p>Poi ci sono state notizie di decine di morti. È terribile, ma non posso sentire fino in fondo il dolore di queste persone e dei loro cari, perché ne ho solo sentito parlare. Ma quegli uomini e quei ragazzi con la testa fracassata e gli occhi spenti (irrimediabilmente, temo) - li ho visti io stesso, mi sono immedesimato in loro e, parallelamente, ho avuto paura per la mia pelle. Ecco quindi la questione della sicurezza:</p>
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<p>L’attrezzatura minima necessaria per partecipare a un confronto di questo tipo è un casco da cantiere, guanti e qualcosa che copra il viso. Non preoccupatevi nemmeno di questo. In generale, è buona norma indossare un elmetto militare, un giubbotto antiproiettile e ginocchiere sportive per proteggere il più possibile le parti più vulnerabili del corpo, limitando al minimo i movimenti. Il mio elmetto da cantiere è stato colpito più volte da oggetti ostili sconosciuti: pallettoni o frammenti di granate flash-bang. L’impatto non è stato molto grave, ma non voglio sapere cosa mi sarebbe successo se non avessi indossato quell’elmetto.</p>
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<p>Come dimostra la pratica, gli occhi sono molto vulnerabili e soggetti a traumi. Di conseguenza, è necessario indossare occhiali protettivi, ovviamente non i soliti occhiali di vetro. Forse quelli da airsoft possono andare bene, ma sarebbe meglio averne di più resistenti. Un colpo diretto anche di un proiettile di gomma su un occhio non protetto è un disastro.</p>
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<p>Diverse volte una granata è esplosa molto vicino. Solo in TV le granate stordenti sembrano quasi innocue. In realtà, quando una granata di questo tipo esplode, si sente un rumore molto forte che colpisce le orecchie. Ancora oggi mi fanno male le orecchie e il loro ronzio, a distanza di due giorni, non si è ancora attenuato del tutto. Inoltre, le granate spruzzano schegge che possono bruciare e ferire. I tappi per le orecchie sono probabilmente una cattiva idea, perché creano un senso di vuoto, rallentano i tempi di reazione, affievoliscono la capacità di orientarsi e interferiscono con la capacità di comunicare con i compagni. A mio parere, le cuffie da ripresa sono più adatte. Non so quanto a lungo le orecchie umane possano sopportare tali colpi. Ma credo che altri due o tre sarebbero stati sufficienti per darmi problemi di salute. Ecco perché vale la pena proteggere le orecchie.</p>
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<p>È importante restare uniti agli amici. Controllate periodicamente come stanno, in modo che, se dovesse succedere qualcosa, nessuno venga lasciato indietro o arrestato senza che nessuno se ne accorga.</p>
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<p>La polizia fa largo uso di gas lacrimogeni, che il sottoscritto ha avuto il dispiacere di inalare in un paio di occasioni. Di conseguenza, una semplice benda di garza non è l’opzione migliore. Sarebbe più utile un vero respiratore o, meglio ancora, una maschera antigas. Inoltre, i volontari hanno camminato tra la folla distribuendo fette di limone, consigliando alle persone di strofinarle sul viso e sulle maschere. Hanno detto che questo aiuta anche con il gas.</p>
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<p>Di lì a poco è arrivato un veicolo blindato che spruzzava una roba viola che sembrava un liquido detergente dall’unità montata su di esso. A quanto pare, si trattava di una specie di gas di lusso.</p>
<p>Dopo un po’ siamo usciti da via Institutskaya per prendere del cibo e cambiarci d’abito. È stato il momento in cui i poliziotti hanno scatenato un’offensiva generale. Eravamo in Piazza Europa, a due passi da quella che oggi è diventata la leggendaria via Grushevsky. Stavamo andando alla Casa dell’Ucraina, che si trova anch’essa nelle vicinanze.</p>
<p>Ci sono stati rumori e grida. Una folla eterogenea è arrivata di corsa dal lato della barricata di Grushevsky, seguita da una folta schiera di ragazzi in mimetica e con l’elmetto - combattenti per l’autodifesa - inseguiti da un innumerevole sciame di poliziotti Berkut, come le orde di Batu Khan [un sovrano mongolo dell’inizio del XIII secolo, fondatore dell’Orda d’Oro]. Dall’esterno, tutto sembrava epico, come se fosse uscito da un film di guerra.</p>
<p>I Berkut hanno iniziato ad avanzare verso Maidan, lasciando la Casa Ucraina in realtà alle loro spalle, leggermente di lato. Sebbene fossimo nervosi e in preda al panico, questo ci ha dato l’opportunità di evacuare i feriti insieme alle medicine e ad altre cose dalla Casa Ucraina. Abbiamo dovuto rompere le finestre del primo piano per poter uscire dal retro e non dalla porta principale per raggiungere direttamente il Berkut. La difesa della Casa, che era stata preparata e fortificata per almeno due settimane, crollò all’istante, prima ancora che si svolgesse una battaglia.</p>
<p>Lo sfondamento a Grushevsky ci colse tutti di sorpresa. Prendemmo tutto quello che potevamo e insieme ci dirigemmo verso la Cattedrale di San Michele. Le campane stavano suonando, proprio come avevano suonato qualche mese prima durante il primo sgombero dell’Euromaidan.</p>
<p>Poi è iniziato l’assalto a Maidan, ma essendo rimasto senza casco, sono rimasto lontano dalla prima linea. Tuttavia, il calore delle barricate e delle tende infuocate ha raggiunto anche me. A quel punto, alcune tende di Maidan erano già state rase al suolo -erkut aveva usato alcuni dei cocktail sequestrati agli insorti. Potete leggere di più su questi eventi nelle notizie.</p>
<p>Dopo aver assistito a un altro fuoco d’artificio della polizia, che ha bruciato me e le persone che si trovavano nelle vicinanze con uno scoppiettante “fuoco del Bengala”, ho deciso che era ora di andare alla stazione ferroviaria. In un modo o nell’altro, quel giorno dovevo partire.</p>
<figure class="portrait">
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</figure>
<hr />
<h1 id="altre-letture">Altre letture</h1>
<ul>
<li>Sulla vita di <a href="https://crimethinc.com/2023/05/03/in-memory-of-dmitry-petrov-an-incomplete-biography-and-translation-of-his-work">Dmitry Petrov</a></li>
<li>“<a href="https://crimethinc.com/2014/03/17/feature-the-ukrainian-revolution-the-future-of-social-movements">La rivoluzione ucraina e il futuro dei movimenti sociali</a>”.</li>
<li>Sulla partecipazione alle proteste di Maidan di un altro antifascista russo, <a href="https://discours.io/articles/social/anarchists-on-maidan-protests">Alexei Sutuga</a></li>
</ul>
<div class="footnotes" role="doc-endnotes">
<ol>
<li id="fn:1" role="doc-endnote">
<p>Uno dei morti era l’anarchico Sergey Kemski, autore di “<a href="https://theanarchistlibrary.org/library/serhiy-kemsky-do-you-hear-maidan">Mi senti, Maidan?</a>”. Alcune <a href="https://twitter.com/I_Katchanovski/status/1717738123893817350">prove</a> suggeriscono che Kemski potrebbe essere stato colpito da nazionalisti pro-Maidan piuttosto che dalla polizia. <a href="#fnref:1" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:2" role="doc-endnote">
<p>In questo modo, Dmitry ha seguito le orme dell’anarchico russo Mikhail Bakunin, che ha sviluppato la sua politica anarchica nel corso dei suoi sforzi per agire in solidarietà con il popolo polacco oppresso (poiché gran parte della Polonia era una colonia russa nel XIX secolo). Il sostegno a coloro che resistono all’imperialismo russo è da tempo una priorità fondamentale per gli antiautoritari russi. <a href="#fnref:2" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:7" role="doc-endnote">
<p>È significativo che i nazionalisti si siano allineati con il neoliberismo in Ucraina mentre sostenevano di opporsi al “globalismo” neoliberista in Francia e negli Stati Uniti; l’incoerenza e l’opportunismo sono praticamente le caratteristiche che definiscono il nazionalismo. <a href="#fnref:7" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:3" role="doc-endnote">
<p>Svoboda è nato negli anni ‘90 come partito apertamente fascista che coinvolgeva gli skinhead, ma è passato a una strategia in giacca e cravatta per rendere popolare il fascismo dopo che Oleh Tyahnybok ne ha assunto il controllo nel 2004. Svoboda ha ottenuto oltre il 10% dei voti alle elezioni parlamentari del 2012; contrariamente ai timori, tuttavia, ha perso consensi dopo le elezioni del 2014. <a href="#fnref:3" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:4" role="doc-endnote">
<p>Yulia Tymoshenko è stata leader della cosiddetta “Rivoluzione arancione” che ha avuto luogo in Ucraina tra il novembre 2004 e il gennaio 2005, a seguito della quale è diventata Primo Ministro. Ha perso il ballottaggio delle elezioni presidenziali ucraine del 2010 contro Viktor Yanukovych per 3,5 punti percentuali. L’amministrazione di Yanukovych l’ha imprigionata, ma è stata rilasciata nel corso della rivoluzione del 2014. <a href="#fnref:4" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:5" role="doc-endnote">
<p>Il significato di questo riferimento non è chiaro né ai traduttori né ai redattori. Dmitry potrebbe essersi riferito a Yanukovych o a <a href="https://sprotyv.org/nikolaj-shhur-kak-kiva-spasal-donetskogo-blatnogo/">Nikolay Shchur</a>, oppure potrebbe essere stato un riferimento più generale ai teppisti di Donetsk. <a href="#fnref:5" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:6" role="doc-endnote">
<p>Il 6 maggio 2012, la “Marcia dei milioni” si è conclusa con scontri in piazza Bolotnaya a Mosca. Sono state arrestate diverse persone, tra cui l’anarchico Alexei Polikhovich e l’antifascista Alexei Gaskarov. Il successivo <a href="https://crimethinc.com/2019/08/14/the-speech-of-russian-anarchist-alexei-polikhovich-in-moscow-for-which-he-is-currently-imprisoned">caso giudiziario</a> è stato associato alla lotta per la liberazione dei prigionieri politici russi. <a href="#fnref:6" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div>
https://crimethinc.com/2024/02/14/note-sullamore2024-02-14T05:23:36Z2024-02-27T19:04:18ZNote sull'amoreIn un giorno spesso pieno di consumismo e di superficiale romanticismo, questo manifesto di un compagno di New York esplora l'amore come fondamento della militanza.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/02/15/header.jpg" /></figure>
<p>In un giorno spesso pieno di consumismo e di superficiale romanticismo, questo manifesto di un compagno di New York esplora l’amore come fondamento della militanza, come mezzo di resistenza e di riscatto.</p>
<hr />
<h1 id="note-sullamore">Note sull’amore</h1>
<p><em>di Ferdinand</em></p>
<p><em>per <a href="https://poetryfieldschool.com/leijia_scholarship/">Leija</a></em></p>
<figure class="">
<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/02/15/18.jpg" />
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<p>L’amore è l’unica ragione per essere vivi.</p>
<p>A un certo punto della mia vita, ho capito che lasciarmi controllare dalla mia paura dell’intimità era controrivoluzionario. L’impulso individualizzante di essere distaccati è un sintomo di questo mondo fottuto che vuole isolarci l’uno dall’altro. Se la mia politica non è informata dall’amore per i miei compagni, il mio pianeta, i miei amici e me stesso,</p>
<p>che senso ha?</p>
<hr />
<p>La cosa più radicale che si possa fare in questa vita è amare.<br />
Essere vulnerabili.<br />
Dare il proprio cuore a un altro e confidare che sia gentile con lui.<br />
È una prospettiva terrificante essere visti. Essere conosciuti.<br />
E se mi rifiutassero?<br />
E se non fossi abbastanza bravo? Se non fossi abbastanza intelligente?<br />
Dico la cosa sbagliata? Faccio la cosa sbagliata? E se non sono abbastanza?</p>
<hr />
<p>Questo mondo ci spinge a stare da soli. Quando siamo isolati, siamo meno potenti.</p>
<p>Dividere e conquistare.</p>
<hr />
<p>Come possiamo reagire a un mondo che mira a dividerci? Un mondo che vuole che ci vediamo solo come individui, senza legami che ci leghino l’uno all’altro e senza un interesse comune per il destino di chi ci circonda. Ci danno algoritmi che ci mostrano innumerevoli opzioni di potenziali amanti, trasformando ognuno di loro in una merce.</p>
<p>Scorri a destra per riempire il vuoto. Una serie di incontri infiniti consegnati direttamente a casa vostra, facili come ordinare una pizza. I corpi umani sono trasformati in oggetti da consumare.</p>
<p>Non è mai stato così facile incontrare qualcuno. Il mondo non è mai stato così solo.</p>
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<p>Come possiamo muoverci con amore in un mondo che ci dice di vergognarcene? Ci dicono che è meglio essere soli - ci vendono idee di individualismo che non hanno nulla a che fare con l’autonomia. Ci vendono libri di auto-aiuto con mantra su come concentrarsi su se stessi quando le cose si fanno difficili.</p>
<p>“Se non ami te stesso, come puoi amare gli altri?<br />
come puoi amare gli altri?”.</p>
<p>Ma amare gli altri è il modo in cui impariamo veramente ad amare noi stessi.</p>
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<p>In qualche modo, ci è stata venduta la bugia che la guarigione di se stessi è qualcosa che deve essere fatto in isolamento. Non si può collaborare e non si può ottenere in comune.</p>
<p>Bisogna farlo da soli.</p>
<p>È una stronzata.</p>
<hr />
<p>La verità è che abbiamo bisogno gli uni degli altri.</p>
<p>Nessuno deve affrontare questa vita da solo e nessuno deve guarire da solo. Guariamo noi stessi e gli altri dedicandoci completamente all’amore.</p>
<p>Possiamo guarire questo mondo attraverso l’amore<br />
perché l’amore è un attacco.</p>
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<p>Nell’antica Tebe, la Banda Sacra era un battaglione d’élite di soldati composto da 150 coppie di amanti maschi. A causa dei loro legami, o come li descriveva Poliaeno, “devoti l’uno all’altro per reciproci obblighi d’amore”, questi guerrieri combattevano più valorosamente per proteggere i loro amanti. Penso a questi soldati-amanti e a ciò che si può imparare dal loro impegno reciproco. Come il loro amore li abbia resi più militanti.</p>
<p>L’amore è una tattica di guerra.</p>
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</figure>
<p>Per me l’amore è un pugno chiuso.<br />
Un mattone che attraversa una finestra.<br />
La cosa per cui stiamo combattendo<br />
e il metodo con cui vinceremo.</p>
<hr />
<p>Perché vogliamo un mondo migliore se non per amore? Quando la nostra lotta è motivata dall’amore, la posta in gioco è molto più alta. La lotta colpisce nel segno perché non stiamo combattendo solo per le nostre vite, ma anche per le vite e il futuro di coloro che amiamo.</p>
<p>Un futuro che i nostri figli erediteranno e di cui i nostri antenati sono stati derubati. Combattiamo per un futuro in cui i nostri amanti, compagni e amici possano vivere la bella vita.</p>
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<p>Che si tratti di avere figli, di prendersi cura dei propri anziani o di formare coppie, coppie di fatto, coppie policrome, legami di vita platonici o qualsiasi altro modo di immaginare l’intimità umana, quando ci impegniamo con altri esseri umani è il fondamento di una militanza che può sopravvivere al burnout e alla depressione.</p>
<p>Questi legami reciproci ci danno la forza di andare avanti quando la lotta sembra senza speranza.</p>
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</figure>
<p>La nostra sopravvivenza dipende l’una dall’altra e i nostri destini sono legati tra loro.</p>
<p>Non dovete affrontare questo mondo da soli.</p>
<p>Io sono qui, te lo prometto.</p>
<hr />
<p>Viviamo su un pianeta paradisiaco che abbiamo distrutto al di là di ogni ragionevolezza perché ci consideravamo in qualche modo separati dal resto del mondo naturale.</p>
<p>Voglio sfuggire alle catene della civiltà e accettare il mio posto come parte della natura.</p>
<p>Amare è essere umani. Il nostro desiderio è primordiale. Gli esseri umani sono animali, e siamo animali sociali. Ci siamo evoluti per avere bisogno gli uni degli altri, per vivere in comunità e per prenderci cura gli uni degli altri. Il desiderio di amare e di essere amati è nelle nostre ossa.</p>
<figure class="">
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</figure>
<hr />
<p>L’amore è l’asse su cui<br />
il mio mondo gira.<br />
La cosa che desidero più di ogni altra. La cosa da cui sono scappato per tutta la vita.<br />
Come posso affrontare il terrore<br />
di essere amato?<br />
Sto combattendo contro questo mondo. Sto combattendo per questo mondo.<br />
Ti prego di avere<br />
le mie spalle.</p>
<hr />
<p>C’è una tendenza cinica a considerare l’amore come banale.</p>
<p>Pensiamo agli slogan hippie: “All You Need Is Love”.</p>
<p>Concepiamo l’amore come una forza invisibile che ci salverà da questo mondo crudele che cerca di distruggere, se solo riusciamo a credere in qualche modo in esso.</p>
<p>Ma l’amore è un’arma. Quando mi permetto di sperimentare l’intimità con altri esseri umani,
è allora che sono più umano. È allora che affilo la lama dell’amore.</p>
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<p>La paura è nemica dell’amore. Quando lascio che la paura mi impedisca di amare, divento il mio stesso nemico.
Autosabotaggio. Troppe volte la paura del rifiuto mi ha fatto allontanare dall’amore. La mia tendenza a essere distaccata mi ha fatto sentire isolata e vuota. Voglio darmi più completamente ai miei amanti e ai miei amici. È questo il vero significato di una vita in comune?</p>
<p>Una vita degna di essere vissuta è una vita con amore.</p>
<p>Abbandoniamo la paura. Impariamo ad aggrapparci l’uno all’altro, a sostenerci e a lottare l’uno per l’altro.</p>
<p>L’amore sia il fuoco che brucia questo mondo. L’amore sia il seme che cresce dalle sue ceneri.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/02/15/3.jpg" />
</figure>
<p>Forse sono ingenuo e sciocco. Sarò il primo ad ammettere di essere sempre stato un romantico di cuore.
Ma ancora una volta, l’amore è una tattica di guerra. È la cosa per cui stiamo combattendo e il metodo con cui vinceremo.</p>
<p>Mentre questo mondo cerca di separarci,<br />
io ti sto raggiungendo.</p>
https://crimethinc.com/2024/01/08/le-azioni-di-solidarieta-per-gaza-continuano-da-durham-a-seattle-con-un-reportage-dal-blocco-della-i-5-12024-01-08T10:45:00Z2024-01-10T08:45:05ZLe azioni di solidarietà per Gaza continuano da Durham a Seattle : Con un reportage dal blocco della I-5Esplorando come le azioni di solidarietà a Gaza si sono evolute negli ultimi tre mesi, riportiamo il blocco della I-5 nord a Seattle.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/01/07/header.jpg" /></figure>
<p>I bombardamenti, l’invasione e l’occupazione di Gaza sono in corso da tre mesi, con un bilancio di <a href="https://www.aljazeera.com/news/longform/2023/10/9/israel-hamas-war-in-maps-and-charts-live-tracker">23.000 vite</a> o più, tra cui circa 10.000 bambini. L’esercito israeliano ha sfollato la maggior parte dei 2,3 milioni di persone che vivono a Gaza e i portavoce israeliani <a href="https://www.nytimes.com/live/2024/01/08/world/israel-hamas-war-gaza-news#israeli-military-vows-different-tactics-in-the-crowded-south-of-gaza-but-offers-few-details">dichiarano esplicitamente</a> che intendono continuare l’assalto per tutto il 2024 e persino nel 2025. Alcuni elementi della società israeliana <a href="https://todon.eu/@CrimethInc/111320877788359715">chiedono apertamente</a> la completa pulizia etnica di Gaza.</p>
<p>Determinata a mantenere il suo principale partner di politica estera nel Medio Oriente, l’amministrazione Biden continua a fornire miliardi di dollari al governo israeliano, nonostante il timore che il massacro di Gaza possa costare a Joe Biden le elezioni, allontanando gli elettori più giovani che non sono abituati alla disumanizzazione dei palestinesi. Diversi noti <a href="https://todon.eu/@CrimethInc/111430504210481223">antisemiti</a> hanno stabilito una tenue causa comune con i sionisti sulla piattaforma condivisa di approvazione della violenza coloniale.</p>
<figure class="portrait">
<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/01/07/5.jpg" /> <figcaption>
<p>“Ogni capo di abbigliamento rappresenta 100 bambini martirizzati a Gaza dal 7 ottobre”. Un’installazione d’arte pubblica mobile nel centro di Durham, North Carolina, la notte del 4 gennaio 2024.</p>
</figcaption>
</figure>
<p>La carneficina in corso a Gaza è calcolata per avere un effetto demoralizzante su coloro che desiderano vedere la fine dei <a href="https://crimethinc.com/2023/10/17/from-the-galilee-to-gaza-a-voice-from-palestine-1">decenni</a> di salassi in Palestina. Aggiungere decine di migliaia di nuove vittime al conteggio dei morti non renderà gli israeliani più sicuri; può solo far aumentare la violenza in tutta la regione, concentrando ulteriormente il potere nelle mani di bigotti militaristi e uomini forti.</p>
<p>Imperterriti, i cittadini di tutti gli Stati Uniti hanno continuato ad agire in solidarietà con i palestinesi. Manifestanti audaci hanno bloccato <a href="https://todon.eu/@CrimethInc/111421872738108781">ponti</a>, <a href="https://crimethinc.com/2023/11/10/shutting-down-the-port-of-tacoma-reflections-from-the-salish-sea">porti</a>, <a href="https://crimethinc.com/2023/11/15/shutting-down-raytheon-report-from-a">impianti di produzione di armi</a> e <a href="https://crimethinc.com/2023/12/19/autonomous-actions-against-amazon-in-solidarity-with-palestine-including-a-report-from-lacey-washington">altri</a> punti di pressione. Le strutture e i modelli di queste azioni di solidarietà continuano ad evolversi.</p>
<p>A Durham, nella Carolina del Nord, che ha visto diverse proteste contro lo spargimento di sangue a Gaza alla fine del 2023, la prima manifestazione di solidarietà <a href="https://www.instagram.com/p/C1sxeZ9ryMr/">esplicitamente autonoma e senza leader</a> su larga scala ha avuto luogo il 4 gennaio. Come nelle manifestazioni precedenti, centinaia di persone si sono riunite, hanno parlato a turno e hanno marciato per la città. Questa volta, però, il corteo si è diretto verso il carcere, dove i partecipanti hanno sparato fuochi d’artificio contro l’edificio e hanno proiettato “Free Palestine-Free prisoners” sulla sua facciata, collegando la lotta contro la pulizia etnica in Palestina alla lotta locale contro la polizia e le prigioni.</p>
<figure class="portrait">
<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/01/07/3.jpg" /> <figcaption>
<p>Manifestanti che marciano in solidarietà con la popolazione di Gaza a Durham, North Carolina, la notte del 4 gennaio 2024 passano davanti al carcere mentre gli anarchici proiettano sulla sua facciata la scritta “Free Palestine-Free prisoners-We not are free until everyone is free”.</p>
</figcaption>
</figure>
<p>Due giorni dopo, a Seattle, i manifestanti hanno bloccato la I-5 nord e una rampa e un cavalcavia, bloccando il traffico <a href="https://apnews.com/article/seattle-protest-israel-hamas-b7f8988e5139089633072322e79cbcd3">per più di sei miglia</a>. Nel seguente resoconto anonimo, i partecipanti al blocco descrivono il modo in cui hanno ottenuto questo risultato.</p>
<p>Per ulteriori informazioni, consultate il <a href="https://crimethinc.com/2023/11/03/strategizing-for-palestinian-solidarity-expanding-the-toolkit-from-demands-to-direct-action-1">testo</a> che abbiamo pubblicato dal Collettivo Fayer, un collettivo ebraico impegnato nell’organizzazione ecologica, abolizionista e antifascista, che spiega perché ritiene importante la solidarietà con i palestinesi e come passare dalla richiesta di un cessate il fuoco all’azione diretta per imporne uno. Ora lo offriamo come zine che potete stampare e distribuire nella vostra comunità.</p>
<figure class="portrait-shadow">
<a href="https://crimethinc.com/zines/strategizing-for-palestinian-solidarity"> <img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/01/07/strategizing-for-palestinian-solidarity_front.jpg" /> </a> <figcaption>
<p>Clicca sull’immagine per scaricare la zine.</p>
</figcaption>
</figure>
<hr />
<h1 id="azione-di-solidarieta-palestinese-blocca-per-ore-la-superstrada-i-5-a-seattle">Azione di solidarietà palestinese blocca per ore la superstrada I-5 a Seattle</h1>
<p>Sabato 6 gennaio, oltre 150 persone hanno occupato la superstrada 1-5 in direzione nord a Seattle, Washington, tra Olive Way e East Denny Way. L’azione ha provocato la chiusura completa della I-5 nord per oltre quattro ore. Altre centinaia di persone hanno occupato il cavalcavia dell’I-5 di Olive Way in solidarietà con chi si trovava sulla superstrada, bloccando anche il cavalcavia per ore.</p>
<p>L’obiettivo dell’azione era quello di fermare il business come al solito e di indirizzare l’attenzione pubblica verso la Palestina. Negli ultimi tre mesi Israele ha ucciso ben oltre <a href="https://www.aljazeera.com/news/longform/2023/10/9/israel-hamas-war-in-maps-and-charts-live-tracker">22.000 palestinesi</a>, la maggior parte dei quali sono donne e bambini, eppure il governo degli Stati Uniti continua a sostenere finanziariamente e politicamente il genocidio. Come la folla ha cantato sabato, “Non un altro nichelino, non un altro centesimo, niente più soldi per i crimini di Israele!”.</p>
<p>Tra i vari cartelli si poteva leggere “Stop al genocidio finanziato dagli Stati Uniti”, “Liberate tutti i prigionieri palestinesi”, “Ebrei per una Palestina libera” e “Proteggete Gaza - cessate il fuoco ora”. Le richieste dell’azione comprendevano:</p>
<ul>
<li>Cessate il fuoco permanente e fine dell’assedio di Gaza.</li>
<li>Stop a tutti gli aiuti statunitensi al governo israeliano</li>
<li>Liberare tutti i prigionieri palestinesi</li>
<li>Porre fine all’occupazione della Palestina</li>
<li>Restituzione della terra</li>
</ul>
<p>Questa azione diretta è stata ben organizzata. I gruppi di solidarietà sono arrivati in modo scaglionato al punto d’incontro per organizzare il corteo prima di imboccare l’autostrada. Due file di auto hanno bloccato tutte e cinque le corsie del traffico in direzione nord, poi le auto e una brigata di biciclette hanno bloccato la rampa Olive Way I-5 nord. I gruppi di solidarietà hanno poi marciato insieme lungo la rampa e sulla I-5 per radunarsi di fronte al traffico.</p>
<figure class="">
<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/01/07/1.jpg" /> <figcaption>
<p>I dimostranti di Seattle bloccano la I-5 nord il 6 gennaio 2024.</p>
</figcaption>
</figure>
<p>Circa quindici persone si sono schierate con le armi nelle cassette di sicurezza e il resto del gruppo si è disposto in file di fronte a loro. Un altro centinaio di persone ha occupato la rampa e il terrapieno tra la rampa e l’autostrada.</p>
<p>Gli organizzatori dell’azione erano identificabili, ma hanno rispettato l’autonomia dei partecipanti. È stato detto che gli organizzatori non avrebbero fatto da polizia agli altri per le loro azioni e che ognuno era libero di unirsi o abbandonare l’azione in qualsiasi momento in base al livello di rischio che si sentiva di affrontare.</p>
<p>I pochi automobilisti arrabbiati bloccati nel traffico del blocco che si sono avvicinati al gruppo sono stati calmati con successo dal team di de-escalation dell’azione. Molti di coloro che erano bloccati nel traffico si sono uniti all’azione cantando e applaudendo, prendendo anche le bandiere palestinesi da sventolare. Gli automobilisti e i camionisti diretti a sud, dall’altra parte della mediana, hanno continuamente espresso il loro sostegno al blocco con clacson, pugni alzati in segno di solidarietà e segni di pace. Due di loro si sono addirittura fermati completamente, bloccando temporaneamente anche il traffico verso sud.</p>
<p>Gli “orsi della cura” dell’azione hanno distribuito snack, acqua, Gatorade, gocce per la tosse, scaldamani, fazzoletti e altro ancora. Medici addestrati erano pronti a curare qualsiasi cosa, dalle necessità di primo soccorso alle ferite da arma da fuoco.</p>
<p>La gente ha guidato canti e canzoni potenti, mantenendo viva l’energia per tutte le quattro ore di chiusura. Uno dei canti più potenti della giornata è stato “IDF, SPD, l’abolizione è la chiave!”. Questo ha collegato l’oppressione dei palestinesi all’oppressione dei neri, dei marroni e degli indigeni qui negli Stati Uniti. Il canto affermava che il movimento per la liberazione dei palestinesi è parte della più ampia lotta per la liberazione di tutti i popoli. Queste parole ci hanno fondato sulla realtà che nessuno è libero finché non siamo tutti liberi, finché non creiamo un mondo senza dominazione, polizia e, in ultima analisi, lo stesso Stato.</p>
<p>L’energia indomita e gioiosa ha raggiunto il culmine al tramonto, quando sono scoppiati pioggia, grandine, tuoni e fulmini. Invece di mettere a tacere i manifestanti, il tempo burrascoso ha ispirato il gruppo a un’ultima festa da ballo, al grido di “Su, su con la liberazione! Giù, giù con l’occupazione!”. Intorno alle 16.30, l’intero gruppo ha marciato insieme fuori dall’autostrada, risalendo la rampa, e si è unito alla folla che ancora occupava il cavalcavia di Olive Way. Non ci sono stati arresti sulla superstrada per tutto il tempo in cui è stata chiusa.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2024/01/07/2.jpg" /> <figcaption>
<p>I manifestanti guardano dal cavalcavia della Olive Way I-5 a Seattle mentre i loro compagni bloccano la superstrada sottostante il 6 gennaio 2024.</p>
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<p>Questa azione fa parte di un’ondata di azioni strategiche per bloccare <a href="https://www.theguardian.com/us-news/2023/nov/27/protest-manhattan-bridge-gaza-ceasefire">ponti</a>, <a href="https://thehill.com/homenews/state-watch/4359121-los-angeles-freeway-shut-down-by-protestors-calling-for-gaza-cease-fire/">autostrade</a> e altri obiettivi in tutti gli Stati Uniti per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e la liberazione della Palestina. A livello locale, abbiamo assistito a recenti blocchi al <a href="https://crimethinc.com/2023/11/10/shutting-down-the-port-of-tacoma-reflections-from-the-salish-sea">porto di Tacoma</a> e a un <a href="https://crimethinc.com/2023/12/19/autonomous-actions-against-amazon-in-solidarity-with-palestine-including-a-report-from-lacey-washington">centro di approvvigionamento di Amazon</a> a Lacey in solidarietà con i palestinesi. Il fatto che non ci siano stati arresti in queste due azioni o in quella di sabato dimostra che le azioni che coinvolgono una massa critica di persone possono essere più sicure per i partecipanti e più efficaci. Il potere delle persone è spesso la nostra migliore strategia per affrontare e respingere lo Stato.</p>
<p>Molte persone non capiscono come la chiusura di un ponte o di un’autostrada possa aiutare i palestinesi di Gaza. Eppure il nostro governo sostiene il genocidio dei palestinesi, le aziende americane ne traggono profitto, i media mainstream e i politici mentono al riguardo e gran parte della nostra società è indifferente o favorevole a questo fenomeno a causa di queste bugie. In queste condizioni, chiudere un’autostrada è un mezzo necessario per centrare la lotta dei palestinesi per la sopravvivenza. Azioni pubbliche dirompenti come questa sono anche cruciali per sostenere l’energia e attivare nuove persone a unirsi al movimento. Sono una risposta inevitabile a un governo che continua a inviare innumerevoli dollari di tasse a una forza militare che è attivamente impegnata in un genocidio. La storia dimostra che l’azione diretta è necessaria in queste situazioni.</p>
<p>Ci auguriamo che il successo della chiusura della I-5 di sabato serva da ispirazione per un maggior numero di persone a partecipare all’azione diretta, prendendo posizione per un mondo giusto.</p>
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<p>Uno striscione a Durham, North Carolina, la notte del 4 gennaio 2024.</p>
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https://crimethinc.com/2023/12/29/2023-la-rassegna-dellanno-un-mondo-sullorlo-del-baratro-12023-12-29T21:41:00Z2024-01-08T17:20:33Z2023: La rassegna dell’anno : Un mondo sull'orlo del baratroRivediamo i nostri sforzi nell'ultimo anno, compresa la copertura che abbiamo fornito all'interno dei movimenti sociali e i progetti a cui abbiamo contribuito.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/12/29/header.jpg" /></figure>
<p>Buon anno! Congratulazioni per essere sopravvissuti. Facciamo il punto della situazione.</p>
<p>Nel nostro <a href="https://crimethinc.com/2022/12/30/2022-in-review-a-year-to-endure">rapporto sull’anno 2022</a>, abbiamo documentato la fase di riflusso dei movimenti sociali che ha seguito gli sconvolgimenti del 2019 e del 2020, quando le strategie che avevano avuto successo in precedenza hanno prodotto rendimenti decrescenti e le autorità hanno imparato dalle loro sconfitte. Rimane un tratto distintivo della nostra epoca il fatto che anche le lotte più accese non siano riuscite a raggiungere le loro richieste intermedie. A quanto pare, coloro che amministrano il sempre più fragile ordine sociale che alcuni chiamano “tardo capitalismo” non sono in grado di cedere il passo. Piuttosto che offrire concessioni ai disperati e agli indisciplinati, i governi di tutto lo spettro politico stanno investendo in tecnologie repressive e raddoppiando la loro dipendenza dalla polizia.</p>
<p>Oltreoceano, le conseguenze di tutto ciò erano già chiare <a href="https://crimethinc.com/2022/12/30/2022-in-review-a-year-to-endure">un anno fa</a>:</p>
<blockquote>
<p>L’invasione dell’Ucraina ha proseguito un processo di militarizzazione e sfollamento già avviato in Siria. Tra collasso ecologico e guerra - effetti collaterali dell’accumulazione del capitale e delle sue conseguenze - sempre più persone sono costrette all’esilio in tutto il mondo.</p>
<p>L’invasione dell’Ucraina è probabilmente un’indicazione delle cose che verranno. Negli ultimi decenni, i governi di tutto il mondo hanno investito miliardi di dollari in tecnologie per il controllo delle folle e in equipaggiamenti militari, mentre hanno fatto pochi passi per affrontare le crescenti disuguaglianze o la distruzione del mondo naturale. Con l’intensificarsi delle crisi economiche ed ecologiche, sempre più governi cercheranno di risolvere i loro problemi interni avviando ostilità con i loro vicini.</p>
</blockquote>
<p>Purtroppo, gli eventi del 2023 hanno confermato i nostri timori. Mentre l’invasione russa dell’Ucraina si è trasformata in una guerra di logoramento, in Sudan è scoppiata la guerra civile, l’Azerbaigian ha invaso il Nagorno-Karabakh a scopo di pulizia etnica e ora il governo israeliano sta attuando una pulizia etnica a Gaza. Non si tratta di aberrazioni, ma di scorci di futuro se non riusciamo a cambiare rotta.</p>
<p>Questo dimostra quale sia la posta in gioco nei nostri maldestri sforzi per cambiare il mondo. In queste circostanze, se non è possibile ottenere richieste intermedie, può essere più facile perseguire una trasformazione rivoluzionaria vera e propria.</p>
<p>Fortunatamente, non siamo gli unici a occuparci di queste questioni. Quest’anno siamo stati ispirati dalla tenacia dei partecipanti alle lotte in corso, come quella per fermare Cop City, dall’empatia che ha spinto le persone di tutto il mondo ad agire in solidarietà con gli abitanti di Gaza, dal coraggio dei ribelli dall’Ecuador alla Francia. Le nostre esperienze di incontro in manifestazioni, progetti di mutuo soccorso, concerti, fiere del libro e discussioni appassionate hanno sostenuto la nostra fede nel potenziale dell’umanità. Questa storia è tutt’altro che finita.</p>
<p>Il 2024 sarà probabilmente una corsa sulle montagne russe. Negli Stati Uniti, la stagione elettorale si preannuncia davvero caotica, e questo si tradurrà in un conflitto sociale nelle strade. Sta a noi dimostrare che, invece di scegliere tra fascisti e centristi determinati a preservare un sistema che si sta autodistruggendo, le persone possono unirsi in reti basate sulla solidarietà, sull’aiuto reciproco e su una visione più ambiziosa di ciò che potrebbe essere la nostra vita.</p>
<p>Questo è il modo migliore per prepararsi a tutto ciò che ci aspetta.</p>
<p>Qui passeremo in rassegna i nostri sforzi dell’ultimo anno: la copertura che abbiamo fornito dall’interno dei movimenti sociali e i progetti a cui abbiamo contribuito.</p>
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<h1 id="la-tragedia-in-corso-in-palestina">La tragedia in corso in Palestina</h1>
<p>Il 7 ottobre, militanti di Hamas e di altri gruppi palestinesi hanno violato la barriera di confine con Gaza e hanno compiuto una serie di attacchi, uccidendo 1139 persone. Il governo israeliano ha colto l’occasione per perseguire la pulizia etnica nella Striscia di Gaza. Alla fine del 2023 aveva massacrato <a href="https://www.aljazeera.com/news/longform/2023/10/9/israel-hamas-war-in-maps-and-charts-live-tracker">ben oltre 21.000 palestinesi</a>, due terzi dei quali erano donne e bambini.</p>
<p>In risposta, gli Stati Uniti hanno visto un’ondata di proteste e azioni dirette. All’inizio di novembre, abbiamo pubblicato un <a href="https://crimethinc.com/2023/11/03/strategizing-for-palestinian-solidarity-expanding-the-toolkit-from-demands-to-direct-action-1">testo</a> del <a href="https://twitter.com/FayerAtlanta">collettivo Fayer</a>, un collettivo ebraico che ha partecipato alla lotta per fermare la Cop City ad Atlanta, che spiega perché sono impegnati nella solidarietà con i palestinesi e cosa credono sia necessario per fermare l’assalto dell’esercito israeliano. Nelle settimane successive abbiamo pubblicato i resoconti degli anarchici che hanno partecipato al <a href="https://crimethinc.com/2023/11/10/shutting-down-the-port-of-tacoma-reflections-from-the-salish-sea">blocco del porto di Tacoma</a>, di un <a href="https://crimethinc.com/2023/11/15/shutting-down-raytheon-report-from-a">impianto Raytheon</a> e di varie sedi di <a href="https://crimethinc.com/2023/12/19/autonomous-actions-against-amazon-in-solidarity-with-palestine-including-a-report-from-lacey-washington">Amazon</a> per interrompere il flusso di armi e denaro verso l’esercito israeliano.</p>
<p>Nel 2024, fermare la pulizia etnica a Gaza rimane una delle sfide più urgenti da affrontare.</p>
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<p>Una manifestazione al porto di Tacoma, Washington, il 6 novembre 2023.</p>
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<h1 id="fermare-la-citta-dei-poliziotti-difendere-la-foresta">Fermare la città dei poliziotti, difendere la foresta</h1>
<p>Negli ultimi <a href="https://crimethinc.com/2023/02/22/the-forest-in-the-city-two-years-of-forest-defense-in-atlanta-georgia">due anni</a>, il movimento per fermare Cop City e difendere la foresta di Weelaunee è diventato una delle lotte più accese del Nord America. Utilizzando una <a href="https://crimethinc.com/2023/02/28/balance-sheet-two-years-against-cop-city-evaluating-strategies-refining-tactics">varietà di strategie</a>, gli oppositori della proposta struttura di militarizzazione della polizia hanno ripetutamente distrutto attrezzature e costretto gli appaltatori a ritirarsi dalla costruzione. Per rappresaglia, le autorità hanno stabilito <a href="https://crimethinc.com/2023/06/21/living-in-an-earthquake-the-fight-against-cop-city-confronts-unprecedented-repression">nuovi precedenti</a> nella repressione, <a href="https://crimethinc.com/2023/01/19/solidarity-with-the-movement-to-stop-cop-city-and-defend-weelaunee-forest">uccidendo</a> un difensore della foresta e muovendo stravaganti <a href="https://crimethinc.com/2023/09/05/understanding-the-rico-charges-in-atlanta-a-sweeping-indictment-seeks-to-criminalize-protest-itself">accuse di racket</a> contro altri 61, tra cui i membri di un <a href="https://crimethinc.com/2023/05/31/atlanta-police-and-prosecutors-target-legal-support-activists">collettivo di sostegno legale</a>. Il primo di questi imputati sarà processato all’inizio di gennaio 2024.</p>
<p>Abbiamo pubblicato una serie di punti di vista di vari partecipanti al movimento, compreso materiale sui <a href="https://crimethinc.com/2023/03/02/defending-abundance-everywhere-a-call-to-every-community-from-the-weelaunee-forest">valori</a> che li ispirano a continuare a lottare. Nell’<a href="https://crimethinc.com/2023/12/12/dont-stop-continuing-the-fight-against-cop-city-six-more-months-in-the-movement-to-defend-the-forest">ultima puntata</a> della nostra storia completa del movimento, ne tracciamo la traiettoria attraverso la seconda metà del 2023, esplorando come il movimento abbia cercato di mantenere un carattere partecipativo e conflittuale anche sotto una tremenda pressione.</p>
<p>Intendiamo la lotta contro Cop City come un ponte tra la <a href="https://crimethinc.com/2020/06/17/snapshots-from-the-uprising-accounts-from-three-weeks-of-countrywide-revolt">ribellione di George Floyd</a> del 2020 e i movimenti del futuro. Cercando di superare i limiti raggiunti dalla rivolta del 2020, i partecipanti hanno dato un esempio che sarà utile la prossima volta che un gran numero di persone sarà catalizzato all’azione.</p>
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<p>Il cantiere della Cop City il 5 marzo 2023.</p>
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<h1 id="europa">Europa</h1>
<p>A gennaio abbiamo pubblicato un <a href="https://crimethinc.com/2023/01/19/the-defense-of-lutzerath-a-photoessay-and-poster-documenting-ecological-destruction-and-resistance">photoessay</a> che documenta la resa dei conti tra migliaia di poliziotti e manifestanti a Lützerath, dove il governo tedesco ha deciso di sgomberare un accampamento ecologico.</p>
<p>A febbraio abbiamo pubblicato <a href="https://crimethinc.com/2023/02/03/solidarity-with-alfredo-cospito">un articolo</a> sull’anarchico italiano imprigionato Alfredo Cospito. A quel tempo, egli era in sciopero della fame da oltre 100 giorni, chiedendo di essere liberato dall’isolamento. Sostenevamo che lo sciopero di Alfredo fosse un monito, un messaggio sulle condizioni che si preparano per tutti noi in una società che tratta sempre più la vita umana come un bene economico.</p>
<p>A marzo abbiamo seguito il <a href="https://crimethinc.com/2023/03/22/france-the-movement-against-the-pension-reform-on-the-threshold-of-an-uprising">movimento</a> in Francia contro la riforma delle pensioni, che si è trasformato in un <a href="https://crimethinc.com/2023/03/30/france-in-flames-macron-attempts-to-crush-the-movement-against-the-pension-reform-with-lethal-violence-1">grande conflitto</a>. A giugno, le strade della Francia <a href="https://crimethinc.com/2023/07/02/justice-for-nahel-the-roots-of-the-uprising-in-france">sono esplose ancora una volta</a> dopo che la polizia ha ucciso il diciassettenne Nahel Merzouk. Purtroppo, come uno dei nostri collaboratori <a href="https://crimethinc.com/2023/08/09/learning-from-the-flames-reflections-on-the-june-2023-revolt-in-france">ha osservato</a> in seguito, negli ultimi anni diversi segmenti della popolazione francese si sono rivoltati in successione, anziché tutti insieme, consentendo alle autorità di superare la tempesta.</p>
<p>Più a est, ci siamo occupati dell’<a href="https://crimethinc.com/2023/06/24/russian-anarchists-on-the-wagner-mutiny-combat-organization-of-anarcho-communists-and-movement-of-irkutsk-anarchists">ammutinamento della compagnia militare privata Wagner</a> contro il governo di Vladimir Putin dalla prospettiva degli anarchici russi. A nostro avviso, questi conflitti interni sono l’inevitabile conseguenza della militarizzazione della società e della crescente centralità della forza armata nel perseguimento della politica statale. In Russia, come in Sudan, il governo ha armato dei mercenari per fare il lavoro sporco, ponendo le basi per un conflitto armato. In Sudan, la guerra civile che ne è derivata è stata catastrofica per i civili.</p>
<p>Altrove abbiamo riportato una storia stimolante di solidarietà tra rifugiati ed esuli, in cui gli anarchici russi che vivono in esilio in Armenia hanno cercato di <a href="https://crimethinc.com/2023/09/19/solidarity-among-the-displaced-how-russian-anarchists-in-exile-supported-armenian-refugee-squatters">sostenere gli abusivi armeni</a>. Quando l’Azerbaigian ha invaso il Nagorno-Karabakh, abbiamo pubblicato le <a href="https://crimethinc.com/2023/09/23/anarchist-voices-from-armenia-and-azerbaijan-on-the-violence-in-nagorno-karabakh">prospettive degli anarchici armeni</a> sugli eventi.</p>
<p>Infine, abbiamo esplorato come la decisione del governo greco di <a href="https://crimethinc.com/2023/07/24/regarding-the-eviction-of-the-self-organized-refugee-camp-in-lavrio-greece-how-turkeys-war-on-kurds-and-the-european-unions-war-on-migrants-intersect">sgomberare il campo profughi auto-organizzato di Lavrio</a> rappresenti l’intersezione tra la guerra del governo turco al popolo curdo, la guerra del governo greco agli spazi autonomi e la guerra dell’Unione Europea ai migranti.</p>
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<p>Ciò che sale più scende. Francia nella primavera del 2023.</p>
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<h1 id="il-medio-oriente">Il Medio Oriente</h1>
<p>In onore dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, abbiamo pubblicato <a href="https://crimethinc.com/2023/03/08/jin-jiyan-azadi-woman-life-freedom-the-genealogy-of-a-slogan">un resoconto</a> della genealogia dello slogan <em>“Jin, Jiyan, Azadi “</em> (“Donna, Vita, Libertà”), mostrando come si sia diffuso dalla parte del Kurdistan governata dal governo turco all’Iran e altrove nel mondo. Poco dopo, in risposta al terremoto che ha devastato la Siria e la Turchia a febbraio, abbiamo pubblicato <a href="https://crimethinc.com/2023/03/16/disasters-of-state-the-earthquakes-in-turkey-and-syria">dichiarazioni</a> dei sostenitori dei movimenti di liberazione di quelle regioni, mostrando come i governi turco e siriano non solo non abbiano protetto i loro sudditi, ma abbiano approfittato della catastrofe per bloccarli e persino bombardarli.</p>
<p>Più tardi, nello stesso mese, abbiamo pubblicato un <a href="https://crimethinc.com/2023/03/27/a-coup-detat-in-israel-the-bitter-harvest-of-colonialism">resoconto di un anarchico israeliano</a> che esplorava come gli sforzi del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per consolidare il potere e il movimento di protesta emerso in risposta ad esso rappresentassero un conflitto tra élite concorrenti e i rispettivi modelli coloniali, nessuno dei quali offriva alcuna proposta reale per affrontare l’oppressione e lo sfollamento dei palestinesi. In ottobre, il giorno dopo gli attentati del 7 ottobre, <a href="https://crimethinc.com/2023/10/08/a-nuclear-superpower-and-a-dispossessed-people-an-anarchist-from-jaffa-on-the-violence-in-palestine-and-israeli-repression">abbiamo pubblicato un’intervista molto letta</a> con un altro anarchico israeliano, Jonathan Pollak, che parlava dell’escalation di violenza in Palestina e della repressione che il governo israeliano esercita su coloro che agiscono in solidarietà con i palestinesi.</p>
<p>A questo abbiamo fatto seguire una <a href="https://crimethinc.com/2023/10/17/from-the-galilee-to-gaza-a-voice-from-palestine-1">prospettiva</a> di un palestinese della parte della Palestina occupata nel 1948, che descrive la vita sotto il dominio coloniale e sottolinea l’importanza dell’organizzazione di base e della solidarietà nella lotta per la liberazione della Palestina.</p>
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<h1 id="america-latina">America Latina</h1>
<p>In Brasile, il 2023 è iniziato con una maldestra <a href="https://crimethinc.com/2023/01/10/january-8-the-brazilian-january-6-tracking-the-rise-of-fascism-from-the-united-states-to-brazil">ripetizione</a> dell’incidente del 6 gennaio 2021, quando i sostenitori di Donald Trump hanno preso d’assalto il Campidoglio nella speranza di mantenerlo in carica. Contemporaneamente, in Perù, un tumultuoso <a href="https://crimethinc.com/2023/02/19/the-uprising-in-peru-popular-revolt-against-police-violence-and-the-state-of-emergency">movimento di protesta</a> è culminato in una marcia sulla capitale Lima. Abbiamo parlato con gli anarchici peruviani per avere una visione di questi eventi.</p>
<p>L’anno si è concluso con la <a href="https://crimethinc.com/2023/11/26/back-to-the-future-the-return-of-the-ultraliberal-right-in-argentina">presa di potere</a> di Javier Milei in Argentina. Abbiamo condotto un’<a href="https://crimethinc.com/2023/12/15/argentina-against-so-called-neoliberalism-and-its-false-critics-argentine-anarchists-on-the-election-of-javier-milei">intervista</a> con gli anarchici di Rosario per comprendere i decenni di lotta sociale e di ristrutturazione economica che hanno creato le condizioni in cui Javier Milei è salito al potere.</p>
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<p>Barricate circondano il palazzo presidenziale il 20 dicembre 2001, poco prima che il presidente Fernando De la Rua fuggisse dal tetto in elicottero. L’ultima volta che un governo ha cercato di imporre il capitalismo sfrenato alla popolazione argentina è finita così.</p>
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<h1 id="storia">Storia</h1>
<p>Quest’anno la nostra pubblicazione di storia si è concentrata soprattutto sull’inizio del XXI secolo. Abbiamo raccontato come gli antifascisti hanno vinto la “<a href="https://crimethinc.com/2023/01/11/january-2002-the-battle-of-york-anti-fascism-then-and-now">battaglia di York</a>” in Pennsylvania nel 2002, confrontando quella lotta campale con la situazione molto più cupa di due decenni dopo. Abbiamo esplorato la storia dell’ombrello organizzativo anarchico queer <a href="https://crimethinc.com/2023/04/27/bash-back-is-back-the-return-of-insurrectionary-queer-organizing-an-interview">Bash Back</a>! in vista di una nuova convergenza Bash Back! Infine, per offrire un punto di riferimento storico a chi oggi cerca di agire contro i trafficanti di armi, abbiamo rivisitato la campagna <a href="https://crimethinc.com/2023/11/17/revisiting-the-smash-edo-campaign-a-pressure-campaign-targeting-an-arms-manufacturer-1">Smash EDO</a> in Gran Bretagna un decennio fa.</p>
<p>L’anno prossimo speriamo di pubblicare altri lavori sul diciannovesimo e ventesimo secolo.</p>
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<p>Il punto di vista di un agente di polizia a Sainte-Soline nella primavera del 2023.</p>
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<h1 id="in-memoria">In memoria</h1>
<p>A gennaio, la polizia ha <a href="https://crimethinc.com/2023/01/19/solidarity-with-the-movement-to-stop-cop-city-and-defend-weelaunee-forest">assassinato</a> Manuel Terán, conosciuto come Tortuguita dai suoi compagni difensori della foresta. Tortuguita occupava da mesi la foresta di Weelaunee ad Atlanta e aveva coraggiosamente scelto di rioccuparla dopo un’irruzione della polizia nel dicembre precedente. Le migliaia di persone che hanno partecipato al movimento Stop Cop City hanno mantenuto viva la memoria di Tortuguita sfidando le forze di repressione e cancellazione.</p>
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<p>Manuel Terán, noto come Tortuguita.</p>
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<p>A febbraio, la nostra amica di lunga data <a href="https://crimethinc.com/2023/02/10/we-remember-jen-angel-a-eulogy">Jen Angel</a> è stata uccisa a Oakland, in California. Jen ha trascorso la sua vita costruendo infrastrutture per l’organizzazione, la pubblicazione e le relazioni anarchiche.</p>
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<p>Jen Angel.</p>
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<p>Il 19 aprile 2023, tre anarchici sono stati uccisi in battaglia vicino a Bakhmut: un americano di nome Cooper Andrews, un irlandese di nome Finbar Cafferkey e un russo di nome Dmitry Petrov. Abbiamo pubblicato una <a href="https://crimethinc.com/2023/05/03/in-memory-of-dmitry-petrov-an-incomplete-biography-and-translation-of-his-work">biografia</a> di Dmitry. Nel corso di un decennio e mezzo, ha partecipato alla lotta rivoluzionaria in Russia, Bielorussia, Rojava e Ucraina in un contesto di crescente tirannia. La storia della sua vita offre uno spaccato della storia recente dell’ex Unione Sovietica. È anche un esempio illuminante di tutte le cose che un anarchico può realizzare, anche in condizioni avverse.</p>
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<p>Dmitry Petrov.</p>
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<p>Active Distribution ha pubblicato un piccolo libro che raccoglie la nostra biografia insieme ad alcuni suoi scritti e a quelli dei suoi compagni. PM Press sta <a href="https://pmpress.org/index.php?l=product_detail&p=1651">distribuendo questi libri</a> negli Stati Uniti.</p>
<p>Il 6 dicembre<sup id="fnref:1" role="doc-noteref"><a href="#fn:1" class="footnote" rel="footnote">1</a></sup> è morto l’insurrezionalista e scrittore anarchico Alfredo Bonanno. Bonanno ha proposto il rifiuto del lavoro e la ricerca della rivolta gioiosa come misure rivoluzionarie nella lotta contro tutte le forme di dominio e di disperazione; le sue idee hanno avuto un ruolo influente nello sviluppo dei nostri progetti collettivi. Abbiamo preparato una <a href="https://crimethinc.com/2023/12/19/lets-be-done-with-waiting-a-film-in-memory-of-alfredo-maria-bonanno">breve storia</a> della sua vita.</p>
<p>Infine, vogliamo ringraziare coloro che temevamo di perdere nel 2023 e che invece sono ancora con noi. Era facile immaginare che Alfredo Cospito non sarebbe sopravvissuto al suo sciopero della fame, ma ce l’ha fatta. Allo stesso modo, un partecipante alla manifestazione di Sainte-Soline, in Francia, è rimasto in coma per molti giorni perché un agente di polizia aveva tentato di ucciderlo sparandogli una granata in testa. Fortunatamente, Serge <a href="https://crimethinc.com/2023/06/21/we-are-not-martyrs-a-message-from-serge-who-survived-attempted-murder-at-the-hands-of-french-police">si è ripreso</a>.</p>
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<p>“Tortuguita vive; la lotta continua”. Uno striscione esposto alla marcia commemorativa del gennaio 2023, durante la quale un’auto della polizia prese fuoco.</p>
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<h1 id="eventi-pubblici">Eventi pubblici</h1>
<p>Nel 2023 abbiamo partecipato a fiere del libro e presentazioni negli Stati Uniti, da Boston e New York a Sacramento e Oakland, oltre che in Canada, <a href="https://t.me/ExWorkers/1997">Messico</a>, Ecuador, <a href="https://t.me/ExWorkers/1908">Brasile</a>, Inghilterra, Scozia, Paesi Bassi, Germania, Slovenia e altrove.</p>
<p>Uno degli eventi più emozionanti dell’anno è stato il raduno anarchico mondiale di Saint-Imier, in Svizzera. Questo festival ha celebrato il 151° anniversario del congresso di fondazione della federazione nota come Internazionale Antiautoritaria, continuazione dell’Associazione Internazionale degli Operai [sic], una delle più importanti organizzazioni sindacali europee del XIX secolo. Con un’affluenza di circa 5.000 persone, provenienti soprattutto dall’Europa centrale, ma anche dal Cile e dall’Australia, l’incontro di Saint-Imier è stato forse il più grande evento esclusivamente anarchico dell’anno.</p>
<p>Con l’aiuto di partecipanti provenienti da Germania, Russia, Bielorussia, Finlandia, Stati Uniti e altre parti del mondo, abbiamo pubblicato un <a href="https://crimethinc.com/2023/08/22/memories-from-saint-imier-1872-to-2023-accounts-from-a-worldwide-anarchist-gathering">rapporto approfondito</a> sul raduno, seguito da un <a href="https://crimethinc.com/2023/08/25/gender-and-sexuality-in-saint-imier-a-memoir">memoriale</a> che riflette specificamente sulle dinamiche e sui discorsi relativi al genere e alla sessualità.</p>
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<p>Un adesivo visto durante il raduno di Saint-Imier.</p>
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<h1 id="manifesti">Manifesti</h1>
<p>Quest’anno, per celebrare l’ennesima ristampa del nostro classico <a href="https://crimethinc.com/posters/gender-subversion-kit">manifesto sul genere</a>, abbiamo pubblicato un <a href="https://crimethinc.com/posters/gender-self-determination-poster">remix 2023 di quel manifesto</a> che affronta le attuali minacce all’autodeterminazione di genere e le forme di solidarietà e autodifesa collettiva che le contrastano. Insieme a questi, abbiamo pubblicato una <a href="https://crimethinc.com/2023/06/12/gender-subversion-today-a-reprint-and-a-remix-of-our-classic-poster">discussione</a> sui modi in cui le linee di battaglia nel discorso sul genere si sono spostate nei due decenni successivi al debutto dell’originale. È uno dei testi più ponderati e riflessivi che abbiamo completato quest’anno.</p>
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<p>Il nostro nuovo poster “<a href="https://crimethinc.com/posters/gender-self-determination-poster">gender remix</a>” in azione.</p>
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<p>Oltre a questi, abbiamo preparato manifesti in solidarietà con <a href="https://crimethinc.com/posters/free-palestine">i palestinesi</a> e con coloro che cercano di <a href="https://crimethinc.com/posters/defend-the-forest">difendere la foresta</a> ad Atlanta e altrove <a href="https://crimethinc.com/posters/mercenaries">nel mondo</a>. Sono tutti disponibili per essere scaricati, stampati e <a href="https://crimethinc.com/2017/07/18/a-field-guide-to-wheatpasting-everything-you-need-to-know-to-blanket-the-world-in-posters">incollati</a> sui muri della vostra comunità.</p>
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<p>Un altro dei nostri manifesti in natura.</p>
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<h1 id="zines">Zines</h1>
<p>Quest’anno abbiamo pubblicato cinque zine sul movimento Stop Cop City, che trattano la <a href="https://crimethinc.com/zines/the-forest-in-the-city">storia</a> del movimento <a href="https://crimethinc.com/zines/living-in-an-earthquake">in dettaglio</a>, le varie <a href="https://crimethinc.com/zines/balance-sheet">strategie</a> che i partecipanti hanno utilizzato, le <a href="https://crimethinc.com/zines/understanding-the-rico-charges">accuse RICO</a> e altro ancora. Sono stati distribuiti ad Atlanta e in occasione di eventi di sostegno in tutti gli Stati Uniti.</p>
<p>Abbiamo anche pubblicato zine che offrono una prospettiva dalla <a href="https://crimethinc.com/zines/from-the-galilee-to-gaza">Palestina</a>, discutono <a href="https://crimethinc.com/zines/the-fight-for-gender-self-determination">la lotta per l’autodeterminazione di genere</a>, descrivono <a href="https://crimethinc.com/zines/how-to-survive-a-felony-trial">come sopravvivere a un processo penale</a> e raccontano le <a href="https://crimethinc.com/zines/green-scared">lezioni della “paura verde”</a>, l’operazione federale che ha preso di mira gli attivisti ecologisti.</p>
<p>Per facilitare la stampa, abbiamo introdotto una nuova opzione “<a href="https://crimethinc.com/2023/09/15/introducing-ink-lite-for-zine-printing-for-when-you-need-to-make-a-little-toner-go-a-long-way-1">ink lite</a>” per stampare le nostre zine quando si è a corto di toner.</p>
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<p>Una strada di Atlanta dopo uno scontro tra polizia e manifestanti di Stop Cop City nel novembre 2023.</p>
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<h1 id="audio">Audio</h1>
<p>Dopo una pausa nei nostri sforzi audio, abbiamo messo insieme un nuovo team per preparare le versioni audio dei nostri articoli. Quest’anno abbiamo pubblicato 20 “audiozine”, tra cui cinque sull’impegno per la solidarietà palestinese e cinque sul movimento Stop Cop City di Atlanta.</p>
<p>È possibile ascoltarle tutte <a href="https://crimethinc.com/2023/01/28/new-series-audio-versions-of-crimethinc-articles-brought-to-you-by-the-ex-worker-podcast">qui</a>.</p>
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<h1 id="lingue">Lingue</h1>
<p>Nel corso del 2023 abbiamo pubblicato decine di articoli in <a href="https://es.crimethinc.com/languages/spanish">spagnolo</a>; più di una dozzina in <a href="https://fr.crimethinc.com/languages/french">francese</a>, <a href="https://it.crimethinc.com/languages/italian">italiano</a> e <a href="https://pl.crimethinc.com/languages/polish">polacco</a>; e diversi articoli in basco, bulgaro, cinese, ceco, tedesco, greco, coreano, portoghese, russo e turco. Abbiamo anche aggiunto testi in danese, olandese, giapponese e curdo. Abbiamo pubblicato anche poster e zine in molte di queste lingue. Potete trovare una guida completa ai nostri contenuti non in inglese <a href="https://crimethinc.com/languages">qui</a>.</p>
<p>Abbiamo recentemente aggiunto una versione <a href="https://crimethinc.com/tce/turkce">turca</a> della nostra introduzione all’anarchismo, *<a href="https://crimethinc.com/tce">To Change Everything</a>, che ora è disponibile in un totale di 34 lingue.</p>
<p>Siamo grati a tutti i traduttori di tutto il mondo che hanno lavorato con noi per aiutarci a rendere il nostro lavoro accessibile a più persone. Se potete aiutarci a tradurre qualcosa che abbiamo pubblicato in una qualsiasi lingua, per favore <a href="mailto:contact@crimethinc.com">contattateci</a>!</p>
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<p>Polizia e manifestanti si affrontano a Lützerath, Germania, nel gennaio 2023.</p>
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<h1 id="immagini-in-movimento">Immagini in movimento</h1>
<p>In onore della vita di Alfredo Bonanno, abbiamo realizzato un <a href="https://crimethinc.com/2023/12/19/lets-be-done-with-waiting-a-film-in-memory-of-alfredo-maria-bonanno">cortometraggio</a> che drammatizza la parte finale di una delle sue opere più conosciute, <em>Gioia armata.</em></p>
<p>Abbiamo anche pubblicato un <a href="https://vimeo.com/817857478">breve video</a> per celebrare il <a href="https://crimethinc.com/2023/04/15/steal-something-from-work-day-2023-take-matters-in-your-own-hands-in-praise-of-those-who-leak">Steal Something from Work Day</a>, ispirandoci al lavoro del regista jugoslavo Dušan Makavejev.</p>
<p>Infine, vi invitiamo a partecipare a una tradizione festiva guardando l’edizione 2023 di “It’s the Most Wonderful Time of the Year”.</p>
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<p>È il momento più bello dell’anno, edizione 2023.</p>
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<h1 id="e-altro-ancora">E altro ancora!</h1>
<p>Questo non è che la superficie di tutto ciò che abbiamo realizzato quest’anno: le avventure che abbiamo intrapreso, le relazioni che abbiamo alimentato, le <a href="https://crimethinc.com/2023/05/24/recipes-for-disaster-asphalt-mosaics-a-hot-weather-activity-for-lonely-asphalt-near-you">forme d’arte</a> che abbiamo condiviso. Le parti più emozionanti raramente vengono rese pubbliche!</p>
<p>Come sempre, tutti i nostri sforzi sono liberi da copyright, prodotti e distribuiti da volontari. Non stiamo cercando di concentrare il potere nelle nostre mani, ma di stabilire modelli riproducibili e di mettere risorse a disposizione dei movimenti orizzontali. Questo spiega perché raramente vi assilliamo con richieste di raccolta fondi. Se volete sostenerci finanziariamente, potete farlo <a href="https://crimethinc.com/support">qui</a> - ma la cosa migliore che possiate fare per noi è intraprendere i vostri progetti nello stesso spirito, o <a href="mailto:contact@crimethinc.com">partecipare</a> ai nostri sforzi.</p>
<p>Grazie per essere rimasti con noi anche quest’anno. Non vediamo l’ora di vedere cosa ci aspetta.</p>
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<div class="footnotes" role="doc-endnotes">
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<p>Il 6 dicembre è l’anniversario dell’omicidio di Alexandros Grigoropoulos, che ha dato il via alla <a href="https://crimethinc.com/2008/12/25/how-to-organize-an-insurrection">rivolta greca</a> del 2008. Il modo in cui si è svolta la rivolta in Grecia probabilmente giustifica alcune delle argomentazioni di Bonanno a favore dell’organizzazione conflittuale e delle strutture autonome.Buon anno! Congratulazioni per essere sopravvissuti. Facciamo il punto della situazione. <a href="#fnref:1" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
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https://crimethinc.com/2023/12/15/argentina-il-cosiddetto-neoliberismo-e-i-suoi-falsi-critici2023-12-15T04:38:01Z2024-03-02T01:29:54ZArgentina: “Il cosiddetto neoliberismo e i suoi falsi critici”Il 10 Dicembre, il cosiddetto “anarco-capitalista” Javier Milei si è insediato alla presidenza dell’Argentina. Cosa succede quando un “anarco-capitalista” prende il potere?
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/12/15/header.jpg" /></figure>
<p>Il 10 Dicembre, il cosiddetto “anarco-capitalista” Javier Milei si è insediato alla presidenza dell’Argentina, dopo aver promesso, durante la campagna elettorale, l’eliminazione della Banca Centrale Argentina e il rovesciamento dell’establishment politico. Cosa succede quando un “anarco-capitalista” prende il potere?</p>
<p>Come abbiamo sempre sottolineato, <a href="https://crimethinc.com/podcasts/the-ex-worker/episodes/18">non esiste l’ “anarco-capitalismo”</a>. L’idea che le gerarchie create dal capitalismo possano essere compatibili con l’aspirazione anarchica nell’abolizione delle disparità dei poteri imposti, è altrettanto contraddittoria quanto l’idea di unu anarchicu a capo di un governo. Ci sono capitalisti e ci sono presidenti – e praticamente tutti i presidenti sono [capitalisti]; ma nessunu anarchicu si abbasserebbe ad essere un presidente o un sostenitoru del capitalismo.</p>
<p>Dopo il voto della Brexit e l’elezione di Donald Trump, i politici dell’estrema destra hanno ottenuto una serie di vittorie elettorali presentandosi, in modo falso, come dei ribelli contro l’élite al potere,<sup id="fnref:1" role="doc-noteref"><a href="#fn:1" class="footnote" rel="footnote">1</a></sup> sfruttando il malcontento che ribolle e il modo con cui i liberali e gli esponenti della sinistra si sono associati alle istituzioni dominanti. Sarebbe impossibile per i politici dell’estrema destra dipingersi come ribelli – se non fosse che la destra e la sinistra hanno collaborato nel schiacciare lu anarchicu e altri movimenti sociali che, altrimenti, avrebbero fornito un esempio di come sia la vera ribellione. La vittoria elettorale di un “anarco-capitalista” è l’ultimo capitolo di questa storia. Non sorprende che, nella pratica, l’ “anarco-capitalismo” non porti all’anarchismo ma, semmai, al capitalismo. Invece di abolire la Banca Centrale, il primo atto di Milei è stato quello di nominare l’ex presidente della suddetta come ministro dell’Economia. Nei primi giorni di mandato, Milei ha annunciato alcuni tagli all’interno del governo: fermerà i nuovi progetti infrastrutturali, licenzierà i dipendenti statali, taglierà i sussidi per l’energia e i trasporti alle persone consumatrici, abolirà metà dei ministeri federali e svaluterà il peso argentino – intensificando l’inflazione e producendo quasi certamente una recessione. Con il nuovo tasso di cambio del governo, il reddito medio annuale argentino sarà di <a href="https://www.nytimes.com/2023/12/12/world/americas/argentina-javier-milei-cuts.html">soli 6300 dollari</a>.</p>
<p>Ma non si tratta di sbarazzarsi del governo – semplicemente si eliminano tutti gli aspetti che potrebbero facilitare gli impatti del capitalismo sulla gente comune. Il governo di Milei non ridurrà l’apparato repressivo dello Stato. La sua ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, un altro membro di lunga data dell’élite politica, si è impegnata nel mobilitare la polizia per reprimere lu manifestanti. Bullrich ha annunciato la sua intenzione di <a href="https://www.ft.com/content/ed108b24-c2b8-4f0b-8d12-6d17c0707af7">addebitare allu organizzatoru e allu singolu manifestanti i costi della polizia durante le manifestazioni</a>. Poiché saranno le autorità a decidere i costi della polizia necessari per ogni manifestazione, questa politica consentirà alle forze dell’ordine di controllare la gente comune nello stesso modo in cui gli “anarco-capitalisti” accusano i socialisti di fare (dove quest’ultimi vengono tacciati dai primi di essere autoritari, controllori e nemici dei singoli, ndt). [La ministra, inoltre,] intende introdurre nuove forme di repressione, armando le autorità per l’immigrazione e i servizi di protezione dell’infanzia contro coloro che partecipano alle proteste.</p>
<p>Per capire meglio come lu veru anarchicu vedono la situazione in Argentina, abbiamo intervistato lu compagnu di “<a href="https://boletinlaovejanegra.blogspot.com/">La Oveja Negra</a>” e “<a href="http://cuadernosdenegacion.blogspot.com/">Cuadernos de Negación</a>”, due progetti associati alla <a href="https://bibliotecaalbertoghiraldo.blogspot.com/">Biblioteca e all’Archivio Alberto Ghiraldo</a> della città di Rosario. [Questu compagnu ci] raccontano i decenni di lotta sociale e la ristrutturazione economica che ha creato le condizioni per l’ascesa al potere di Javier Milei. Per saperne di più, potete leggere “<a href="https://it.crimethinc.com/2023/11/26/ritorno-al-futuro-il-ritorno-della-destra-ultraliberale-in-argentina">Ritorno al futuro</a>”, il primo articolo che abbiamo pubblicato sulla vittoria di Milei, o <a href="https://freedomnews.org.uk/2023/12/10/argentina-election-does-milei-differ-from-other-neo-liberals/">questa intervista</a> con il progetto editoriale anarchico “<a href="https://www.instagram.com/expandiendolarevuelta/">Expandiendo la Revuelta</a>”.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/12/15/4.jpg" /> <figcaption>
<p>“Né dittatura né democrazia. Viva l’anarchia!”. Uno striscione durante <a href="https://archivo.argentina.indymedia.org/news/2008/03/589618.php">una manifestazione</a> nel 2008.</p>
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<p class="darkred"><strong>In che modo Milei è una continuazione e una diversità della vecchia estrema destra? Perché ha vinto le elezioni?</strong></p>
<p>Abbiamo recentemente pubblicato un libro intitolato “<a href="https://lazoediciones.blogspot.com/2023/09/la-oveja-negra-cuadernos-de-negacion.html">Contro il liberalismo e i suoi falsi critici</a>”. Abbiamo iniziato a lavorarci poco più di un anno fa e quando l’abbiamo finito, Milei stava già per vincere le elezioni presidenziali. È stato tutto molto veloce: è diventato presidente dopo soli due anni di campagna elettorale e di retorica riguardo il “bruciare la banca centrale” o “porre fine all’ideologia di genere”.</p>
<p>Il nostro intento – nel libro – era quello di affrontare l’emergere del fenomeno liberal-libertario in Argentina e di altre espressioni della “destra alternativa” (alt-right); alla fine lo abbiamo pubblicato nel bel mezzo della campagna elettorale. Abbiamo viaggiato e presentato il libro in alcune città argentine e a Santiago del Cile. Si tratta di un tema attuale e prioritario per noi e per le persone che abbiamo incontrato; abbiamo avuto molte discussioni approfondite. Evidentemente qualcosa sta cambiando non solo nel vecchio “movimento operaio” e in altre forme di lotta ma anche nel modo in cui si esprime il malcontento sociale – oltre all’esaurimento di un certo progressismo come garante della riproduzione capitalistica in questa regione.</p>
<p>Non vediamo Milei come un continuatore dell’ultradestra argentina, ma come un <a href="https://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2023/09/la-libertad-de-ajustar.html">ultracapitalista</a>. Abbiamo iniziato a prestare attenzione a lui anni fa, principalmente per questo motivo, per la sua difesa del capitalismo come economista liberale, e poi per le sue critiche al progressismo reazionario – che lo rendono molto simile ad altre persone dell’ “alt-right” mondiale. In generale riteniamo che non sia particolarmente utile confrontare il [presente con il] passato quando si cerca di capire qualcosa di nuovo.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/12/15/1.jpg" /> <figcaption>
<p>A differenza dei protezionisti come Donald Trump, Javier Milei è un sostenitore del commercio internazionale.</p>
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<p>Anche se tra le fila di questo nuovo fenomeno ci sono degli esponenti della vecchia destra, non è tale tratto ideologico a costituirlo. Un elemento importante, a questo proposito, è la vicepresidente Victoria Villaruel, un’avvocata che non solo ha difeso i militari dell’ultima dittatura, ma proviene da una famiglia di militari e ha organizzato delle visite nelle carceri [in cui erano rinchiusi] i partecipanti al genocidio – assassini del calibro di [Jorge Rafael] Videla, ufficiale militare argentino. [Ella] nega la scomparsa di 30.000 “desaparecidxs” – una cifra simbolicamente significativa.</p>
<p>Non è che queste persone non esistevano prima del “fenomeno Milei”; ma è la prima volta che persone [del genere] siano arrivate al governo attraverso dei canali democratici. Mentre scriviamo questo, non hanno ancora assunto le loro funzioni governative e già si nota una distanza tra loro. Invece di assegnare i ministeri della Sicurezza e della Difesa a questo settore filo-militare del suo governo, come era stato concordato tra l’altro, Milei ha nominato per questi ministeri i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza di “Juntos por el Cambio”. Si tratta, rispettivamente, di Patricia Bullrich e Luis Petri. La prima ricopriva già tale incarico nel 2017, durante la presidenza di Mauricio Macri, quando la Gendarmeria nazionale assassinò il <a href="https://lazoediciones.blogspot.com/2019/05/wenuy-por-la-memoria-rebelde-de.html">compagno anarchico Santiago Maldonado</a>.</p>
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<p>Un murale in onore di Santiago Maldonado che scomparì quando la Gendarmeria Nazionale Argentina attaccò una manifestazione contro il Gruppo Benetton. Il suo corpo, annegato, fu trovato settimane dopo.</p>
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<p>Da parte sua, Milei è un economista di professione e deputato nazionale della Città di Buenos Aires dal 2021. Ha lavorato come consulente finanziario; il che significa che la sua carriera è [iniziata] nel mondo degli affari – non proviene da un settore militare o necessariamente di destra. A partire dal 2015 si è fatto conoscere neitalk show politici, sfoggiando uno stile provocatorio ed esprimendo un’ideologia liberale con toni conservatori (paleo-libertarismo). In campo economico si identifica con la “scuola austriaca”. Gli sono state offerte sempre più apparizioni nei media perché ricevevano ascolti elevati; sicché gli youtubers e influencer legati al liberismo e alle idee apertamente anti-femministe e reazionarie hanno iniziato a replicare la sua retorica. [Milei] ha iniziato a guadagnare slancio come figura politica dal 2018-19. Rafforzato dalle sue continue apparizioni sui media, la sua clamorosa retorica al Congreso Nacional contro le politiche ufficiali e la “casta politica” (una caratterizzazione che lo stesso Milei ha reso popolare in Argentina, riferendosi ai funzionari e ai politici di carriera) è diventato un punto di riferimento politico e potenziale candidato alle presidenziali, indirizzando verso il parlamento gran parte dell’indignazione [popolare] – in particolare contro i politici e la dolorosa situazione sociale che stiamo attraversando, fatta di povertà, fame e miseria.</p>
<p>Come è riuscito a vincere le elezioni? Incanalando questo malessere sociale, dato che lui e il suo avversario, Sergio Massa, hanno ricevuto la maggior parte dei voti come conseguenza del disprezzo degli elettori per l’altro candidato – una manifestazione di rifiuto piuttosto che di speranza in questo o quell’altro governo. La campagna [di Milei] è stata condotta, principalmente, attraverso i “social network” e le apparizioni sui media – e non attraverso i canali tradizionali della propaganda politica. Nelle strade si sono visti pochi manifesti di Milei rispetto ai numerosi video circolanti su internet che lo ritraggono. In Argentina sembra esistere un patto democratico implicito secondo cui “si esce [da questa situazione] votando”; [di conseguenza] la rabbia si manifesta alle urne. Il fenomeno Milei deriva da un disprezzo per la politica tradizionale – che non è riconosciuta come politica -, e da un alto grado di conformismo e fiducia nella rappresentanza e nel codice capitalista dell’ “ognuno per sé”. Tutta la politica “progressista” in questo Paese si è concentrata, come alternativa, nel cancellare la possibilità di rottura. Questa sinistra (in mancanza di una parola migliore) è diventata sempre più nazionalista, statalista e dirigista; non è più nemmeno riformista, se intendiamo il riformismo come una presunta strategia rivoluzionaria.</p>
<p>Alla fine di quest’anno (2023, ndt) in Argentina ci troviamo con un brutale peggioramento delle condizioni di vita, un’inflazione prevista al 200% all’anno e metà della popolazione che vive in povertà. C’è chi si chiede come mai sia la destra ad incanalare questo malessere. Anche noi ce lo chiediamo; ma non pensiamo che <a href="https://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2023/09/la-libertad-de-ajustar.html">la ribellione debba “tornare a sinistra”</a> – come alcuni stanno dicendo. L’ordine democratico funziona attribuendo la responsabilità della situazione sociale ai diversi governi che si alternano al potere e a secondo del contesto. Questo rende difficile formulare una visione complessiva e una critica che vada oltre gli errori di questo o quel presidente. Nello stesso momento in cui il progressismo è spaventato dalle aberrazioni pronunciate dai suoi avversari, le esagera con l’intento di differenziarsi e di mantenere il potere. Dietro i contrasti discorsivi, nella pratica non vi è una differenziazione così grande rispetto a coloro che esprimono un rifiuto del progressismo e sono arrivati al potere. Almeno, finora, questo è ciò che suggeriscono gli eventi in diversi Paesi, dove c’è stata solo un’alternanza al potere, senza un cambiamento profondo nelle politiche statali o una riforma strutturale dello Stato e del suo legame con il mercato. Lo si può osservare, ad esempio, in Bolivia, negli Stati Uniti, in Argentina e in Brasile, rispettivamente con Morales-Áñez-Arce, Obama-Trump-Biden, Fernández de Kirchner-Macri-Fernández-Milei e Da Silva-Rousseff-Temer-Bolsonaro-Da Silva. Il progressismo latinoamericano, pur puntando sulla minaccia destroide, ha portato solo <a href="https://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2020/11/tiempos-de-moderaciones-progresistas.html">moderazione</a> – mentre le nuove o le vecchie destre, nonostante la loro aggressività, sono diventate più “progressiste” una volta salite al potere. Da parte nostra, vogliamo contribuire ad una prospettiva anti-capitalista, affrontando i problemi di questa regione come la povertà, la precarietà lavorativa, l’inflazione, lo sfruttamento delle risorse naturali, la repressione e questa alternanza democratica che garantisce la miseria e un funzionamento economico debole. Nonostante il trionfo elettorale del partito di Milei, “La Libertad Avanza”, alle elezioni presidenziali, non cerchiamo di promuovere alcun tipo di fronte comune elettorale contro di loro, né di essere un sostegno di piazza a tale frontismo politico.</p>
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<p>“Nessun nome è dimenticato, nessun volto è dimenticato. Un murale ad una manifestazione che ricorda l’anniversario della dittatura militare, 24 Marzo 2021.</p>
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<p class="darkred"><strong>In che modo la vittoria di Milei rappresenta una continuità e discontinuità tra dittatura e democrazia in Argentina?</strong></p>
<p>È difficile mostrare una panoramica della situazione argentina degli ultimi 50 anni. Ma possiamo provarci. Ci rifaremo al libro che abbiamo citato e ad <a href="https://cuadernosdenegacion.blogspot.com/2014/09/entrevista-cuadernos-de-negacion.html">un’intervista</a> che abbiamo fatto qualche anno fa.</p>
<p>La fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70 era stata un’epoca eccezionale per le lotte proletarie nella regione e, [più in generale,] nel mondo. Dagli anni ’30, la politica argentina era stata caratterizzata dall’alternanza tra governi dittatoriali e parlamentari. In questo caso, ci riferiamo alla dittatura della sedicente “rivoluzione argentina” (1966-1973), guidata dal generale Juan Carlos Onganía. Certo, parlare di dittatura militare è incompleto, e qualsiasi latinoamericano lo sa, dato che tutte queste dittature erano di tipo civile-militare.<sup id="fnref:2" role="doc-noteref"><a href="#fn:2" class="footnote" rel="footnote">2</a></sup> Ma crediamo di poterci intendere. Le principali giornate di azione di quel periodo furono gli “-azos”: il “Tucumanazo” del Novembre 1970, il “Rosariazos” di Maggio e Settembre 1969 e, soprattutto, il “Cordobazo” del Maggio 1969. Si trattava di proteste che degenerarono in una situazione di insurrezione urbana, con barricate, controllo degli edifici e scontri nelle strade. Per non parlare dell’organizzazione e del coordinamento che tutte queste [situazioni] richiedevano.</p>
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<p>Una barricata durante il Cordobazo, Maggio 1969.</p>
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<p>Come accadde in molte altre regioni, quel livello di organizzazione e capacità di lotta della classe cedette gradualmente il passo alle sue principali debolezze: la politica e la lotta armata che avrebbero caratterizzato la regione a partire dal 1973 – anno del ritorno della democrazia e dell’[ex presidente Juan] Perón. In questo contesto, la lotta armata si intensificò, così come la risposta dello Stato, fino a raggiungere un punto di rottura il 24 Marzo 1976, quando le forze armate assunsero nuovamente il controllo dello Stato – e in quello che divenne noto come “Processo di Riorganizzazione Nazionale”. Riteniamo che sia risaputo come questa dittatura militare sia stata caratterizzata non solo dalle brutali torture e omicidi, ma anche dalla sparizione forzata di migliaia di persone, per lo più militanti, e, in molti casi, dal rapimento dei loro figli. Allo stesso tempo, molte persone sono dovute andare in esilio. Dopo la fine della dittatura nel 1983, il “ritorno alla democrazia” del governo di Raúl Alfonsín continuò una serie di politiche economiche e sociali che resero più difficili le condizioni di vita rispetto agli anni precedenti del governo militare. Nel 1989, in un contesto di iperinflazione, la popolazione saccheggiò i supermercati delle principali città del Paese e affrontò la polizia. Gli anni ’90 iniziarono con Carlos Menem alla presidenza; durante il suo primo anno di [presidenza] si verificò un altro ciclo di iperinflazione, che portò ad un nuovo brutale attacco al proletariato. Allo stesso tempo, [Menem] contribuì a convincere gran parte della popolazione sulla necessità dei “sacrifici” e “profondi cambiamenti”. In questo contesto, in Argentina si andò verso una profonda ristrutturazione del capitalismo – che portò a profonde privatizzazioni delle imprese pubbliche. Ciò causò migliaia di licenziamenti e ad un’intensificazione dello sfruttamento, mentre il mercato del lavoro venne modificato, producendo una crescente precarietà e rendendo la forza lavoro sempre più eterogenea in termini di riproduzione e condizioni di vita. Durante gli anni ’90, il livello di conflittualità nei diversi settori della forza lavoro era cresciuto di fronte alla ristrutturazione [capitalistica] e ai licenziamenti. Se nella prima metà di quel decennio le lotte mantenevano la stessa strategia sindacale dei decenni precedenti, nella seconda metà del decennio, invece, la figura della persona “disoccupata” iniziava a prendere forza – complice l’alto livello di disoccupazione. Le persone disoccupate non avevano spazi di lavoro o mezzi di produzione da sequestrare o sabotare; quindi scendevano nelle strade e nelle autostrade per interrompere la circolazione dei beni (compresa la merce ottenuta dalla produzione lavorativa). I primi picchetti erano stati organizzati al di fuori dei partiti e dei sindacati; erano dirompenti e si opponevano fermamente allo Stato. In seguito, i gruppi “piquetero”, come i movimenti sociali nel loro complesso, iniziarono un processo di crescente istituzionalizzazione, incanalando tutta la loro prospettiva [di lotta] nel richiedere [aiuto] allo Stato. Le loro organizzazioni potevano essere paragonate ai sindacati – che negoziano anch’essi con lo Stato, controllano la rabbia popolare e danno un prezzo alla vita, creando una dinamica di leader e sottopostu. Oggi tutto questo è rappresentato da un settore del peronismo guidato da Juan Grabois e chiamato “economia popolare”.</p>
<p>È stato solo nel 2001 che la crisi si è estesa ed è impattata sulle persone disoccupate e lavoratrici. A causa della dura situazione, molte persone lavoratrici, che si consideravano della classe media, erano state costrette a scendere in piazza. Il governo di Fernando de la Rúa, che aveva sostituito [Carlos] Menem al potere, non era riuscito a dare una risposta borghese intelligente alle pressioni delle organizzazioni internazionali, dell’opposizione peronista e di questa nuova e debole alleanza tra persone disoccupate e lavoratrici in lotta e i settori dell’autoproclamata classe media. Per tutto il 2001, il governo aveva attuato una serie di misure di “protezione”, chiedendo prestiti massicci per assicurare la continuità dell’attività bancaria. Ma questo non era bastato: all’inizio di Dicembre 2001 era stata approvata una nuova legge, il famoso “corralito” – che poneva severe restrizioni al prelievo di denaro dalle banche e varie limitazioni riguardante la conversione da pesos in dollari e viceversa. In questo modo molte persone avevano perso i loro risparmi. La parità peso-dollaro era finita; oggi un dollaro equivale a più di mille pesos argentini. Tutte queste condizioni erano esplose a metà Dicembre 2001. Il 19 Dicembre, in risposta al saccheggio generalizzato dei supermercati, il governo decretò finalmente lo stato d’assedio, militarizzando l’intero Paese e vietando alla gente di riunirsi nelle strade. È importante notare che tutte le proteste si svolsero in totale disprezzo verso questo decreto governativo. La polizia era riuscita ad arrestare alcune persone, ma non le migliaia [che si riversavano per strada]. Il 20 Dicembre, il presidente si era dimesso; nonostante la repressione e l’uccisione di 39 persone in tutto il Paese, la popolazione non aveva abbandonato le strade. La risposta era massiccia: si sbattevano pentole e padelle a tutte le ore, si organizzavano assemblee di quartiere nelle principali città del Paese, si attaccavano banche e istituzioni statali e i movimenti delle persone disoccupate vedevano crescere incredibilmente le loro organizzazioni e la loro forza, bloccando strade e vie in tutto il Paese. Fu in questo momento che iniziò a generalizzarsi lo slogan “che se ne vadano tutti” come ripudio totale verso i politici di ogni schieramento.<sup id="fnref:3" role="doc-noteref"><a href="#fn:3" class="footnote" rel="footnote">3</a></sup> Lo slogan “que se vayan todos”, che gli elettori di Milei stanno ora cantando, era stato intonato in tutta la regione in quei giorni, ma in un clima di lotta e solidarietà. Quando i giornalisti o i membri dei partiti di sinistra hanno sfidato i manifestanti, chiedendogli cosa sarebbe successo all’atto che se ne andavano tutti, la risposta è stata clamorosa: “che continuino ad andare via.” Gran parte dell’attuale rabbia sociale ha preso questo strano canale. Nel 2001 la rabbia contro i politici era caratterizzata da una prospettiva diffusa e irrazionale, ma con un rifiuto di fondo del capitalismo e basato sulla solidarietà, sui picchetti e sulle assemblee; buona parte dell’attuale malessere contro la “casta politica” si esprime in termini completamente capitalistici. Nonostante la loro assurdità e impraticabilità, espressioni come “dinamizzare la banca centrale” sono comode per il mantenimento dell’ordine rispetto alla “liberazione” della lotta sociale. Nel 2002, dopo le rivolte, la borghesia aveva cercato di organizzare una risposta, anche se in modo lento e disordinato, destituendo un presidente dopo l’altro fino a quando era subentrato Eduardo Duhalde, un figlio prediletto e popolare del peronismo – sospettato di essere un narcotrafficante e un assassino. Il governo di Nestor Kirchner (2003-2007) si era caratterizzato per essere un capolavoro del populismo peronista e latinoamericano. Grazie ad un contesto estremamente favorevole – dai prezzi internazionali delle materie prime ai salari completamente distrutti -, il governo aveva raggiunto la stabilizzazione economica. D’altra parte, si era assunto il compito di costringere tutte le organizzazioni sociali a schierarsi favorevolmente o contro il suo progetto politico. Le scuole popolari, gli spazi di base nei quartieri e i gruppi di giovani militanti si schierarono a favore del kirchnerismo. [Questi erano] incoraggiati dal suo presunto programma di rinnovamento, dalla promessa di stimoli economici e dall’immagine di un “governo [rispettoso] dei diritti umani” – dopo che questo riprese i processi contro i funzionari della Giunta del 1976 (un’altra grande operazione pubblica mediatica in quanto l’apparato repressivo dello Stato rimase intatto). In Argentina, le persone erano scomparse anche sotto la democrazia – migliaia erano state o assassinate nelle stazioni di polizia o in casi di “gatillo fácil” (polizia dal grilletto facile, ndt) oppure imprigionate e perseguitate per resistenza [a pubblico ufficiale]. Il governo di Cristina Fernandez de Kirchner aveva continuato le politiche del marito. Alcuni erano rimasti sorpresi dal fatto che la sua amministrazione avesse introdotto la legge antiterrorismo<sup id="fnref:4" role="doc-noteref"><a href="#fn:4" class="footnote" rel="footnote">4</a></sup> e, al contempo, avesse legalizzato il matrimonio “egualitario” tra persone dello stesso sesso. Ma non si trattava di misure contraddittorie. Il progressismo è il progresso del capitale – per quanto si sforzi di apparire come il progresso della società contro l’offensiva capitalista.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/12/15/8.jpg" /> <figcaption>
<p>Schieramento poliziesco a fianco ad un camion con cannone ad acqua durante <a href="https://www.infobae.com/fotos/2017/09/02/18-fotos-de-los-incidentes-destrozos-y-pintadas-durante-la-marcha-por-santiago-maldonado/">una marcia</a> in memoria di Santiago Maldonado (2017).</p>
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<p>Torniamo al cosiddetto neoliberismo e alla ristrutturazione capitalistica, riflettendo sulle continuità e discontinuità [dei regimi] dittatoriali e democratici argentini. Le cosiddette politiche neoliberiste, applicate in Argentina e in altri Paesi dell’America Latina, non sono state solo la conseguenza delle ultime dittature civili-militari e della feroce repressione da esse attuate. Alcune delle caratteristiche di quello che viene per lo più identificato come neoliberismo – l’intensificazione della precarietà e la “flessibilizzazione” lavorativa, la privatizzazione di varie industrie e servizi, la crescente finanziarizzazione economica, la riduzione della spesa pubblica – sono state una conseguenza della precedente fase del capitalismo che oggi molti desiderano – rappresentata dal peronismo in Argentina e dal cosiddetto “stato sociale” in altre parti del mondo. Vogliamo qui sottolineare le continuità non militari, ma democratiche e sempre capitalistiche, esposte nel libro che abbiamo appena pubblicato. La globalizzazione e la delocalizzazione dei centri di produzione sono stati tra gli aspetti più significativi di queste trasformazioni mondiali.</p>
<p>Il processo di ristrutturazione globale ha assunto forme diverse nei vari Paesi e ha impiegato diversi decenni per diffondersi. Come in Argentina, in molti altri Paesi la popolazione disoccupata è aumentata considerevolmente a causa della chiusura di varie industrie e settori le cui tecnologie stavano diventando obsolete in termini di produttività; la precarietà è aumentata [all’interno di quella grande porzione] di popolazione orientata, principalmente, nel settore dei servizi; mentre i salari di un piccolo numero di persone lavoratrici impiegate in settori tecnologicamente più avanzati e redditizi sono cresciuti o rimasti stabili.<br />
I Paesi dove le industrie sono state delocalizzate hanno vissuto un’esperienza diversa, fornendo enormi quantità di manodopera ad un prezzo migliore per la borghesia globale, come è accaduto in diversi Stati asiatici.</p>
<p>La massa di merci a livello globale non ha smesso di crescere, anche se non possiamo dire lo stesso per i salari o i livelli di occupazione nel loro complesso – specie se guardiamo i Paesi separatamente. In questo modo, il ruolo dello Stato si è spostato; l’assistenza sociale alle persone disoccupate o a quelle precarie, che non hanno accesso a un salario sufficiente, si è diffusa in gran parte del mondo. Oggi, in Argentina, non c’è una disoccupazione massiccia, ma per migliaia e migliaia di persone un lavoro non è sufficiente per sopravvivere. È sorprendente vedere l’accettazione del discorso economico liberale in Argentina; fino a meno di un decennio fa, era una parola negativa per la maggioranza della popolazione. La crescita della nuova destra liberale deve essere compresa all’interno di un contesto dove i progressisti non sono riusciti ad affrontare i problemi sociali. La destra liberale evidenzia questi fallimenti nei suoi discorsi, in linea con i propri incantesimi: inclusione sociale, ridistribuzione della ricchezza, espansione dei diritti. D’altra parte, la povertà, il lavoro precario, la disuguaglianza e la violenza – violenza repressiva, violenza criminale come quella legata al <a href="http://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2021/11/narcotrafico-y-capital.html">traffico di droga</a> e violenza di genere – sono in aumento. Le misure comunemente associate al neoliberismo sono state imposte in tutto il mondo durante la ristrutturazione capitalistica iniziata negli anni Settanta. In Argentina, la ristrutturazione globale ha assunto una forma specifica, che si è consolidata negli anni ’90, con una riforma dello Stato e del modo di accumulazione locale. Questa situazione ha avuto luogo all’interno di un quadro di ferrea disciplina di mercato sulle persone lavoratrici, esercitata principalmente dalla “convertibilità” [una parità fissa tra il peso argentino e il dollaro statunitense], dalla liberalizzazione del commercio e dalle privatizzazioni. Questa disciplina è stata imposta, come abbiamo detto, dopo due periodi di iperinflazione (1989 e 1991) che hanno distrutto i salari. Il modo di accumulazione capitalista in Argentina è basato sulla fornitura di prodotti a basso valore aggiunto (compresi i prodotti primari come la soia e anche i loro derivati industriali, come olio, farina e pellet) all’interno del mercato mondiale.</p>
<p>Sebbene l’Argentina sia storicamente un Paese esportatore di prodotti agricoli, negli anni ’90 questi settori si sono espansi e modernizzati in modo significativo, aumentando la loro produttività. Questo processo si è consolidato solo nel decennio successivo, dopo la crisi del 2001 e la fine della “convertibilità”. La ripresa economica e politica durante il kirchnerismo è derivata dalla ristrutturazione della produzione, dall’allentamento della disciplina di mercato che la “convertibilità” comportava, dalle condizioni favorevoli del mercato mondiale e dal fatto che i salari reali erano miseri all’inizio del processo; sono cresciuti progressivamente negli anni successivi, pur non riuscendo a raggiungere il livello del ciclo economico precedente – e scendendo successivamente di nuovo qualche anno dopo, fino ad arrivare alla situazione attuale.</p>
<p>Il periodo di Kirchner si è differenziato dal precedente soprattutto per la disciplina di mercato, che ha permesso al governo di adattarsi alle richieste sociali e alle oscillazioni dei mercati internazionali, intervenendo sul tasso di cambio e aumentando il prelievo fiscale e la spesa pubblica – attraverso le trattenute e la nazionalizzazione del segmento privato del sistema pensionistico. Una delle parti più consistenti di questa spesa pubblica era costituita dai sussidi per i carburanti, l’energia e i trasporti, di cui hanno beneficiato sia gli utenti privati che le imprese. Milei ha descritto i proprietari di queste aziende, che dipendono dalle politiche protezionistiche statali, come “imprenditori prebendari”, “empresaurios” o “empresucios”. Da una prospettiva rivoluzionaria, critichiamo qualsiasi visione o proposta industriale legata allo sviluppo delle forze produttive. Ma dal punto di vista dell’economia nazionale e della gestione del capitalismo locale, anche alle sue condizioni, è chiaro che sta funzionando male, considerando le ripetute recessioni, gli aggiustamenti e le crisi. Il kirchnerismo è stato promosso come una presunta re-industrializzazione del Paese, ma in realtà la matrice produttiva non ha subito grandi cambiamenti e la precarietà è persistita, crescendo notevolmente nell’ultimo decennio. La situazione è diventata insostenibile e i gestori del capitale parlano solo di sacrifici, più o meno graduali, ma comunque di sacrifici. Questo anno elettorale ha imposto un’interruzione del conflitto sociale e della riflessione critica; ma questi cambiamenti richiedono un ripensamento delle questioni di fondo. È tempo di insistere sulla necessità di una rottura.</p>
<p>Concretamente, al di là della questione di chi ha vinto le elezioni, ci troviamo di fronte ad un approfondimento della riduzione della spesa pubblica (in modo da ridurre il deficit fiscale), a brusche svalutazioni del peso (come già avvenuto), ai cambiamenti nella politica monetaria, alla riforma del lavoro e della previdenza sociale e ad altre politiche con un impatto immediato sul proletariato. Gli ultimi periodi di cambiamento nelle sale del governo sono stati anche momenti di aggiustamento economico.</p>
<p>Dovremo affrontarlo, non importa da chi provenga – ma la domanda che bisogna porsi è come siamo arrivati a questo punto. Non dobbiamo perdere di vista gli aggiustamenti precedenti e quelli in corso, né applicare una memoria selettiva che perpetui la logica democratica del “male minore”.</p>
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<p>Polizia motociclista armata durante <a href="https://www.infobae.com/fotos/2017/09/02/18-fotos-de-los-incidentes-destrozos-y-pintadas-durante-la-marcha-por-santiago-maldonado/">una marcia</a> in memoria di Santiago Maldonado (2017).</p>
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<p class="darkred"><strong>Come vedi la relazione tra Milei e Jair Bolsonaro e Donald Trump?</strong></p>
<p>Se c’è qualcosa che accomuna questi tre spregevoli personaggi è un populismo che non si basa sui tradizionali pilastri della sinistra. A differenza di Trump, Milei non è un protezionista: al contrario, propone di “rendere l’Argentina di nuovo grande”, aprendo il Paese alle importazioni, liberalizzando il mercato e il tasso di cambio.</p>
<p>L’ultraliberismo di Milei è eccezionale rispetto alle nuove destre di tutto il mondo. Se c’è una cosa che li accomuna, è il loro anti-progressismo reazionario. Nel caso argentino, vi è una combinazione tra le premesse economicamente liberali e le critiche reazionarie verso le discussioni attuali, come le questioni dell’accesso all’aborto o dell’educazione sessuale. Per quanto riguarda il curioso amalgama locale tra liberale / reazionario, è difficile trovare una coerenza che vada oltre l’opportunismo elettorale – ma che si alimenta nel contrastare certe politiche attuate dopo gli sconvolgimenti sociali del 2001. Dopo un breve periodo di stabilizzazione e crescita, queste politiche si sono rivelate inutili – o peggio – di fronte ai crescenti problemi sociali. Tutto ciò che appare in qualche modo oppositivo viene utilizzato come rinforzo quantitativo: il liberalismo economico, il costituzionalismo, le teorie del complotto, l’anticomunismo, l’anticorruzione, l’anti-picchettaggio, l’antifemminismo.</p>
<p>Ma al di là dell’ideologia che Milei professa, è importante riflettere sul perché quest’ultimo sia apparso in questo momento e perché sia diventato così popolare. Cosa rappresenta socialmente la sua irruzione? Coloro che votano per Milei non sembrano preoccuparsi di ciò che è accaduto cinquant’anni fa, né sembrano essere veri seguaci degli economisti della scuola austriaca. Quello che questi comunicano per strada o al lavoro è che sono stanchi di tutto. Un’altra questione che questi settori di destra strumentalizzano molto bene è la richiesta di “sicurezza” in un contesto latinoamericano, dove rapine e omicidi sono abbastanza comuni. Ciò non significa necessariamente richiedere il pugno di ferro; ma serve, [semplicemente,] per esprime il malessere di una “guerra dei poveri contro i poveri”. Questo desiderio può essere tradotto in una richiesta di pugno di ferro ma può anche essere interpretato come un istinto di autoconservazione di fronte ad una situazione grave e in assenza di altre proposte. Se guardiamo i modi in cui queste persone politiche si intersecano, lo facciamo tenendo conto di quello che sono: nient’altro che nuove aspiranti figure pronte a gestire e ad amministrare lo Stato, ognuno con le sue particolarità.<sup id="fnref:5" role="doc-noteref"><a href="#fn:5" class="footnote" rel="footnote">5</a></sup></p>
<p>È importante sottolinearlo quando si forma un fronte “contro la destra”, “contro il fascismo”. Per coloro che sono in campagna elettorale permanente, questa “minaccia fascista” è solo un altro argomento di conversazione. Questo ci sembra importante per non andare dietro a quei movimenti che aspirano solo a governare e ad amministrare il Capitale.</p>
<p>Può sembrare strano a tutti i politici terrapiattisti leggere i concetti che sono arrivati a negare: la società di classe, lo sfruttamento, le condizioni materiali dell’esistenza, la rivoluzione. In questo senso, alcuni indignati che indicano [determinate politiche] come “destra economicamente liberale”, troveranno dei punti in comune con [quest’ultima] nonostante il loro rifiuto su certe istanze. Ecco perché si parla di “falsi critici” del liberalismo economico.</p>
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<p>Una fotografia di antifascisti all’esterno del circolo sociale e sportivo “La Cultura del Barrio” scattata intorno al 2018.</p>
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<p class="darkred"><strong>Quali sono le probabili conseguenze negative della vittoria elettorale di Milei? Cosa cambia esattamente?</strong></p>
<p>Di fronte alla situazione sociale di risanamento permanente che noi stiamo vivendo (inflazione, svalutazione eccessive, prezzi degli affitti incontrollabili, salari reali in picchiata, alta disoccupazione, lavori sempre più precari e povertà crescente), le nuove politiche economiche vengono presentate come responsabili e allo stesso tempo potenzialmente salvifiche. [Il partito politico di Milei] “La Libertad Avanza” ha puntato in alto, parlando di un vero e proprio risanamento e di una brusca riduzione della spesa pubblica. Ciò che sta cambiando, quindi, è il modo in cui la borghesia realizzerà il risanamento economico, che stava già realizzando in ogni caso – indipendentemente dal governo in carica.</p>
<p>“Non ci sono soldi” è l’avvertimento e la minaccia del discorso di Milei prima del suo insediamento. La nostra preoccupazione principale è a livello economico poiché Milei entra in carica in un contesto critico e con un discorso a favore del risanamento – il quale sembra avere sufficiente legittimità. Allo stesso tempo, nessun risanamento può essere fatto senza repressione e tutte le forze politiche che compongono il nuovo governo sono feroci sostenitori del pugno di ferro e del rispetto della legge. Le forme di repressione, associate all’istituzionalizzazione della lotta, possono funzionare in una certa misura; sembra farsi strada un utilizzo monopolistico della violenza da parte dello Stato: manganello, proiettile e prigione.</p>
<p>Per quanto riguarda la “guerra culturale”, si assiste ad una crescita o ad un rafforzamento dei settori reazionari e conservatori; alcune politiche progressiste sulle questioni di genere, sui diritti umani, sull’ambiente o sulle popolazioni indigene, ad esempio, saranno ridotte. Nonostante i discorsi bellicosi dei settori della neo-destra, notiamo, in primo luogo, che essi sono molto più moderati quando salgono al potere, specialmente quando trattano tematiche politiche specifiche. Ci ha colpito, ad esempio, l’alto numero di deportazioni annuali durante l’amministrazione Obama <a href="https://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2020/11/tiempos-de-moderaciones-progresistas.html">rispetto a quella Trump</a>. In secondo luogo, queste battute d’arresto ci invitano a ripensare sull’approccio legalistico e sul contenuto delle politiche progressiste riguardo questi temi. Non solo non risolvono ciò che si prefiggono di affrontare, ma limitano le rotture iniziali che queste lotte hanno proposto. Il “Cittadinismo” è penetrato in profondità nei movimenti sociali; invece di abbracciare lo statalismo, [adesso lo dobbiamo] mettere in discussione.</p>
<p>Molti temono che il nuovo governo possa favorire e dare libero sfogo ai gruppi neonazisti e a quelli evangelici e cattolici che hanno partecipato alle manifestazioni <a href="http://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2018/09/el-avance-evangelista.html">contro la legalizzazione dell’aborto</a>. In Argentina non prevediamo che questo rappresenti un rischio considerevole per i settori in lotta, tanto meno prefiguriamo un potenziale scontro civile. <a href="http://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2018/09/el-avance-evangelista.html">Ci aspettiamo, invece, un aumento della repressione delle proteste da parte dello Stato</a>.</p>
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<p>Lu manifestanti affrontano la polizia durante una marcia in memoria di Santiago Maldonado (2017).</p>
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<p class="darkred"><strong>Quali forze sono disposte ad opporsi a Milei? Quali sono le prospettive della resistenza anti-capitalista?</strong></p>
<p>La principale opposizione politica è rappresentata dal governo uscente e dai suoi elettori; quindi la sfida per le persone anti-capitaliste sarà quella di opporsi al nuovo governo senza reclutare elettori per l’altra fazione dello Stato – e quindi senza alimentare le false speranze della rappresentanza politica democratica o di quelle misure economiche che possano produrre un capitalismo “più umano”. Le modalità di mobilitazione dei diversi settori della società dipenderanno dalle misure concrete attuate dalle organizzazioni che le guideranno – ovvero le persone disoccupate da un lato, i sindacati statali dall’altro, così come le altre parti del settore privato. Il primo ostacolo in questo senso è la divisione e la leadership delle principali organizzazioni di tutti i settori. Possiamo scommettere che vi saranno mobilitazioni massicce contro il risanamento inflazionistico in corso e gli aumenti dei costi dell’energia e delle tariffe dei servizi – “causati” dalla rimozione dei sussidi. La protesta di massa potrebbe essere innescata da diversi fattori: dalle questioni ambientali alla repressione, dall’oppressione di genere al risanamento economico. La questione è quale sarà la prospettiva di queste lotte – se uno scontro sui risanamenti della borghesia, dello Stato e delle sue misure, si ridurrà [o meno] ad un conflitto contro un governo specifico. Abbiamo già avuto esperienza di come i progressisti reindirizzino le lotte. E sappiamo come finisce. L’esempio di Boric <a href="https://boletinlaovejanegra.blogspot.com/search/label/Chile">in Cile</a> è istruttivo. Questo presidente, che ha riunito tutti i gruppi oppositori alla destra (compresi molti anarchici), sta ora imponendo misure brutali in campo economico, politico e giuridico – aumentando la potenza di fuoco dei carabineros [polizia], reprimendo le lotte studentesche, attaccando le comunità mapuche, approvando il veto alla “Legge sull’Usurpazione”.<sup id="fnref:6" role="doc-noteref"><a href="#fn:6" class="footnote" rel="footnote">6</a></sup> E quando tutto questo accade, c’è un settore del movimento sociale che rimane in silenzio e si rende complice perché “potrebbe andare peggio” e / o “la destra potrebbe governare”. Noi crediamo che non abbia importanza come gli oppressori e gli sfruttatori si definiscano politicamente: ciò che conta è il loro ruolo sociale ricoperto e quello che fanno. Un fascismo che riduce lo Stato sarebbe storicamente una novità; vedremo [che accadrà]. Per il momento Milei non è un fascista: è un liberale e democratico come tutti quelli che governano i Paesi di questo continente. Un regime di eccezione, che chiameremmo fascista, mira a ripristinare l’ordine statale e a reprimere l’emergenza rivoluzionaria; e questo non sembra il caso dell’Argentina.</p>
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<p>Lu manifestanti si scontrano con la polizia durante una marcia in memoria di Santiago Maldonado (2017).</p>
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<p class="darkred"><strong>Quali strategie sono possibili in questo contesto? Come possono le persone provenienti da altre parti sostenere le forze di resistenza anti-capitaliste e antiautoritarie nel territorio dominato dallo Stato argentino?</strong></p>
<p>Partendo dalle lotte esistenti e dalle trasformazioni delle dinamiche capitalistiche mondiali degli ultimi decenni, prestiamo attenzione alle loro manifestazioni locali e alle possibilità che esse comportano. In primo luogo il numero delle persone lavoratrici in condizioni di assoluta precarietà e gli alti livelli di disoccupazione e povertà. Questa è evidentemente una grande difficoltà per il capitale; la gestione di [tali problematiche avviene] attraverso le grandi reti di assistenza statale, minando l’autonomia che i movimenti delle persone disoccupate hanno avuto dagli anni ’90 fino all’inizio degli anni 2000.</p>
<p>Tra la parte più impoverita del proletariato c’è la popolazione indigena. Gran parte di questa popolazione vive nelle periferie delle grandi città. Tra la popolazione indigena che continua a vivere fuori dalle città, compresi i <a href="http://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2017/09/los-mapuche-no-son-chilenos-ni.html">Mapuche</a> in Patagonia e nelle province del nord-ovest, sono emerse importanti lotte per il recupero delle terre, la difesa dei loro mezzi di sussistenza e l’opposizione ai progetti capitalistici. Nonostante si tenga conto delle particolarità di queste espressioni di lotta e della diversità culturale della nostra classe, nel momento in cui le colleghiamo e le analizziamo, non perdiamo di vista la contraddizione essenziale dello sfruttamento del lavoro salariato e dell’imposizione della proprietà privata.</p>
<p>Un altro aspetto fondamentale sono le lotte delle donne e delle persone dissidenti, prestando attenzione ai cambiamenti capitalistici della divisione sessuale. Al di là delle politiche incentrate sul riconoscimento dell’identità, sottolineiamo che il capitalismo non è in grado di rispondere a molti dei problemi che si sono manifestati, a partire dalla violenza sessista.</p>
<p>Da un punto di vista riformista non è possibile superare la divisione sessuale – in quanto necessaria per la riproduzione della forza lavoro. Da una prospettiva rivoluzionaria è diventato chiaro che non è possibile abolire le classi sociali senza abolire la divisione di genere. Da alcuni anni stiamo scrivendo una serie di numeri di “<a href="https://cuadernosdenegacion.blogspot.com/">Cuadernos de Negación</a>” su questi temi.</p>
<p>Infine, siamo solidali, partecipiamo e osserviamo da vicino le cosiddette lotte ambientali. L’economia argentina è fortemente basata sulla produzione primaria, sia agricola che mineraria. La riproduzione di gran parte della forza lavoro da parte dello Stato dipende, in larga misura, da questo settore. Questo tipo di produzione non può essere delocalizzato quando la popolazione si rifiuta di lavorarci. È quello che è successo con diversi progetti minerari (come nella provincia di Chubut). Ancora oggi c’è una forma di resistenza all’estrazione del litio a Jujuy. Fermare questo tipo di offensiva è un duro colpo per lo sviluppo capitalista in Argentina. Siamo impegnatu a promuovere le profonde implicazioni di queste lotte, opponendoci al capitalismo “verde” o all’ambientalismo cittadinista.</p>
<p>Nella città di Rosario, dove viviamo, negli ultimi anni abbiamo sofferto degli incendi delle zone umide (distanti a pochi chilometri dalla città). Questi roghi sono stati intenzionalmente realizzati per l’agricoltura animale. Verso la fine dell’anno scorso abbiamo pubblicato un libro intitolato “<a href="https://lazoediciones.blogspot.com/2022/12/la-oveja-negra-plomo-y-humo-el-negocio.html">Plomo y humo. El negocio del capital</a>” [Piombo e fumo: Il business del capitale], in cui affrontiamo questo tema e la violenza legata al narcotraffico – cresciuta sistematicamente nell’ultimo decennio. Sebbene ci siano state mobilitazioni massicce contro gli incendi – i quali hanno distrutto le zone umide e causato problemi sanitari -, la questione della violenza legata alla criminalità è stata difficile da affrontare per i movimenti sociali. C’è un’opposizione al pugno di ferro e [alle connivenze tra] polizia e criminalità; ma non ci sono state espressioni di lotta massicce in questo senso. [Al massimo] si richiede “più sicurezza”, anche <a href="https://boletinlaovejanegra.blogspot.com/2023/02/todxs-somos-jimi.html">se ci sono stati alcuni casi specifici</a>.</p>
<p>In sintesi, quindi, ci riferiamo ai diversi piani dell’attuale lotta di classe che vanno oltre la sfera della produzione e mettono in discussione il capitalismo stesso. La possibilità di una rottura rivoluzionaria è latente in queste lotte e offre una strada che possiamo percorrere anche se per il momento la pacificazione democratica è fortemente imposta.</p>
<p>Abbiamo concluso questa intervista il 10 Dicembre 2023, giorno in cui Javier Milei ha assunto la presidenza – e in attesa degli annunciati risanamenti economici di domani.</p>
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<p><em>Thanks to <a href="https://ieneanarchiche.noblogs.org/post/2024/02/25/argentina-il-cosiddetto-neoliberismo-e-i-suoi-falsi-critici-terza-parte/">Iene Anarchiche</a> for the translation.</em></p>
<div class="footnotes" role="doc-endnotes">
<ol>
<li id="fn:1" role="doc-endnote">
<p>Nel contesto italiano abbiamo avuto due esempi di neofascisti che cercarono di presentarsi come oppositori contro le elitè al potere. <strong>Il primo esempio è la Sicilia del 1944-45.</strong> Dopo l’operazione Husky e l’epurazione e deportazione di buona parte della dirigenza del Partito Nazionale Fascista, in Sicilia si insediò l’AMGOT, “<em>l’Allied Military Government of Occupied Territory, dipendente dal Quartier Generale alleato del Mediterraneo, di cui era responsabile il generale Alexander che, in qualità di Governatore militare del territorio occupato, emanava i proclami e le ordinanze alla popolazione civile.</em>” Nel Febbraio 1944, con gli accordi presi tra AMGOT e Governo del Regno del Sud, la Sicilia passò sotto la giurisdizione italiana. Dieci mesi dopo, nel Dicembre del 1944, il governo retto da Bonomi richiamò “<em>dieci classi di riservisti per fare la guerra ai tedeschi e al fianco degli alleati</em>”. La rivolta armata del “Non si parte”, scoppiata dopo la repressione sanguinosa avvenuta l’11 Dicembre 1944 a Catania, dilagò in tutta la Sicilia (Dicembre 1944 - Gennaio 1945). I motivi di questa rivolta erano di natura economica (distruzione del settore agro-industriale da parte dei bombardieri anglo-americani durante le fasi guerreggianti del 1940-1943, inflazione galoppante (causata dall’immissione di decine di miliardi di AM-Lire nella sola Sicilia) e il dilagare della cosiddetta “borsa nera”) e sociale (insofferenza contro un governo (prima occupante e poi “nazionale”) che si era dimostrato difensore del capitalismo rurale regionale e repressore contro chi chiedeva pane e casa). I fascisti, in tutto questo, parteciparono ai comizi pro-rivolta e combatterono contro le forze militari regie; ma costoro non ebbero un ruolo decisionale o di organizzazione delle sommosse durante questa rivolta - come ventilato dal Partito Comunista Italiana che definì il “movimento non si parte” rigurgito del fascismo, colluso <em>“con certi gruppi del movimento separatista, sfruttando le tragiche condizioni di esistenza del popolo lavoratore […], vuole impedire la partecipazione alla guerra di liberazione dei siciliani</em>” -, o si opposero a tutta la repressione subita dalla popolazione siciliana tra la fine di questa rivolta (Febbraio 1945) e le operazioni poliziesche-omicide dei governi De Gasperi (1946-1953). <strong><em>Fonte utilizzata**:</em> <em>Giomblanco Francesco, “Alto tradimento. La repressione dei moti del non si parte. Dal carcere al confino di Ustica”, Sicilia Punto L, Ragusa, 2010, 212 p</em>. **Il secondo esempio,invece, avvenne a Reggio Calabria nel 1970-71</strong>. Dalla fine del secondo conflitto mondiale, Reggio Calabria, come città e territorio provinciale annesso, era in forte crisi sociale ed economica. Le cause di questo stato di cose erano da ricercarsi nella parziale ricostruzione post Terremoto del Dicembre 1908, un tessuto industriale inesistente, i voti di scambio e l’utilizzo dei fondi statali per arricchire determinate compagini economiche – legate al partito dominante, ovvero la Democrazia Cristiana. La scintilla della rivolta reggina scoppiò dopo la decisione governativa nazionale di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro. Tutta una serie di partiti politici, con in testa la Democrazia Cristiana dell’allora sindaco reggino Pietro Battaglia e il Movimento Sociale Italiano e la CISNAL di Francesco “Ciccio” Franco, sostennero la rivolta perchè tale decisione nazionale venne vista come “uno scippo politico” ai danni di Reggio Calabria. Se queste furono le intenzioni dei democristiani e dei loro alleati di strada fascisti - a cui si devono aggiungere le presenze di soggetti quali Junio Valerio Borghese, Stefano delle Chiaie e Pino Rauti-, la rivolta reggina fu molto più eterogenea e vasta di come venne descritta dai giornali e / o da queste compagini politiche destroidi: si estese nei paesi vicini a Reggio Calabria (Gioia Tauro, Polistena, Bagnara, Scilla, Condofuri, Africo, Palmi, Siderno, Villa San Giovanni) e vide la partecipazione popolare stanca di uno Stato latitante e di una borghesia in combutta con il partito al potere (Democrazia Cristiana). La repressione avvenuta nel Febbraio del 1971 pose fine alla rivolta. I dirigenti missini di Reggio Calabria, con in testa Francesco Franco e Fortunato Aloi, vennero acclamati come eroi dal loro partito e utilizzarono, come propaganda elettorale, ciò che fecero in quei mesi nella città dello stretto – come dimostrato dalle elezioni nazionali successive per la sesta legislatura (1972-1976), in cui Aloi divenne deputato e Franco senatore. <strong><em>Fonte</em></strong> <em><strong>utilizzata</strong>:</em> <em>Itri Maria, “5 anarchici del sud. Una storia degli anni ’70”</em> <a href="#fnref:1" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:2" role="doc-endnote">
<p>Nella cosiddetta America Latina il termine “dittatura civile-militare” serve per sottolineare le responsabilità violente e repressive dell’esercito e l’accettazione di questo stato di cose da parte del mondo sociale ed economico (specie quello legato all’economia finanziaria). Nel caso argentino segnaliamo, con alcuni stralci, l’articolo “<a href="https://www.laprimerapiedra.com.ar/2018/03/por-que-la-dictadura-es-civico-militar/">Perchè si dice che la dittatura </a><a href="https://www.laprimerapiedra.com.ar/2018/03/por-que-la-dictadura-es-civico-militar/">è civi</a><a href="https://www.laprimerapiedra.com.ar/2018/03/por-que-la-dictadura-es-civico-militar/">le</a><a href="https://www.laprimerapiedra.com.ar/2018/03/por-que-la-dictadura-es-civico-militar/">-militare?</a>” del collettivo argentino “<a href="https://www.laprimerapiedra.com.ar/nuestra-historia/">La primera piedra</a>”. Il collettivo argentino spiega che la dittatura civile-militare era tale in quanto si dovevano “<em>eliminare tutte le organizzazioni politiche e distruggere i legami sociali che permettevano di generare una molteplicità di progetti collettivi. La scomparsa dei quadri politici (nell’ordine delle migliaia) era necessaria affinché l’Argentina si adattasse ai cambiamenti dell’accumulazione capitalistica internazionale. La repressione era necessaria per passare dal capitalismo industriale al capitalismo finanziario. All’interno del settore “civile” vi erano i settori ecclesiastici, imprenditoriali, proprietari di mezzi di comunicazione, politici e funzionari giudiziari che sponsorizzavano, sostenevano ed erano complici e responsabili dello sterminio. All’interno e all’esterno dello Stato, c’erano persone che fomentavano e generavano dei crimini contro l’umanità verso le persone lavoratrici delle fabbriche, studenti, attivistu e un gran numero di persone che si opponevano al terrore di Stato e all’installazione di un’economia nelle mani di pochi. […] Nello stabilimento General Pacheco della Ford fu creato un centro clandestino per tenere in prigionia i lavoratori dello stabilimento. Nello zuccherificio Ledesma di Jujuy, di proprietà di Carlos Blaquier, furono sequestrate 400 persone con il supporto logistico e la complicità degli imprenditori. […] molti settori della Chiesa sono stati complici dei militari: hanno collaborato nel trasmettere [ai militari] le informazioni delle organizzazioni familiari – che si erano appena formate -, [oltre ad] avvallare le torture, il sovraffollamento delle persone detenute-desaparecidxs e lo sterminio. Anche i politici che ricoprivano incarichi di governo, come José Alfredo Martínez de Hoz - che fu ministro dell’Economia ai tempi -, furono parte fondamentale della dittatura. Questi minimi accenni sono solo alcuni esempi del ruolo civile svolto dalla dittatura. Essi furono coinvolti nella pianificazione e nella complicità del genocidio. Oltre a questi, molti uomini d’affari e gruppi economici hanno beneficiato di un modello economico che ha danneggiato, e danneggia tuttora, la grande maggioranza della popolazione. Questi settori hanno dettato le politiche economiche da attuare durante il governo militare e negli anni successivi. I responsabili civili del genocidio sono quelli che ancora oggi (2018, ndt) rimangono nei settori dei poteri costituiti […] Gran parte della società ha accettato l’arrivo della dittatura civile-militare: alcuni settori per ignoranza e altri per totale complicità. […]</em>” <a href="#fnref:2" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:3" role="doc-endnote">
<p>Per una sintesi, seppur parziale, della situazione argentina di quel periodo storico, rimandiamo al seguente articolo: “L’autogestione come resistenza alla crisi”, Umanità Nova, 10 Maggio 2020. <a href="https://umanitanova.org/lautogestione-come-resistenza-alla-crisi/">Link</a> <a href="#fnref:3" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
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<li id="fn:4" role="doc-endnote">
<p>Nel Dicembre del 2011 il governo Kirchner modificò la legge anti-terrorismo del 2009, scatenando una pioggia di critiche da parte dei movimenti popolari e di lotta. Riportiamo alcuni estratti tradotti del “Coordinadora contra la Represión Policial e Institucional” (CORREPI) del Gennaio 2012 dal titolo “<a href="https://periodicoellibertario.blogspot.com/2012/01/argentina-leyes-antiterroristas-de-la.html">Argentina. Le leggi Antiterroristiche: dalla Dottrina della Sicurezza Nazionale alla “governance democratica con cooperazione</a>””: “<em>[…] La nuova riforma del codice penale, come è successo nel 2003, nel 2005, nel 2007 e nel 2009, è stata proposta e approvata in tempi record in modo da incontrarsi con le linee guida imposte dal Grupo de Acción Financiera Internacional (GAFI), un’agenzia “specializzata”, a livello internazionale, nell’assicurare i suoi piani di dominio. […] Verso i primi di Ottobre (2011, ndt), il GAFI sollecitava nuovamente il governo argentino nel fare progressi sulla promulgazione delle leggi antiterrorismo - come quelle emesse tra il 2003 e il 2009 […]il ministro della giustizia e dei Diritti Umani, Julio Alak, ha convocato una conferenza stampa per annunciare che l’Esecutivo aveva inviato al Congreso un nuovo pacchetto di leggi, adeguando “[…] la legislazione nazionale ai più alti standard internazionali […]” Il giorno dopo la conferenza ministeriale, le principali rappresentazioni aziendali […] hanno applaudito alla misura e assicuravano il loro sostegno al governo […] Il progetto, che raddoppia le pene per qualsiasi reato quando l’intenzione dell’autore è quello di “terrorizzare la popolazione, costringere le autorità pubbliche nazionali ad astenersi dall’intervenire, compiere un atto grazie a governi stranieri o agli agenti di un’organizzazione internazionale”, è già legge ed è stata approvata dalla maggioranza kirchnerista […] Così, basta una definizione più concreta del concetto di“terrorismo” che i giudici e i governatori fedeli a Kirchner saranno ligi al loro dovere. E non abbiamo nulla da temere. […] Ora è “terrorismo internazionale” qualsiasi atto che ha l’intento di “terrorizzare la popolazione”, e niente fa più paura alla borghesia della classe operaia organizzata, unita e stabile. È “terrorista” chi cerca di “costringere un governo o un’organizzazione internazionale a compiere un atto o a impedirglielo” e chiaramente si applica a qualsiasi movimento che richiederà al governo una misura o un rinnegamento della stessa. […] L’incorporazione sistematica di leggi più repressive dimostra che […] le lotte aumenteranno e [le istituzioni economiche e politiche] vogliono essere pronte a difendere i loro privilegi. Le leggi antiterrorismo […] sono strumenti legali volti a disciplinare i settori e le organizzazioni che combattono il sistema. Lungi dall’essere una novità, sono un aggiornamento dello schema repressivo dello Stato – il quale risponde agli interessi imperialisti degli Stati Uniti e delle loro organizzazioni internazionali. Il loro scopo principale è isolare le lotte, intimidire chi si organizza ed eliminare la resistenza. […]”</em> <a href="#fnref:4" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:5" role="doc-endnote">
<p>Questo periodo è stato tradotto dalla <a href="https://it.crimethinc.com/2023/12/15/argentina-el-neoliberalismo-y-sus-falsos-criticos-anarquistas-desde-territorio-argentino-sobre-la-eleccion-de-javier-milei-1">versione spagnola</a> dell’intervista <a href="#fnref:5" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:6" role="doc-endnote">
<p>“Ley de Usurpacion”. La legge in questione si prefigge di debellare i reati di occupazione illegale degli immobili (edifici e terreni agricoli soprattutto), stabilendo nuove pene detentive e meccanismi di restituzione più efficienti. Proposta dall’opposizione di destra nella prima metà del 2023 e inizialmente bloccata dal governo cileno (tramite un veto presidenziale) nell’estate di quell’anno, la “Ley de Usurpacion” viene approvata dai due rami del parlamento nel mese di Novembre. “La legge sull’usurpazione della terra promulgata il 24 Novembre 2023,” scrive Héctor Urbina Huircaleo delle Comunità Mapuche raggruppate di Lof Boyeco Lumaco, “è una legge che attenta al diritto alla pace nell’Araucania e non contribuisce a risolvere il conflitto Mapuche. Questa legge incita alla violenza e attenta al diritto della terra, del territorio e delle sue risorse; quindi questa legge sull’usurpazione è contraria alla pace richiesta nella Regione […] Questa legge sull’usurpazione è chiaramente un’altra strategia per continuare con la violenza il negazionismo, proteggendo gli interessi patrimoniali dei veri usurpatori di terre, che sono gli stranieri, i latifondisti e i grandi produttori di legname – i quali continueranno le loro odiosità razziali e la criminalizzazione verso i Mapuche e i loro diritti di popolo. Noi Mapuche non siamo disposti a cedere le nostre terre, né a tacere sulle intimidazioni dell’élite capitalista, che cerca solo di generare conflitti per militarizzare ulteriormente il nostro territorio. […] Questa è la vera minaccia e un attentato alla pace da parte dello Stato cileno e dei partiti Repubblicano, UDI, Rinnovamento Nazionale, Evopoli. Tutti loro promulgano la violenza e criminalizzano la giusta lotta per il diritto alla terra e alla sovranità territoriale. Le comunità proseguiranno nei processi di recupero delle terre, che oggi sono nelle mani dei veri usurpatori di terre. […] Ci rammarichiamo che i parlamentari abbiano adottato tale legge – la quale mira solo a creare e a generare più tensione e controversia in Araucania. Noi Mapuche non siamo disposti a rinunciare ai nostri diritti come popolo, né abbiamo dato mandato a nessuno di decidere per il nostro futuro. […]” (Fonte: “<a href="https://www.elclarin.cl/2024/01/03/ley-de-usurpacion-de-tierra-ley-contraria-a-la-paz-en-la-araucania/">Ley de usurpación de tierra: ley contraria a la paz en la Araucanía</a>”.) <a href="#fnref:6" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
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https://crimethinc.com/2023/11/26/ritorno-al-futuro-il-ritorno-della-destra-ultraliberale-in-argentina2023-11-26T17:37:55Z2024-01-07T04:51:05ZRitorno al futuro : Il ritorno della destra ultraliberale in ArgentinaUn anarchico argentino esplora il motivo per cui il candidato di estrema destra Javier Milei ha vinto le elezioni e colloca Milei nella storia del capitalismo in Argentina.
<figure><img class="u-photo" alt="" src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/11/26/header.jpg" /></figure>
<p>La scorsa settimana l’estrema destra ha ottenuto vittorie elettorali nei <a href="https://www.theguardian.com/world/2023/nov/25/dutch-voters-on-geert-wilders-shock-election-win-coaltion-talks">Paesi Bassi</a> e in Argentina. L’ondata reazionaria globale che ha portato Donald Trump al potere non si è placata con la sua sconfitta elettorale nel 2020, né con la sconfitta di <a href="https://crimethinc.com/2023/01/10/january-8-the-brazilian-january-6-tracking-the-rise-of-fascism-from-the-united-states-to-brazil">Jair Bolsonaro</a> in Brasile. Nella riflessione che segue, un <a href="https://twitter.com/@batallonbakunin">anarchico argentino</a> esplora le ragioni della vittoria elettorale di Javier Milei e colloca la politica di quest’ultimo nel contesto storico. Sebbene la retorica “anarcocapitalista” di Milei possa sembrare nuova, questo è solo l’ultimo capitolo di una storia molto antica in Argentina: la combinazione di un capitalismo spietato con una spietata violenza di Stato.</p>
<hr />
<h1 id="ritorno-al-futuro">Ritorno al futuro</h1>
<p>Javier Milei, il neoeletto Presidente dell’Argentina, ha condotto una campagna presidenziale in cui ha proposto di abolire il Peso argentino e di adottare il dollaro statunitense come moneta nazionale, di eliminare la banca centrale, di privatizzare la sanità e l’istruzione, di privatizzare o chiudere tutti i media pubblici e di privatizzare la maggior parte degli aspetti dell’infrastruttura economica e strategica del Paese.</p>
<p>Il carattere e la politica di Milei lo renderebbero perfetto per il ruolo di supercattivo in un’opera di narrativa anarchica eccessivamente drammatica. Fino a poco tempo fa, andava in giro indossando un costume da supereroe nero e giallo interpretando “Capitan Ancap”. Lo si poteva trovare a pontificare con calma su come il libero mercato dovrebbe regolare tutti gli aspetti della società - compresa la vendita di bambini e di organi corporei, o la libertà di vendere un braccio per sopravvivere - e ad affermare che una persona costretta a scegliere tra morire di fame o lavorare 18 ore al giorno è “naturalmente” libera, perché avrebbe la possibilità di scegliere. Quando non si dedicava a queste delizie filosofiche, appariva nei talk show, con la bava alla bocca e urlando contro i “pezzi di merda della sinistra”, il “marxismo culturale”, la bufala del riscaldamento globale e così via.</p>
<p>La vicepresidente di Milei, Victoria Villaruel, è nota solo per la sua virulenta difesa dei leader militari incarcerati, a causa della partecipazione nella tortura e nella sparizione di migliaia di persone durante l’ultima dittatura militare argentina negli anni ‘70. Sia lei che Milei contestano il fatto che il governo argentino non sia stato in grado di dimostrare l’esistenza di un’azione di polizia. Sia lei che Milei mettono in dubbio la cifra da tempo stabilita di 30.000 morti o scomparsi. Milei nega pubblicamente che la dittatura abbia compiuto un genocidio sistematico, riferendosi agli atti della dittatura semplicemente come “eccessi”. Questi “eccessi” includevano una rete di centinaia di centri di detenzione clandestini, il lancio di vittime drogate ma ancora vive dagli elicotteri nel Rio de La Plata e la consegna a famiglie militari di diverse centinaia di neonati rapiti a prigionieri accusati di essere “sovversivi”.</p>
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<p>Javier Milei come “Capitano Ancap.”</p>
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<p>Il suo entourage non è molto migliore. Include “attivisti per i diritti dell’uomo”, “terrapiattisti”, per non dimenticare un cosiddetto filosofo che ha chiesto la privatizzazione degli oceani, e molti altri simili.</p>
<p>La sua politica è quindi un incubo per gli anarchici, come per gran parte della popolazione argentina. Stiamo parlando di una società che ha un forte senso di giustizia sociale, in cui la corrente politica dominante degli ultimi due decenni è stata il Kirchnerismo, una sorta di tendenza Peronista progressista di centro-sinistra, nata dalla rivolta del 2001. Con l’eccezione della presidenza di Mauricio Macri dal 2015 al 2019, i governi kirchneristi hanno governato l’Argentina ininterrottamente dal 2003 fino alla vittoria di Milei. Il primo decennio di governo kirchnerista ha portato miglioramenti significativi nella qualità della vita di molti argentini, riducendo i tassi di disoccupazione e di povertà e riportando l’inflazione sotto controllo (almeno per gli standard argentini). Ha rappresentato uno spostamento a sinistra sia nel discorso pubblico che nella politica del governo, un allontanamento significativo dall’egemonia neoliberale degli anni Novanta.</p>
<p>Ma il secondo decennio di governo kirchnerista è stato meno fortunato, afflitto da scandali di corruzione e da una delle serrate COVID-19 più lunghe del mondo. Nonostante una serie di misure economicamente protezionistiche - limitazione delle importazioni, tassazione delle esportazioni, controlli valutari e una serie di tassi di cambio diversi per il Peso argentino - l’ultimo decennio ha visto una continua svalutazione di questo. Tutto ciò ha portato a un forte aumento dell’inflazione - oltre il 100% negli ultimi dodici mesi - che ha fatto sprofondare milioni di persone sotto la soglia di povertà. Alle elezioni, oltre il 55% dei minori e il 40% di tutti gli argentini vivevano ufficialmente in povertà.</p>
<p>In questo contesto, Milei ha ottenuto quasi il 56% dei voti al ballottaggio, dopo aver ottenuto solo il 30% al primo turno del 22 ottobre.</p>
<p>Come siamo arrivati qui? Dove stiamo andando? E cosa c’è da fare?</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/11/26/2.jpg" /> <figcaption>
<p>Scontri davanti al Congresso durante il dibattito sulla riforma delle pensioni del 2017.</p>
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<h1 id="viva-la-libertad---liberta-di-lavorare-o-di-morire-di-fame-di-sottomettersi-o-di-essere-fucilati">Viva la Libertad!” - Libertà di lavorare o di morire di fame, di sottomettersi o di essere fucilati</h1>
<p>All’inizio, la maggior parte delle persone vedeva Milei come una novità esotica: un oscuro economista che diventava un ospite fisso dei talk show politici e dei canali d’informazione, facendo salire gli ascolti inveendo contro la “casta politica”, urlando di “prosciugare la palude”, diventando rosso sangue mentre si sfogava sull’“ideologia di genere”.</p>
<p>Le sue apparizioni televisive gli hanno fatto guadagnare una “fanbase” di giovani uomini della classe media politicamente alienati. A questi ha offerto uno sbocco attraverso il quale incanalare il loro risentimento contro lo Stato sociale, visto come struttura che sostiene orde di fannulloni, grazie ai soldi delle tasse di coloro che, invece, lavorano duramente. Ha dato loro modo di incanalare l’odio contro gli immigrati, dipinti come coloro che vanno in Argentina per scroccare l’istruzione pubblica e l’assistenza sanitaria gratuita. Contro il politicamente corretto, l’agenda globalista, il vaccino COVID-19 e le quarantene e,ovviamente, contro il “governo socialista” in Argentina, nonostante questa sia un Paese capitalista con un governo che, nella migliore delle ipotesi, è leggermente di sinistra.</p>
<p>Questi giovani si sono riuniti online, in gran parte attraverso clip di TikTok di Javier Milei e contenuti di estrema destra provenienti dal Brasile e dagli Stati Uniti. Così, quando Javier Milei ha annunciato la sua intenzione di candidarsi al Congresso nel 2021, sono diventati l’ala attivista del nascente partito “La Libertad Avanza”. Bandiere gialle di Gadsden e cappellini “Make Argentina Great Again” hanno iniziato a comparire nei suoi comizi elettorali.</p>
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<p>“Make Argentina Great Again.”</p>
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<p>Milei è stato eletto al Congresso attingendo a un fiume latente di risentimento che scorre in un settore specifico della popolazione argentina: giovani uomini della classe media, abitanti delle metropoli e con una ridotta mobilità. Con la crescita del loro ecosistema, della loro influenza e del loro raggio d’azione, questi giovani sono diventati determinanti per il successo dell’estrema destra, incanalando il malcontento popolare per la crisi economica e politica dell’Argentina.</p>
<p>Questo successo è dovuto al fatto che, mentre la vita è miserabile, la logica imprenditoriale e speculativa si sta insinuando sempre di più nella società, soprattutto tra i giovani. La logica del capitalismo è sempre più considerata senso comune. Se si è poveri, non c’è una ragione sistemica: semplicemente non si lavora abbastanza. Se non si guadagna abbastanza, non è che il salario sia troppo basso: bisogna semplicemente lavorare di più. Se volete cambiare le vostre condizioni, se volete essere “liberi”, non dovreste unirvi e organizzarvi con altri, ma avviare un’attività in proprio, vendendo qualche merce, con l’obiettivo non solo di sfuggire alla schiavitù salariale, ma anche di acquisire un giorno qualche schiavo salariato per conto proprio. La libertà è intesa come una ricerca del tutto individuale, un gioco a somma zero in cui è necessario sfruttare gli altri se si vuole essere liberi.</p>
<p>Con l’avanzare dell’egemonia capitalista, “collettivismo e socialismo” vengono incolpati dei fallimenti del capitalismo. Il capitalismo progressivo arcobaleno, ideologicamente se non praticamente, affronta le lotte di alcuni settori oppressi della società, riducendo al contempo un gran numero di persone in condizioni di povertà estrema. In questo modo è facile incanalare la rabbia dei disoccupati e dei lavoratori poveri lontano dalla classe capitalista, verso il risentimento per qualsiasi capro espiatorio che l’estrema destra pseudo-libertaria si inventa.</p>
<p>È molto probabile che pensiate di aver già visto questo film. Non ci vuole un’analisi molto acuta degli eventi mondiali per vedere i parallelismi con Trump negli Stati Uniti o Bolsonaro in Brasile. Le somiglianze sono tutte tratte direttamente dal manuale della nuova destra fascista. La politica della lamentela, le guerre culturali, i richiami razzisti, l’ossessione tipicamente fascista di una nazione umiliata che ha bisogno di un uomo forte alla guida contro i suoi numerosi nemici, sia stranieri che interni. C’è anche l’allucinazione del socialismo ovunque, anche tra gli attori politici, la cosa più lontana dai socialisti. In Argentina, la sinistra vera e propria, dominata dal trotskista <em>Frente de Izquierda</em> (“Fronte di Sinistra”, un’alleanza elettorale composta da quattro distinti partiti trotskisti), ha raccolto meno del 3% dei voti in queste elezioni. Questo dimostra fino a che punto la sinistra non sia riuscita a posizionarsi come un’alternativa valida, anche in mezzo al massiccio malcontento popolare e alla sfiducia nella classe politica.</p>
<p>Milei e i suoi “libertari” sono riusciti a dipingere i movimenti sociali della sinistra radicale e il governo di centro-sinistra kirchnerista come un’unica entità, proprio come Trump è riuscito a confondere gli “antifa” con i democratici agli occhi dei suoi sostenitori. Da lì, la propaganda della guerra culturale è stata semplice, iniziando dai socialisti che vogliono uno Stato grande fratello per controllare e opprimere i bravi e onesti lavoratori del Paese per giungere alle orde pigre e violente che vivono di programmi di welfare mentre i bravi lavoratori lottano sotto il peso delle tasse. Tutto questo per arricchire e sostenere una classe politica radicata e corrotta.</p>
<p>Questo segmento della società ha rappresentato da solo il 30% dei voti al primo turno delle elezioni di ottobre. Si tratta di un dato significativamente superiore al 15% circa che inizialmente si riteneva fosse la stima massima del suo sostegno, comunque non sufficiente a portarlo al potere. È qui che incontriamo un’altra sorprendente somiglianza con il trumpismo statunitense: l’ex presidente Mauricio Macri e il suo ex ministro della Difesa Patricia Bullrich (arrivata terza alle elezioni con il 23% dei voti) hanno immediatamente dichiarato il loro sostegno a Javier Milei nel ballottaggio. I loro elettori non erano i giovani, né gli elettori che cercavano di cambiare radicalmente il sistema, ma piuttosto il classico voto antiperonista e antikirchnerista dell’alta borghesia e dell’oligarchia argentina. Proprio come hanno fatto i repubblicani conservatori tradizionali negli Stati Uniti in risposta al successo elettorale di Trump, hanno immediatamente abbandonato le loro aspre critiche a Javier Milei e hanno colto l’opportunità di esercitare il potere con e dietro di lui.</p>
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<p>Mentre persone come Mauricio Macri e Patricia Bullrich potrebbero disapprovare la stravaganza di Milei, inorriditi dai modi di un uomo che girava per i comizi con una motosega per drammatizzare la sua intenzione di tagliare la spesa pubblica, la politica di Milei rappresenta senza dubbio i loro sogni più selvaggi. Questa parte dell’elettorato ha sempre sognato di privatizzare l’industria, di snellire lo Stato per servire gli interessi del capitale, riducendolo a funzioni puramente repressive per disciplinare la società. Semplicemente, non avevano il capitale sociale per affermare di avere queste intenzioni senza così facendo condannarsi all’irrilevanza politica.</p>
<p>Ora, all’indomani delle elezioni, i posti chiave della prossima amministrazione Milei sono andati agli ex ministri ed economisti del disastroso governo di Macri. Dopo che Nestor Kirchner aveva finalmente liberato l’Argentina dal peso del debito con il Fondo Monetario Internazionale, nel 2018 Macri si è accollato il più grande prestito nella storia del FMI, gran parte del quale non è stato utilizzato per finanziare progetti infrastrutturali o rafforzare l’economia, ma per distribuire pagamenti ai capitalisti finanziari. Una parte di questi fondi è stata sottratta illegalmente al Paese.</p>
<p>Le promesse della campagna elettorale di prosciugare la palude sono già state dimenticate prima ancora che Milei abbia giurato. I nomi dei ministri e dei consulenti appena nominati sono un “who’s who” di un quarto di secolo di politici di destra screditati.</p>
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<hr />
<p>Ci sono differenze tra il trumpismo e il fenomeno ultraliberale in Argentina. Trump era in qualche modo protezionista dal punto di vista economico, mentre Milei è un fervente e dogmatico campione del libero mercato. Trump è chiaramente un opportunista, una sorta di contenitore vuoto. Milei è un vero sostenitore del modello di capitalismo più reazionario, vile e superato che si possa immaginare oggi. Questa ideologia lo ha portato a dichiarare apertamente, chiaramente e ripetutamente che non esiste un diritto all’istruzione o all’assistenza sanitaria, che se qualcosa non è redditizio sul mercato, non ce n’è bisogno e non dovrebbe esistere. Le strade dovrebbero essere privatizzate e gli organi corporei dovrebbero essere un bene di mercato. Per quanto Milei parli di “anarchismo”, il suo secondo in comando è un convinto difensore dell’esercito argentino e del suo passato criminale, il cui piano per affrontare i movimenti sociali è la nuda e cruda violenza.</p>
<p>La differenza fondamentale tra il Trumpismo e il fenomeno Milei è l’età dei loro sostenitori. Pur promuovendo un modello economico che riporterebbe l’Argentina al XIX secolo, Milei è riuscito in qualche modo a posizionare se stesso e queste idee come nuove e ribelli. Con l’eccezione di piccole sacche di giovani radicalizzati, la base di Trump è generalmente più vecchia, rurale e isolata, mentre la maggioranza delle persone sotto i 30 anni si oppone fermamente a lui. Al contrario, Javier Milei si è fatto strada in modo significativo nei quartieri popolari e tra i lavoratori poveri e ha creato una base tra i giovani grazie ai suoi discorsi concitati, all’immagine dei suoi seguaci come “non pecore da radunare, ma leoni da risvegliare” e al suo dominio su TikTok e sulle nuove piattaforme di social media.</p>
<p>Di conseguenza, l’interpretazione della libertà e della ribellione più diffusa tra gli adolescenti e i ventenni argentini di oggi non solo è diametralmente opposta ai nostri valori di solidarietà e aiuto reciproco, ma coopta persino il nostro linguaggio, appropriandosi apertamente dei termini “anarchico” e “libertario”. Ciò che intendono con queste parole è una copia carbone degli elementi più rancidi del “libertarismo” e del capitalismo ultraliberista. È la visione della società dell’imprenditore influencer di TikTok.</p>
<p>Nonostante le divergenze, Bolsonaro, Trump e Milei sono alleati convinti: Bolsonaro dovrebbe partecipare all’insediamento di Milei e Trump ha recentemente annunciato l’intenzione di fargli visita in Argentina. Insieme, i tre sono l’avanguardia di una nascente internazionale proto-fascista. Nonostante proponga il vecchio e stanco modello di xenofobia, repressione e austerità capitalista, questa rinascita della destra si è posizionata con successo come una nuova alternativa alla politica di sempre, almeno in Argentina. Come conseguenza del fallimento del centro-sinistra nel migliorare la vita quotidiana delle persone, e del modo in cui molti attori dei movimenti sociali del periodo successivo al 2001 sono stati gradualmente incorporati nell’apparato statale, l’alternativa ultraliberista è riuscita a posizionarsi come la rappresentazione della ribellione giovanile.</p>
<p>Nelle parole di una <a href="https://www.federacionanarquista.net/y-ahora-que-pasa-posicion-del-anarquismo-organizado-frente-a-lo-que-se-viene-en-argentina/">dichiarazione</a> post-elettorale rilasciata dalle organizzazioni anarchiche antispeciste in Argentina:</p>
<blockquote>
<p>Perché un’opzione politica di estrema destra cresca in questo modo, la sconfitta è culturale e ideologica ed è in corso da molti anni, soprattutto a partire dal “ritiro” di molti dei progetti emancipatori, per non parlare di quelli progressisti, dalla maggior parte dei quartieri e dei sindacati popolari. L’assenza di una visione concreta di come affrontare questo sistema capitalista si affianca alla mancanza di un progetto rivoluzionario irremovibile nell’opporsi alla macchina di impoverimento della società, il neoliberismo. Un processo in cui lo Stato ha progressivamente incorporato e istituzionalizzato numerosi strumenti e pratiche del popolo, portando nel suo campo tutta l’azione politica e trasformando le urne nell’unico orizzonte possibile di intervento a livello politico. Quel vuoto di ribellione, di presenza contestativa, di lotta sociale, è stato riempito dalla retorica pseudo-fascista e ultraliberista da parte di un manipolo di economisti e di elementi reazionari.</p>
</blockquote>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/11/26/3.jpg" /> <figcaption>
<p>Scontri davanti al Congresso durante il dibattito sulla riforma delle pensioni del 2017.</p>
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<h1 id="la-storia-si-ripete-ancora">La storia si ripete ancora</h1>
<p>Anche se riconfezionate e propugnate con un marketing migliore, le idee di Milei sono poco più della classica formula ultraliberista. Ironia della sorte, se ci fosse un solo posto al mondo in cui questi esperimenti di ultraliberismo sono già stati provati, sarebbe proprio l’Argentina.</p>
<p>Il movimento peronista è sorto negli anni ‘40 intorno al generale Juan Domingo Peron, combinando un progetto capitalista economicamente protezionistico con un forte stato sociale e una retorica sulla “giustizia sociale”. Decenni di antagonismo tra il peronismo, spesso alleato con le forze di sinistra, e l’oligarchia e i militari argentini, culminarono nel colpo di Stato militare del 1976. Fu il sesto colpo di Stato in Argentina nel XX secolo.</p>
<p>La giunta militare lanciò la famigerata guerra sporca contro i resti delle organizzazioni di guerriglia armata del Paese - i “Montoneros” peronisti di sinistra e l’“Esercito Rivoluzionario del Popolo” trotzkista, entrambi ampiamente sconfitti e smantellati alla fine del 1975 - e contro chiunque altro fosse ritenuto lontanamente “sovversivo”. In collaborazione con il Fondo Monetario Internazionale, che all’epoca fornì il più grande prestito mai concesso a un Paese dell’America Latina, chiedendo in cambio una serie di riforme di mercato, la giunta impose al Paese la prima ondata di riforme economiche neoliberali. Smantellò le politiche protezionistiche del peronismo, eliminando le tariffe sulle importazioni e decimando l’industria nazionale, e, contemporaneamente, eliminò tutte le tasse o le restrizioni sulle esportazioni. Allo stesso tempo eliminarono il controllo degli affitti, cancellarono tutti i sussidi ai trasporti pubblici e attaccarono i sindacati e i diritti di contrattazione collettiva.</p>
<p>I risultati furono disastrosi per la maggior parte della società argentina. I lavoratori sopportarono il peso di anni dell’ inflazione annuale a tre cifre, innescata dal crescente debito estero del Paese. Nel 1982, un’impopolare giunta militare spinse il Paese in guerra con la Gran Bretagna per le isole Malvine, nel disperato tentativo di distogliere l’attenzione dai problemi interni, portando con sé un altro migliaio di vittime prima del ritorno alla democrazia capitalista nel 1983.</p>
<p>Ma il fardello del debito schiacciante nei confronti del FMI si rivelò impossibile da eliminare. Gli anni ‘80 videro tassi di inflazione annuali astronomici, regolarmente compresi tra il 400% e il 600%. Nel 1989 l’inflazione aveva portato il 47% del Paese al di sotto della soglia di povertà. Poi un’ondata di iperinflazione, pari al 200% in un mese, portò a saccheggi e scontri diffusi che causarono oltre quaranta morti.</p>
<p>Nel 1991, sulla scia della caduta del Muro di Berlino e del crollo del blocco orientale, Francis Fukuyama dichiarò che il paese era in una situazione di crisi e proclamò “la fine della storia”, il trionfo del capitalismo neoliberale come il migliore e unico mondo possibile. L’Argentina ha posto fine all’inflazione attraverso la “convertibilità”, che ha legato artificialmente il Peso argentino al dollaro statunitense a un tasso di cambio di uno a uno. Il tutto è stato finanziato da un altro prestito del FMI, questa volta dell’importo di un miliardo di dollari, uno dei tanti prestiti concessi all’Argentina nel corso degli anni Novanta. Allo stesso tempo, il neoeletto presidente Carlos Menem lanciò una nuova ondata di riforme neoliberali senza precedenti, incentrate sulla privatizzazione dell’industria, l’allentamento o l’eliminazione dei controlli sulle importazioni, la ristrutturazione dello Stato e la deregolamentazione economica. L’impresa privata e le forze di mercato erano all’ordine del giorno e in effetti i primi anni videro una relativa stabilità e prosperità. Per la prima volta dopo decenni, l’inflazione fu messa sotto controllo, l’afflusso di denaro fresco nelle casse dello Stato permise alcune agevolazioni fiscali e i miglioramenti iniziali nel commercio e nelle infrastrutture, grazie agli investimenti stranieri e all’assenza di tariffe d’importazione, portarono nel Paese posti di lavoro, crescita dei salari e beni a basso costo.</p>
<p>Ma si trattava di una bolla. Incapaci di competere a livello internazionale, le piccole imprese e le fabbriche iniziarono a chiudere. Gli investitori stranieri che si sono accaparrati le infrastrutture pubbliche hanno iniziato a puntare sulla sicurezza dei loro profitti e non hanno reinvestito. Non sorprende che questo abbia portato a un rapido deterioramento dei servizi pubblici, in particolare dei trasporti. Lo squilibrio commerciale, in cui i dollari che uscivano dal Paese erano più numerosi di quelli che entravano, ha reso il tasso di cambio uno a uno sempre più insostenibile. Mentre un numero sempre maggiore di persone perdeva il lavoro, a metà e alla fine degli anni Novanta iniziò a emergere una resistenza aperta alla chiusura delle fabbriche, dando vita al movimento dei lavoratori disoccupati, noto come <em>piqueteros</em>, famoso per l’uso di blocchi stradali militanti come dimostrazione pratica di forza e strumento simbolico per attirare l’attenzione sulla propria lotta.</p>
<p>Tutto questo ha avuto una svolta nel dicembre 2001. A seguito di una corsa agli sportelli bancari, spinta dalle voci di un’imminente svalutazione del Peso argentino, l’allora ministro dell’Economia, Domingo Cavallo, impose quello che fu conosciuto come il <em>corralito</em>, limitando i prelievi di contanti dalle banche a 200 dollari a settimana. Ciò creò una crisi tra la classe media, che confluì nell’ondata di malcontento dei ceti popolari argentini, più duramente colpiti da un tasso di disoccupazione superiore al 20% e da un tasso di povertà superiore al 40%. Il 19 dicembre 2001 sono scoppiati saccheggi diffusi in diverse città del Paese, in particolare nella regione di Buenos Aires. In risposta, quella notte, il Presidente De la Rua dichiarò lo stato di emergenza, il primo nel Paese dal 1989. Decine di migliaia di persone confluirono immediatamente in Plaza de Mayo, di fronte al palazzo presidenziale, mentre altre centinaia di migliaia uscirono dai loro balconi per solidarietà, sbattendo le pentole in un’infinita cacofonia di ribellione. La polizia scatenò una feroce ondata di repressione; dopo ore di scontri, riuscì a liberare la piazza e a disperdere i manifestanti.</p>
<p>Sarebbe potuta finire lì, se non fosse che la notte dello stato di emergenza cadeva di mercoledì. Come ha detto un testimone,<sup id="fnref:1" role="doc-noteref"><a href="#fn:1" class="footnote" rel="footnote">1</a></sup></p>
<blockquote>
<p>Il destino sorride agli audaci. Come spiegare altrimenti la mattina dopo la feroce repressione cada di giovedì? Giovedì. L’unico giorno della settimana in cui, dai tempi più bui della dittatura del 1977, le madri e le nonne delle persone rapite e scomparse dalla giunta militare si riuniscono per vegliare e chiedere giustizia per i loro figli. Ogni. singolo. Giovedì. Che io sappia, senza eccezioni, con la pioggia o con il sole, sono lì con i loro iconici foulard bianchi, marciando in un silenzio dignitoso e di sfida davanti al palazzo presidenziale, in Plaza de Mayo.</p>
<p>E così, il giovedì mattina del 20 dicembre, poco dopo le 10, le Madri di Plaza de Mayo sono arrivate in piazza. Questo accadeva circa cinque ore dopo che una tesa calma era finalmente tornata nel centro di Buenos Aires, dopo che la polizia era riuscita a disperdere le decine di migliaia di persone per le strade - anche se non prima che la folla avesse apparentemente tentato di prendere d’assalto il congresso. Quella notte potrebbe essere stata l’inizio e la fine della “battaglia di Buenos Aires”.</p>
<p>Ma già al mattino si erano verificati tentativi sparsi di riconquistare la piazza, o almeno di riunirsi di fronte al divieto di assembramento pubblico. In televisione si vedeva un giovane che implorava la gente di scendere, di non andare al lavoro, di prendersi un giorno, un’ora, un momento, per contribuire a cambiare il corso della storia. Ma quando le Madri sono arrivate, probabilmente non c’erano più di una o due centinaia di persone.</p>
<p>Poco dopo il loro arrivo, la polizia ha dato l’ordine di disperdere le una o due dozzine di Madri e il centinaio di sostenitori presenti. Le anziane signore, molte delle quali settanta e ottantenni, si sono opposte con coraggio alle cariche e alle frustate della polizia. Piccole signore anziane, all’apparenza fragili, ma che portavano con sé decenni di coraggio e convinzione incrollabili, affrontarono la violenza sgangherata di un governo morente, armate solo della loro dignità. Il Paese ha assistito a tutto questo in diretta televisiva.</p>
<p>Non so se la rivolta argentina avesse bisogno di un’altra scintilla o se l’incendio fosse già fuori controllo. Non lo sapremo mai. Ma so che l’impatto di quelle scene è stato incommensurabile. Se mancava una scintilla finale, queste scene l’hanno fornita. Sono state anche - e sono sicuro che migliaia di persone hanno condiviso con me proprio questa esperienza - le ultime immagini che ho visto prima di recarmi io stesso in centro.</p>
</blockquote>
<p>Quel giorno, il 20 dicembre 2001, i giovani, la classe operaia e i disoccupati argentini assediarono il palazzo presidenziale con decine di migliaia di persone “giovani e vecchie, che si spingevano dritte verso il gas e i proiettili, senza sapere se quello che ti sparavano addosso sarebbe stato di gomma o di piombo”.<sup id="fnref:2" role="doc-noteref"><a href="#fn:2" class="footnote" rel="footnote">2</a></sup></p>
<p>Alla fine della giornata, nonostante una repressione omicida che fece 39 vittime nel corso di quei due giorni, avevamo costretto il Presidente a dimettersi e lo avevamo visto fuggire dal palazzo presidenziale in elicottero. All’epoca sembrava che fosse la fine definitiva dell’esperimento neoliberista in Argentina, una lezione sul rapporto intrinseco tra politica ultraliberista e repressione, che illustrava l’enorme costo in vite umane di entrambi gli esperimenti neoliberisti.</p>
<p>Pensavamo che questo sarebbe servito a inoculare l’Argentina contro il ritorno del neoliberismo per generazioni. Il passare del tempo ci ha smentito.</p>
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<p>Il presidente Fernando De la Rua fugge dal palazzo presidenziale a bordo di un elicottero nel pomeriggio del 20 dicembre 2001.</p>
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<h1 id="ultraliberali-militari-e-repressione-una-storia-damore">Ultraliberali, militari e repressione: Una storia d’amore</h1>
<p>La presidenza di Milei non inizierà prima del 10 dicembre, ma l’esca della campagna elettorale di Milei è già evidente. La promessa che l’austerità e i tagli al bilancio saranno pagati “dalla classe politica” è già passata a “Saranno sei mesi incredibilmente difficili per tutti”. Ha già annunciato la possibilità di non pagare i bonus di fine anno ai lavoratori pubblici. Le sue rassicurazioni su una soluzione immediata all’inflazione hanno lasciato il posto a “Ci vorranno dai 18 ai 24 mesi”. Infine, in un cenno alla promessa di Trump di “prosciugare la palude”, la casta politica contro cui ha inveito lo circonda e occupa posti di governo, compresi molti dei responsabili dei disastri economici e sociali degli anni ‘90 e del governo Macri.</p>
<p>Per altri aspetti, tuttavia, Milei ha chiarito che governerà il più vicino possibile alla sua ideologia, per quanto glielo consentano gli equilibri di potere nei rami del governo e nelle strade. Il primo giorno dopo la sua elezione, ha annunciato l’intenzione di procedere alla vendita o alla chiusura di tutti i media pubblici e di bloccare tutti i progetti di infrastrutture pubbliche. Non sorprende che i media aziendali stiano già assistendo a una campagna di propaganda per contrapporre i lavoratori del settore privato e la società nel suo complesso agli impiegati statali e a coloro che lavorano per i canali mediatici pubblici. I media aziendali hanno pubblicato numeri falsi e gonfiati sui salari e hanno inquadrato gli impiegati statali come se volessero preservare “i loro privilegi a spese della società”. Non contenti dell’insicurezza del conflitto poveri contro poveri che sperimentiamo nei nostri quartieri, questi reazionari stanno ora facendo un tentativo concertato di provocare un cannibalismo sociale in cui i lavoratori, che hanno ancora accesso alla sicurezza del posto di lavoro e ai benefici vengono dipinti come privilegiati a spese di tutti gli altri.</p>
<p>Mentre la resistenza contro i licenziamenti, le privatizzazioni e l’austerità è già in atto - con i lavoratori, i sindacati e le organizzazioni sociali che chiedono assemblee aperte per discutere la situazione e iniziare a organizzare la loro resistenza - la relazione simbiotica tra le riforme ultraliberiste, i media aziendali e l’apparato repressivo dello Stato sta venendo alla luce. Molti media avvertono il pericolo di un “colpo di Stato”, in riferimento a potenziali disordini che potrebbero rovesciare il governo Milei. Questa retorica mira a confondere la rivolta popolare con una presa di potere militare.</p>
<p>Allo stesso tempo, l’ex presidente Mauricio Macri è andato in televisione per incoraggiare i giovani sostenitori di Milei ad attaccare coloro che potrebbero scendere in piazza per opporsi ai licenziamenti e ai tagli di bilancio. Grondante razzismo e classismo, ha suggerito che “gli orchi”, come si riferisce ai lavoratori disoccupati e agli altri <em>piqueteros</em>, “dovrebbero pensare molto attentamente a ciò che fanno per strada, perché i giovani non sopporteranno che li privino dell’opportunità di cambiare il Paese”. Il linguaggio, con Macri che ci chiama “orchi” e Milei che ci chiama “pezzi di merda di sinistra” che ostacolano il cambiamento e un “futuro migliore per gli argentini onesti”, non è solo un riflesso del classismo e del razzismo dell’alta borghesia e dell’oligarchia argentina. È uno strumento consapevolmente creato e utilizzato per iniziare a stigmatizzare e ostracizzare la resistenza popolare, al fine di immunizzare un’ampia fascia della società dalla solidarietà con i movimenti sociali quando inevitabilmente inizieranno gli scontri.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/11/26/4.jpg" /> <figcaption>
<p>Scontri davanti al Congresso durante il dibattito sulla riforma delle pensioni del 2017.</p>
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<p>A meno di una settimana dalle elezioni, la prima apparizione pubblica della vicepresidente di Milei, Victoria Villaruel, è stata una visita a una struttura di polizia, dove è apparsa affiancata da agenti mentre parlava della necessità di concedere loro più fondi e attrezzature. Contemporaneamente, lo schieramento di Milei sta già annunciando che cercherà di modificare la legge sulla difesa nazionale per consentire nuovamente l’uso dell’esercito per scopi di sicurezza interna, anche contro i “terroristi”. Il messaggio è chiaro per gli anarchici, la sinistra e chiunque stia pensando di scendere in piazza per opporsi a questo nuovo governo: saremo bollati come terroristi. Da lì, il passo è breve prima che i famigerati militari argentini vengano ancora una volta sguinzagliati contro qualsiasi cosa e persona abbastanza sfortunata da essere considerata “sovversiva”.</p>
<p>Non è un caso che la vicepresidente di Milei sia Victoria Villaruel, una fanatica paladina dei membri dell’esercito che sono stati condannati per crimini contro l’umanità durante l’ultima dittatura. I militari e l’apparato repressivo dello Stato nel suo complesso sono elementi essenziali del progetto ultraliberista, soprattutto in Paesi con reti di resistenza ben sviluppate come l’Argentina. Per quanto si parli di “anarco-capitalismo”, un ridicolo ossimoro, l’ultraliberismo rappresenta una razionalizzazione dello Stato per consentirgli di difendere meglio gli interessi della proprietà e della classe capitalista. È lo Stato che si libera del bagaglio del sistema di welfare, dei programmi sociali e di qualsiasi responsabilità nei confronti della massa della società. È la trasformazione dello Stato capitalista nella sua forma più cruda e grezza: uno strumento per preservare la società di classe e disciplinare tutti coloro che vi si oppongono.</p>
<p>Non è un caso che Milei si sia rifiutato di rispondere quando un intervistatore gli ha chiesto apertamente se crede nella democrazia. Il progetto ultraliberista pone il mercato al di sopra di tutto, considerando i diritti di proprietà, di capitale e di sfruttamento come gli unici diritti inalienabili. Da questa prospettiva, l’“immaturità” e i “capricci” della società - anche se si tratta di qualcosa che rientra nel quadro della democrazia rappresentativa capitalista come il voto ai politici o il rifiuto delle loro politiche in parlamento - sono solo un ostacolo da superare. Questa mentalità è meglio riassunta dalla dichiarazione di Henry Kissinger sul Cile negli anni Settanta: “Le questioni sono troppo importanti perché gli elettori cileni possano decidere da soli”.</p>
<p>Non è nemmeno un caso che proprio in Cile, a braccetto con la dittatura di Pinochet e con il sostegno materiale degli Stati Uniti, si sia svolto l’altro grande esperimento ultraliberista in America Latina. In Cile, i “Chicago Boys”, un gruppo di economisti cileni formatisi all’Università di Chicago e aderenti alle idee di Milton Friedman (che Javier Milei venera), sono riusciti ad attuare una serie di riforme neoliberiste. Il presupposto necessario per l’attuazione di tali riforme era una giunta militare che uccideva e faceva sparire dissidenti a migliaia, proprio come in Argentina. Le conseguenze durature di alcune di queste riforme (come la privatizzazione dei piani pensionistici, i sistemi di voucher scolastici e universitari e la privatizzazione dei trasporti pubblici) sono state il catalizzatore della rivolta cilena del 2019.</p>
<p><strong>La libertà del mercato significa necessariamente sfruttamento per i lavoratori e miseria per la maggior parte della società.</strong> La storia di questo Paese lo dimostra. Alla fine, quando questo stato di cose genera una resistenza popolare sufficiente, l’unico modo per mantenerlo è la forza bruta dello Stato. Nonostante la vuota retorica della libertà, Milei e Villaruel sono gli eredi politici delle politiche di Pinochet e dei Chicago Boys, di Martinez de Hoz durante la dittatura argentina e del neoliberismo degli anni ‘90 che ha fatto 38 morti in una settimana prima di cedere il potere. Coccolare le forze di sicurezza dello Stato e ignorare i crimini della dittatura argentina non sono solo manovre di guerra culturale. Sanno bene quanto noi che prima o poi l’ultraliberismo può essere imposto solo con la repressione e la violenza, e intendono farlo di nuovo.</p>
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<p>Barricate circondano il palazzo presidenziale il 20 dicembre 2001.</p>
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<h1 id="le-forze-del-cielo-contro-gli-orchi">Le “Forze del Cielo” contro gli Orchi</h1>
<p>Oggi molti di noi hanno paura. È inutile cercare di nasconderlo. Molti di noi non sono ansiosi di combattere. Forse perché ora, per la prima volta dopo decenni, ci troviamo sulla difensiva. Stiamo combattendo alcune battaglie, come quella per la memoria collettiva di ciò che ha rappresentato l’ultima dittatura, che pensavamo fossero state definitivamente vinte vent’anni fa. Stiamo combattendo altre battaglie che pensavamo fossero state vinte un secolo fa, come la lotta per l’istruzione pubblica e l’assistenza sanitaria.</p>
<p>Un tempo sorridevo sotto la maschera, esultando alla prospettiva di affrontare i guardiani dello Stato a testa alta. Ora recito la mia parte in un’assemblea o in uno scontro con riluttanza, consapevole di quante vite abbiamo perso a causa della repressione l’ultima volta. Forse perché quelli della mia generazione sono più anziani. Abbiamo più cose da perdere. La vita ci ha insegnato la paura, e questa era assente negli scontri della nostra gioventù.</p>
<p>O forse siamo timorosi perché nel 2001, quando l’ultimo esperimento neoliberista in Argentina ha raggiunto il suo culmine disastroso con un tasso di povertà del 50%, la furia dei diseredati culminata in saccheggi diffusi e nell’assedio del palazzo presidenziale, siamo stati noi - i giovani - a essere in prima linea in quegli scontri. Oggi, in un susseguirsi di eventi che fa sentire molti di noi molto più vecchi di quanto non lo siano in realtà, un’ampia fetta di giovani è quella che sostiene Milei e il nuovo governo ultraliberista.</p>
<p>Questo è un altro esempio del fallimento del progressismo e della sinistra statalista, che non riescono ad attaccare il capitalismo alla radice. In Argentina, dopo la rivolta del 2001, non sono riusciti a sferrare il colpo finale quando la bestia era ferita, screditata e al limite della sua debolezza. Hanno invece cercato di addomesticarla e governarla. Questo processo ha integrato centinaia, se non migliaia, di militanti e combattenti degli anni ‘90 e della rivolta del 2001 nella macchina dello Stato. Certo, lo Stato ha assunto un aspetto progressista, legalizzando i matrimoni gay, affrontando l’oligarchia rurale, sfidando i monopoli dei media aziendali, liberando finalmente il Paese dal debito del FMI e persino inserendo la “redistribuzione della ricchezza” nel discorso corrente. Ma associare la sinistra allo Stato e alla disastrosa situazione finanziaria ha spianato la strada alla vittoria dell’estrema destra ultraliberista.</p>
<p>Forse siamo condannati a un ciclo infinito in cui ogni generazione deve imparare di nuovo le dolorose lezioni del passato. Considerando che questa generazione ha conosciuto poco più del 40% di povertà, un’inflazione annuale a tre cifre, l’erosione della qualità dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione pubblica, la grottesca corruzione di una classe politica che predica giustizia sociale e redistribuzione delle ricchezze mentre va in vacanza sugli yacht nel Mediterraneo… possiamo biasimarli per essersi rivolti disperatamente a un uomo che promette loro la “libertà” da tutto questo? Non ha senso avvertire l’autista di Uber o il ragazzo delle consegne di Rappi che perderanno i loro benefici o il diritto a una vacanza pagata quando non hanno già nessuno dei due. Ma l’alternativa che stanno abbracciando è ancora peggiore.</p>
<p>L’andamento dei prossimi mesi dipenderà da una serie di fattori. I sindacati burocratici tradizionali si ritireranno e cercheranno di superare la tempesta, oppure sosterranno i lavoratori che devono affrontare i licenziamenti? Si mobiliteranno in solidarietà con i lavoratori disoccupati, chiederanno uno sciopero generale se Milei tenterà di riformare il diritto del lavoro o le leggi sulla contrattazione collettiva? La gente si mobiliterà in difesa delle istituzioni pubbliche e delle imprese di proprietà pubblica? L’estrema destra riuscirà a far leva sulla politica della guerra culturale per scoraggiare la solidarietà con i più oppressi e i più vulnerabili del Paese?</p>
<p>Mentre Milei ha il solido sostegno della sua base di giovani fanatici e della classe media e alta, virulentemente antikirchnerista e peronista, una parte significativa dei suoi elettori è costituita da disoccupati e lavoratori poveri. Queste persone hanno votato per lui con la speranza mal riposta, ma genuina, che potesse davvero cambiare le loro vite in meglio. Non sono ideologicamente legati al suo ultraliberismo e non sono in condizione di aspettare pazientemente sei mesi mentre le cose “peggiorano prima di migliorare”. Se l’inflazione va fuori controllo e il peso dell’austerità e dei tagli di bilancio ricade sui più vulnerabili dell’Argentina, il conflitto sociale potrebbe diffondersi di nuovo.</p>
<p>I movimenti sociali in Argentina sono demoralizzati in questo momento. Per quanto riguarda il campo anarchico, la triste realtà è che, nonostante gli sforzi encomiabili di generazioni di anarchici, il movimento è attualmente ridotto nei numeri e la presenza degli anarchici nei movimenti sociali è marginale. Sebbene il movimento mantenga alcuni spazi fisici e ci siano tentativi di iniziare a mettere insieme una presenza anarchica più coesa e visibile, siamo poco più che un residuo di quello che un tempo era uno dei movimenti anarchici più potenti del mondo.</p>
<p>Ma dovremmo essere tutti consapevoli del fatto che la storia non va magicamente verso la liberazione. Solo perché abbiamo sconfitto le forze del neoliberismo in passato, non significa che siano destinate a cadere di nuovo questa volta. La storia sarà ciò che noi faremo di essa. Nulla di più, nulla di meno. La sconfitta della politica dell’ultraliberismo - sia nel XIX secolo, sia sotto Pinochet, sia durante l’ultima dittatura, sia nella rivolta del 2001 - è sempre avvenuta a costo di immense lotte, sacrifici e perdite di vite umane.</p>
<p>L’ultimo esperimento neoliberale in Argentina ha generato la peggiore crisi economica e sociale della storia del Paese. Prima della rivolta del dicembre 2001, i rivoluzionari, gli organizzatori e, sì, gli anarchici - nonostante fossero pochi e lontani anche allora - hanno lavorato per anni. Ciò significava generare reti di solidarietà e di mutuo soccorso nei quartieri. Costruire organizzazioni di base di lavoratori disoccupati indipendenti dai sindacati o dai partiti politici tradizionali. Organizzare assemblee nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università. Diffondere solidarietà concreta ovunque ci sia bisogno di noi. Tutto questo dovrà avvenire ancora una volta oggi.</p>
<blockquote>
<p>Compagni, i tempi che ci attendono ci impongono di raddoppiare i nostri sforzi e di lottare per la più ampia unità delle organizzazioni popolari, nel contesto di una strategia di lotta popolare nelle strade. […] Dobbiamo annullare la frammentazione e l’individualismo che hanno creato il contesto che ha portato questo personaggio al potere. Non serve a nulla predicare ai convertiti. È nostro compito parlare con ogni collega di lavoro, con ogni vicino di casa, sempre dalla prospettiva della lotta e dell’organizzazione di base.</p>
<p>-“Y Ahora Que Pasa?” Dichiarazione congiunta pubblicata il 21 novembre 2023 da Federacion Anarquista Rosario, Organización Anarquista Tucumán, Organización Anarquista Cordoba e Organización Anarquista Santa Cruz.</p>
</blockquote>
<p>Alla fine, proprio come nel 2001, arriverà il momento di scendere in piazza - come giovani e anziani, come lavoratori, come studenti, come vari elementi della società solidali tra loro e stufi della classe capitalista e dei suoi politici. Al grido di <em>“Que se vayan todos “</em>, la nostra rabbia collettiva li ha sconfitti in sole quarantotto ore nel dicembre 2001.</p>
<p>Speriamo che quando sarà il momento, lo faremo di nuovo.</p>
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<img src="https://cdn.crimethinc.com/assets/articles/2023/11/26/10.jpg" /> <figcaption>
<p>Scontri nei pressi del palazzo presidenziale il 20 dicembre 2001.</p>
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<div class="footnotes" role="doc-endnotes">
<ol>
<li id="fn:1" role="doc-endnote">
<p>Questo è un estratto di un libro di prossima pubblicazione della PM Press sulla rivolta argentina del 2001. <a href="#fnref:1" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
<li id="fn:2" role="doc-endnote">
<p><em>Barricada #13,</em> gennaio 2002, “L’Argentina esplode”. <a href="#fnref:2" class="reversefootnote" role="doc-backlink">↩</a></p>
</li>
</ol>
</div>